1. Introduzione
Al livello della legislazione statale, il più importante provvedimento normativo di tutela del friulano venne varato dalla Repubblica Italiana nel 1999, in coincidenza con quella fase della rivoluzione digitale nella quale la rete Internet stava divenendo un fenomeno globale. Le più recenti azioni di tutela di questa lingua di minoranza devono dunque essere valutate anche in relazione alla parallela evoluzione delle tecnologie informatiche. Non si può, infatti, non tener conto del fatto che, nel corso degli anni, il friulano ha guadagnato sul web spazi significativi sia grazie al contributo di singoli utenti, sia attraverso l’uso da parte di aziende, enti e istituzioni; ma questo panorama appare, nel suo complesso, di difficile mappatura, sia a motivo delle sue dimensioni e articolazioni, sia a causa della sua fluidità e instabilità.
Questo contributo si limiterà a esaminare quanto è pertinente con lo studio scientifico della lingua: passerà in rassegna innanzitutto i principali corpora e gli altri strumenti digitali di documentazione linguistica del friulano, quindi gli atlanti linguistici online, nonché gli archivi sonori che coinvolgono il friulano; infine accennerà ad altri portali utili per la ricerca. Per ciascuno di essi è necessario illustrare una precisa definizione degli scopi (ausilio per i parlanti, strumento di lavoro per i ricercatori...) ed eventualmente proporre una valutazione critica di pregi e carenze.
2. Repertori e strumenti digitali di documentazione lessicografica del friulano
2.1. Dizionario storico friulano
Per l’ambito della ricerca linguistica, anche la lingua friulana ha già a disposizione sulla rete Internet alcuni portali. Uno dei più importanti fra essi è indubbiamente il Dizionario storico friulano (http://www.dizionariofriulano.it), repertorio lessicale e onomastico dedicato alla lingua di epoca tardomedievale, e più precisamente dalle origini alla fine del XV secolo.
La pubblicazione in rete del Dizionario è promossa dal Dipartimento di Lingue e letterature, comunicazione, formazione e società dell’Università degli Studi di Udine, e sostenuta dalla Società Filologica Friulana, dalla Biblioteca Civica di Udine e dalla Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane (ARLeF). L'ideatore del progetto è Federico Vicario, docente dell'Università di Udine, al quale si deve in gran parte il lavoro che sta a monte della pubblicazione in rete del Dizionario, e cioè la ricognizione dei fondi archivistici regionali (sia nei centri principali che in alcuni di quelli minori), la segnalazione dei documenti di interesse ai fini della ricerca sul friulano antico, la loro trascrizione1 e l'allestimento di una serie di edizioni nelle collane "Fonti e documenti" della Biblioteca Civica di Udine e "Documenti friulani delle origini" della Editrice Forum.2 Si tratta prevalentemente di fonti di uso pratico, in ogni caso cospicue, varie per tipologia e per provenienza, differenziate per registro stilistico e per collocazione diatopica, e dunque interessanti sia sul piano linguistico che su quello storico.
Il Dizionario storico friulano si basa proprio sullo spoglio e sulla lemmatizzazione di tali documenti, che rappresentano, anche per il Friuli, le fonti dirette di maggiore interesse per lo studio del volgare delle origini, nel momento in cui la prevalenza del latino, solida fino al XIV-XV secolo, andava ormai scemando.
Attraverso lo studio di tali documenti è possibile approfondire la conoscenza della tradizione linguistica della regione, esaminare forme e strutture del friulano antico e delineare i caratteri della scripta tardomedievale, in quella delicata fase in cui diversi codici linguistici – latino, friulano e tosco-veneto – ancora si alternavano e interferivano in modo imprevedibile. Questo repertorio di forme antiche, inoltre, potrebbe servire a rilanciare, su più ampie basi documentarie e più solide consapevolezze metodologiche, il progetto di un dizionario etimologico, per completare (e anche superare) il Dizionario etimologico storico friulano concepito, diretto e avviato all'inizio degli anni Ottanta del Novecento da Giovan Battista Pellegrini con la collaborazione di altri studiosi.
La versione online del Dizionario offre le funzioni di ricerca libera e di ricerca avanzata su lessico, documenti e bibliografia; essa è tuttora in allestimento, e quindi passibile di ampliamenti e integrazioni. Questo è, per esempio, il risultato della ricerca lessicale sul termine pustote 'sodaglia', 'terreno incolto', che si incontra già in un documento di fine Trecento relativo all'Ospedale di Udine:
2.2. Grant dizionari bilengâl talian-furlan
Il friulano non è esente dalle sfide che le nuove tecnologie dell'era della digitalizzazione pongono, sul piano sociolinguistico, a tutti gli idiomi minoritari del mondo occidentale. In questo contesto, che invero mette a disposizione di parlanti e istituzioni anche numerose opportunità di rinnovamento e di tutela, sono nate le versioni digitali del Grant dizionari bilengâl talian-furlan (https://arlef.it/struments/grant-dizionari/) e alcuni altri strumenti di linguistica computazionale.
Attraverso il Grant dizionari bilengâl talian-furlan (GDBtf) l'utente ha a disposizione, nella parte dall'italiano, più di 70.000 lemmi monorematici e polirematici, riferiti a 68.000 lemmi friulani. Il riferimento per l'italiano è il Grande dizionario dell'uso della lingua italiana di Tullio De Mauro, mentre per la parte friulana il Grant dizionari bilengâl tiene conto per un verso delle opere lessicografiche pubblicate fino a quel momento (attraverso la schedatura sistematica del Nuovo Pirona e del Vocabolario di Giorgio Faggin),3 per un altro dei criteri di arricchimento del lessico e di formazione dei neologismi approvati a suo tempo dall'OLF (Osservatorio regionale della lingua e cultura friulane). Va precisato che dal punto di vista della varietà linguistica, il Grant dizionari bilengâl propone la cosiddetta koinè, cioè una lingua standard fondata sulla tradizione di alcuni importanti autori soprattutto otto- e novecenteschi che hanno scritto nel friulano "centrale". La grafia è quella ufficiale, approvata con decreto del presidente della Giunta regionale n. 392 del 25 ottobre 1996 e inclusa nell'art. 13 della l.r. 15 del 1996.4
Il Grant dizionari bilengâl è un dizionario ibrido: dunque non si tratta di un dizionario monolingue friulano, e neppure di un tradizionale dizionario bilingue, con una corrispondenza stretta tra gli idiomi e una fraseologia limitata, ma senza definizioni; è invece un dizionario bilingue italiano-friulano, che reca per ogni lemma italiano definizioni molto precise in friulano, una fraseologia esemplificativa nelle due lingue, e liste di sinonimi e contrari in entrambe le lingue.
Nella sua versione online, alla quale si può accedere dal sito dell'ARLeF (Agjenzie regjonâl pe lenghe furlane), il Grant dizionari bilengâl offre una funzione di ricerca semplice (italiano-friulano o friulano-italiano) o avanzata; la ricerca italiano-friulano presenta definizioni, esempi, fraseologia:
La ricerca friulano-italiano offre invece la semplice traduzione:
Si tratta dunque di uno strumento al servizio del friulano per tutti coloro che desiderano leggerlo e scriverlo correttamente secondo le regole della grafia ufficiale. Naturalmente non è la risorsa adatta a cogliere la complessità e la stratificazione della lingua in una prospettiva storica, né può essere ritenuta sufficiente per indagini di indole prettamente filologica.
Lo strumento è disponibile anche su CD-ROM5 ed è consultabile su smartphone e tablet anche attraverso una app. Su di esso si basa infine un correttore ortografico.6
È notizia recente che si intende procedere alla creazione, sul sito Internet dell’ARLeF, di uno strumento di lavoro che unifichi, in una interfaccia semplice, le caratteristiche di quattro dizionari completamente diversi tra loro. Non si tratterebbe di un dizionario statico, ma di un vero e proprio motore linguistico che unisca le peculiarità di tutti i soggetti coinvolti. Per ricchezza, complessità e logiche il ruolo più importante lo avrà il GDBtf, mentre gli altri dizionari (il monolingue, quello dei cognomi e quello storico), pur mantenendo la propria identità e le proprie logiche, funzioneranno “in cascata” rispetto a questo.
2.3. Dizionari talian-furlan e furlan-talian
Un ampio dizionario italiano-friulano e friulano-italiano può essere consultato in rete anche attraverso il portale della società cooperativa Claap (Centri di linguistiche aplicade "Agnul Pitane", http://claap.org/dizionaris-furlans/), che si occupa della realizzazione di strumenti di linguistica computazionale, prodotti informatici ed editoriali e fornisce servizi a supporto delle lingue minoritarie e in particolare della lingua friulana.
Il sito offre attualmente il più completo dizionario dall'italiano al friulano (oltre 76.000 lemmi), che è stato ottenuto dall’integrazione del Grant dizionari bilengâl del consorzio Centri Friûl Lenghe 2000 con il Dizionari Ortografic Furlan della Serling di Alessandro Carrozzo (38.000 entrate nella parte italiano-friulano e altrettante viceversa). Anche in questo caso vengono offerte una funzione di ricerca semplice (italiano-friulano o friulano-italiano) o avanzata; la ricerca italiano-friulano presenta definizioni, esempi, fraseologia:
Anche in questo caso la ricerca friulano-italiano offre la semplice traduzione:
La versione online include anche la possibilità di ricerca di sinonimi e contrari friulani:
Inoltre prospetta i quadri flessionali di verbi e sostantivi (Formis):
Sul portale è presente anche un correttore ortografico online.7
2.4. Corpus furlan
Il portale Claap.org mette a disposizione anche il Corpus furlan ('corpus friulano', http://claap.org/corpus-furlan/), una base di dati formata da testi etichettati, cioè analizzati a diversi livelli: morfologico, semantico, sintattico o di discorso; a ogni parola, infatti, sono connesse alcune informazioni: il lemma dal quale essa deriva, di che parte del discorso si tratta, in quale forma si presenta.8 Il programma automatico di "etichettatura" delle forme è stato creato dalla società cooperativa Serling. Allo stato attuale tale corpus raccoglie poco più di 500.000 parole da 486 testi sia letterari (per esempio narrativa e teatro) che non letterari (di informazione, divulgazione scientifica, politica ecc.). La scelta dei testi ha privilegiato quelli che in origine risultavano già redatti in koinè friulana, anche se ciò non significa automaticamente che essi rispettassero anche le norme della grafia ufficiale, approvata – come si è detto – soltanto nel 1996. La revisione alla quale sono stati sottoposti i testi affinché i relativi dati potessero essere processati e gestiti dal sistema informatico è stata dunque sia ortografica che genericamente linguistica.9
La versione online del Corpus furlan offre le funzioni di ricerca per forma, per lemma o per categoria grammaticale. Qui vediamo un esempio di ricerca del termine pustote; in questo caso non emerge il sostantivo che significa 'maggese', bensì l'aggettivo pustot, 'abbandonato, arido, deserto, desolato':
In questo modo è possibile ritrovare lemmi che erano sfuggiti alle raccolte svolte con sistemi non informatizzati, individuare neologismi, fornire un ausilio di ricerca sulla semantica, sulla lessicografia, sulla sintassi; inoltre il sistema della doppia versione (koinè e originale) può essere utile per lo studio della letteratura e degli usi scritti, della dialettologia, nonché per la gestione di biblioteche digitali.11 Naturalmente la risorsa diverrà tanto più utile quanto più ampia sarà, in futuro, la raccolta di testi "etichettati".
Questo il quadro di sintesi degli strumenti lessicografici online:12
Lingue coinvolte | Dimensioni dati | Arco cronologico | Tipologia testuale fonti | |
Dizionario storico friulano | FUR-ITA | Non specificato, in espansione | 13.-15. sec. | Soprattutto testi pratici da documenti antichi |
Grant Dizionari Bilengâl talian-furlan | ITA-FUR e FUR-ITA | 70.000 lemmi | 19.-20. sec. | Da: Nuovo Pirona, Vocabolario di G. Faggin, altro |
Dizionari claap.org | ITA-FUR e FUR-ITA | 76.000 lemmi | 19.-20. sec. | Da: Nuovo Pirona, Vocabolario di G. Faggin, altro |
Corpus furlan claap.org | FUR | 500.000 parole, 486 testi | 20. sec. (rari 19. sec.) | Scritti in prosa di diverso genere |
3. Atlanti linguistici online e archivi sonori
Nell'ambito dell'applicazione delle tecnologie digitali alla geolinguistica, il friulano è presente in un discreto numero di portali dedicati alla ricerca. Come si può osservare da questo prospetto,13 si tratta di progetti che muovono da interessi linguistici diversi: si va dagli atlanti linguistici veri e propri agli archivi sonori; alcune risorse si concentrano su un singolo aspetto (es. la prosodia), altre mirano a una descrizione complessiva (come nel caso dell'ALD); i dati possono essere ricavati da progetti storici (es. la trasposizione digitale dell'AIS), da nuove indagini (es. ASIt), o in forma mista, come nel caso di VerbaAlpina (https://www.verba-alpina.gwi.uni-muenchen.de), progetto di cui si parlerà più sotto e che, per quanto riguarda il Friuli, a fine lavori presenterà – seppure soltanto per la parte montana – il numero più alto di punti di rilevamento. Sul piano metodologico le diversità fra questi progetti sono facilmente intuibili:
Interesse prevalente | Fonti dei dati | Numero dei punti di rilevamento in Friuli | Periodo di rilevamento | |
NavigAIS | Lessico, fonologia, morfologia | Atlante italo-svizzero AIS | 15 totali, 13 friulani | 1908-1940 |
ALD-I e ALD-II | Fonetica, morfosintassi elementare, lessico, morfosintassi elaborata | Indagini specifiche | 23 friulani o dell’amfizona friulano-veneto | 1985-1992 (ALD-I), 2001-2007 (ALD-II) |
ASIt | Sintassi | Indagini specifiche | 20 totali, 18 friulani | 1997-2005 |
VerbaAlpina | Lessico | AIS, ALI, ASLEF, ALD-I, ALD-II, collaboratori attuali (crowdsourcing) | Circa 150, in aumento | 1908-2023 ? |
Vivaldi | Fonetica, lessico, morfologia, sintassi | Indagini specifiche | 28 (29), 16 friulani | 1985-2007 ? |
IARI | Intonazione | Indagini specifiche | 9 friulani | 2010- |
AMPER | Prosodia | Indagini specifiche | 4 friulani | 2009-2011 |
3.1. NavigAIS
Il primo di questi portali, denominato NavigAIS (http://www3.pd.istc.cnr.it/navigais/, http://www3.pd.istc.cnr.it/navigais-web/), è stato avviato nel 2009 da un gruppo interdisciplinare di esperti dell’Università di Padova e dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del CNR (Consiglio nazionale delle ricerche). Si tratta di un software online creato da Graziano Tisato nell’ambito del progetto dell'Atlante multimediale dei dialetti veneti (Amdv), che riproduce attraverso semplici scansioni digitali gli otto volumi dell'Atlante linguistico ed etnografico dell’Italia e della Svizzera meridionale (AIS, o Sprach- und Sachatlas Italiens und der Südschweiz) pubblicati fra il 1928 e il 1940 da Karl Jaberg e Jakob Jud.
Dalla homepage del progetto è possibile accedere a un'ulteriore pagina che consente di "navigare" (con qualche spiacevole difficoltà nella gestione degli ingrandimenti) sulla scansione delle diverse carte dell’AIS:
Una volta che è stata selezionata la mappa sul primo menu "a tendina" (in questo caso le voci per il concetto di maggese, sodaglia, n. 1417), attraverso un secondo menu si può accedere in modo più preciso al punto di raccolta che si intende esplorare (qui Ruda, n. 359):
È tuttavia possibile effettuare anche una ricerca inserendo l'oggetto (per la mappa) o il luogo (per il punto di raccolta).
In questo progetto la regione amministrativa attuale (Friuli - Venezia Giulia) è coinvolta attraverso una quindicina di punti di rilevamento, tredici dei quali friulani.14
3.2. Atlante linguistico del ladino dolomitico e dei dialetti limitrofi (ALD)
Com'è noto, il progetto dell'Atlante linguistico del ladino dolomitico e dei dialetti limitrofi (ALD, https://www.ald.gwi.uni-muenchen.de),15 che riguarda non soltanto la Ladinia ma tutta l'area compresa tra la parte nord-orientale dell'Italia settentrionale e la Svizzera sud-orientale, si articola in due parti. La prima di esse, quella dell'ALD-I, iniziata nel 1985 e conclusasi nel 1998 con la pubblicazione di quattro volumi cartografici, tre volumi di indici, tre CD-ROM e un DVD,16 si basa su un questionario di 806 items e comprende 884 carte linguistiche riguardanti gli argomenti della fonetica nonché quelli della morfosintassi elementare del nome e del verbo.17 Per la prima parte, limitatamente a 21 località della Ladinia dolomitica, è già disponibile on line una pagina dedicata all’atlante sonoro. L'ALD-II, pubblicato nel 2012,18 è la prosecuzione della prima parte dell'opera, e mette a fuoco il lessico e la morfosintassi elaborata.19 In questo caso i 1063 items del questionario sono strutturati tematicamente, e comprendono vocaboli, domande più elaborate sulle forme verbali e frasi ad elevata complessità.20 Le 1066 carte linguistiche sono contenute in cinque volumi di mappe, ai quali si aggiungono un volume supplementare e uno di indici.
Entrambe le parti condividono gli stessi presupposti teorici, il metodo di rilevamento e una rete di esplorazione accuratamente progettata, la quale, attraverso 217 punti d’indagine, distanti tra loro in media 10 km, insiste su una superficie totale di circa 25.000 km2:
Tale superficie si estende dall'Engadina al Friuli occidentale (con alcune località della Carnia), che dunque risulta rappresentato da 23 punti d'inchiesta (da 195 a 217) situati nella parte nord-occidentale della regione.21 Qui vediamo la parte friulana nella rappresentazione con carta muta poligonale.
I risultati della ricerca (qui per la frase Digli una parola!)
possono essere visualizzati in pdf su mappa o su lista in ordine di località:
Questo progetto, così complesso ed elaborato, permette di applicare le nuove tecnologie a modalità di studio dei dati sempre più avanzate; la più importante di essi è l'analisi dialettometrica, disciplina che sfrutta le tecniche di valutazione numerica dei dati dialettali per riconoscere le strutture superiori alle varie parlate e valutarne l'affinità o la diversità.22
3.3. Atlante sintattico d’Italia (ASIt)
L'Atlante sintattico d'Italia (ASIt, http://asit.maldura.unipd.it) costituisce, dal 2005, l'estensione di un altro programma di ricerca, l'Atlante sintattico dell'Italia settentrionale, che era stato fondato nel 1997 con lo scopo di registrare e analizzare la variazione con cui alcuni fenomeni sintattici si presentano nelle parlate del Nord Italia. Attualmente il sito ufficiale del programma mette a disposizione la ricerca nel database - con la possibilità di selezionare le aree geografiche e linguistiche e le marche -, il questionario e la rivista in linea.
Dalla una pagina dedicata è possibile effettuare ricerche su una o più marche (raccolte nelle seguenti categorie: avverbi, clitici, interrogative ed esclamative, negazione, oggetto, quantificatori, relative, sintagmi nominali, sintagmi preposizionali, soggetto, verbo, altre), eventualmente restringendo la ricerca per area amministrativa (regione, provincia, comune) o per area linguistica (macroarea, area, microarea).
Questo un esempio di risultati per la località di Remanzacco:
In Friuli Venezia Giulia sono una ventina i punti di rilevamento, diciotto dei quali riguardano l'area friulanofona:23
Bisogna precisare che non tutte le località sono state coperte con tutti i sette questionari, e quindi può presentarsi l'eventualità che per certe marche non vi siano dati. Inoltre le località non sembrano essere state scelte in modo oculato: alcune di esse sono eccessivamente contigue (Remanzacco, Moimacco e Cividale), mentre altre aree, come la Carnia, appaiono sottorappresentate.
3.4. VerbaAlpina
Si presenta come un progetto di ampio respiro VerbaAlpina (https://www.verba-alpina.gwi.uni-muenchen.de), che si propone l'obiettivo di analizzare in modo selettivo e mirato un ambito geografico che da molti punti di vista appare particolarmente complesso: per il contatto tra diverse famiglie linguistiche e diverse varietà, per l’instabilità dei confini politici a livello storico e per la molteplicità dei progetti di ricerca che hanno già interessato l’area. D'altra parte è facile intuire come le caratteristiche morfologiche del territorio, pur a fronte della sua ampiezza, ne motivino una certa omogeneità sul piano culturale, un'omogeneità che travalica le frontiere delle realtà politiche attuali. È per questo che il progetto è incentrato su campi che riguardano l'ambiente naturale e la cultura, sia quella attuale che quella storica (vita tradizionale e vita moderna).
L'ambiente di ricerca sviluppato per VerbaAlpina è multilingue e multifunzionale: ai fini della documentazione prevede una cartografia interattiva georeferenziata, per il rilevamento dei dati si avvale di un social software, mentre per la pubblicazione degli stessi si punta alla collaborazione con i diversi partner, anche in vista dell'ulteriore sviluppo dell'ambiente di ricerca. Secondo quanto affermato nel portale, l'obiettivo principale "consiste nel rendere disponibili i dati di atlanti linguistici e dizionari già esistenti (alcuni dei quali poco accessibili), provvedendo a raggrupparli coerentemente, in forma completa, elaborata in modo pluridimensionale e, ancora, analizzata da una prospettiva storico-linguistica".
È molto difficile presentare in modo sintetico i punti fondanti di questo progetto così articolato e complesso, e per questo mi limito a rinviare al sito internet e alle sue ricche delucidazioni metodologiche,24 precisando qui soltanto un fattore di criticità che VerbaAlpina si impegna a superare e un aspetto innovativo che lo caratterizza:
- i dati che vengono raccolti da strumenti già esistenti hanno bisogno di essere completati (si parla infatti di "nuovo rilevamento per mezzo del social software"), compensando o superando anche le loro inconsistenze semantiche e onomasiologiche;
- questa necessità fa sì che il progetto integri sistematicamente due diversi approcci metodologici della geolinguistica digitale: quello basato sulla tradizione linguistico-geografica (e sfruttato anche nell'ALD) e quello che rileva i dati tramite crowdsourcing.
Per quanto riguarda la regione Friuli Venezia Giulia, dalla semplice rappresentazione cartografica delle diverse aree linguistiche si può intuire la complessità del territorio:
Come si può vedere, invece, da questa carta, la regione è coinvolta attraverso la raccolta ALD (selezionabile nel menu degli Informatori):
Per quanto riguarda i dati ASLEF, invece, la regione sarà coinvolta nel progetto con un'ottantina di punti di rilevamento,25 alcuni dei quali sono collocati in aree miste: romanzofona, germanofona e slavofona, oppure slavofona e romanzofona, o infine germanofona e romanzofona; i punti che coprono l'area prevalentemente romanzofona sono circa una settantina:
VerbaAlpina propone diverse opportunità di ricerca, alcune delle quali particolarmente articolate e avanzate. Questo l'esempio del risultato ottenuto selezionando, nel menu a tendina, il tipo di base agnellus:
Come si può intuire dal titolo stesso del progetto, in tutti questi casi la parte di Friuli interessata è naturalmente quella delle Alpi e delle Prealpi, con qualche escursione fino al Collio e al Carso.
3.5. Vivaio acustico delle lingue e dei dialetti d’Italia (VIVALDI)
L'idea di offrire agli studiosi materiali linguistici autentici per lo studio delle varietà romanze non è recente, ma le difficoltà tecniche e la scarsa praticità dei supporti in uso fino a pochi anni fa hanno fatto sì che per lungo tempo la geolinguistica abbia messo a disposizione i dati soltanto in forma stampata. Le cose hanno iniziato a cambiare con l'Atlante linguistico del ladino dolomitico e dei dialetti limitrofi; ed è proprio nell'ambito di questo progetto che è nata l'idea di un atlante linguistico acustico delle regioni d'Italia (https://www2.hu-berlin.de/vivaldi/). Gli ideatori sono Roland Bauer, responsabile dell'elaborazione elettronica dei dati dell'ALD presso l’università di Salisburgo, e Dieter Kattenbusch, che tra il 1985 e il 1986 ha realizzato le registrazioni per l'ALD nelle zone del ladino centrale. La conversione dei dati ai fini della loro presentazione interattiva è opera di Carola Köhler, Marcel Lucas Müller e Fabio Tosques.26
Gli obiettivi del progetto comprendono la raccolta dei dati dialettali attuali in tutte le regioni d'Italia, la loro presentazione sotto forma di file audio attraverso le più recenti tecnologie (DVD e Internet), la proposta di trascrizioni; inoltre sarà possibile, in futuro, confrontare i dati attuali con quelli dell'Atlante linguistico ed etnografico dell'Italia e della Svizzera meridionale (AIS) e dell'Atlante linguistico italiano (ALI).
La consultazione è molto intuitiva: su una cartina dell'Italia si seleziona la regione prescelta,
e nel menù a sinistra si individua la sezione di interesse: fonetica, lessicale, morfologica, sintattica;27 in un ulteriore menù "a tendina" si individua il lemma o l'espressione, e quindi, passando su uno dei punti di indagine presenti sulla mappa, nella parte alta della pagina compare la trascrizione fonetica
mentre, cliccando sul punto o attraverso l'elenco sottostante, se ne può ascoltare anche la pronuncia:
Per quanto riguarda la regione Friuli Venezia Giulia, VIVALDI presenta i dati di 28 punti di inchiesta (che diventano 29 con Sappada, inclusa amministrativamente nel Veneto fino al 16 dicembre 2017 ed entrata in Friuli in forza della l. 182/2017).28
3.6. Interactive Atlas of Romance Intonation (IARI)
Come si deduce dal titolo, questo atlante interattivo (http://prosodia.upf.edu/iari/index.html) presenta materiali audio e video per lo studio dell'intonazione di diverse lingue neolatine. Ai materiali, che consistono in conversazioni, frasi di diverso tipo e interviste, e che vengono presentati sia in formato audio che in trascrizione, si accede attraverso una mappa interattiva dell'Europa e una delle Americhe.29
I dati sono stati ottenuti attraverso sondaggi di intonazione (Intonation Survey), Map Task e conversazioni videoregistrate.
I dati del sondaggio di intonazione sono stati raccolti mediante un questionario basato sul Discourse Completion Task, un metodo induttivo, ampiamente utilizzato nella ricerca sulla pragmatica e sociolinguistica, in cui il ricercatore presenta all'interlocutore una serie di situazioni e poi gli chiede di rispondere in modo conseguente. Nel caso specifico, il questionario consisteva in circa una trentina di situazioni, ciascuna di esse tesa a elicitare un particolare tipo di espressione; tali espressioni sono state poi organizzate in diverse tipologie: dichiarative, interrogative sì/no, interrogative wh-, interrogative-eco, imperative, vocative. Il modello di intonazione di ciascuna enunciazione è descritto in un file contenente il contorno di frequenza fondamentale (misurato utilizzando il programma Praat), il file audio, un'immagine della trascrizione ortografica e fonetica, nonché una traduzione.
La Map Task è una tecnica nella quale due soggetti collaborano per completare una specifica attività, ed è progettata in modo tale che i due interlocutori producano particolari schemi interrogativi. Lo strumento di lavoro fondamentale è la mappa di una città immaginaria: quella consegnata al primo partecipante, che ha il compito di fornire le istruzioni, presenta il percorso da seguire; il secondo partecipante è invece invitato a chiedere le informazioni per poter riprodurre lo stesso percorso sulla propria mappa. Il portale offre la registrazione audio dell’esecuzione dell'attività della mappa e la relativa trascrizione ortografica.
Infine sono state condotte interviste di 10-15 minuti per ciascuno dei punti di indagine. Il sito propone, sia in formato video che in trascrizione ortografica, un segmento rappresentativo della conversazione.
Per quanto riguarda il Friuli, l'indagine si basa sui dati di 9 località, ma presenta soltanto quelli relativi ad Agrons (Ovaro) e a Remanzacco. Si presenta di seguito un esempio della trascrizione della pronuncia dei giorni della settimana, e il relativo grafico della frequenza fondamentale:
3.7. Atlant multimediâl di prosodie des varietâts romanichis (AMPER)
L’AMPER (Atlant Multimediâl de Prosodie des Varietâts Romanichis, http://stel.ub.edu/labfon/amper/friul/index.html) è un progetto di ricerca internazionale sulla prosodia delle lingue neolatine avviato dal Centre de Dialectologie de Grenoble (Université Stendhal Grenoble 3) sotto la direzione di Michel Contini. Lo scopo principale è quello di presentare, nella forma di un atlante linguistico multimediale, i dati relativi a tre aspetti della prosodia (frequenza fondamentale, durata e intensità) in due modalità orazionali (dichiarativa neutra e interrogativa polare neutra) nelle lingue neolatine.
Attualmente il progetto viene condiviso in diversi centri dell'Europa e dell'America Latina. Tra questi, anche il Laboratorio di fonetica dell'università di Barcellona. Il gruppo di lavoro è formato da Paolo Roseano e da Ana Maria Fernández Planas. Tra il 2009 e il 2011 sono stati raccolti i dati sulla prosodia delle varietà friulane parlate in quattro punti di rilevamento che rappresentano le varietà dialettali più importanti della lingua friulana (Agrons di Ovaro per il friulano carnico, Beivars, presso Udine, per quello centrale, Gradisca d'Isonzo per l'orientale o sonziaco, Tesis di Vivaro per quello occidentale):
I dati per queste quattro località possono essere consultati attraverso la pagina dedicata nel sito web del progetto. Per ogni punto di rilevamento si registrano quattro tipi di corpus: corpus sperimentale fisso, corpus situazionale, map task e narrazione libera. In ogni punto sono state registrate due persone: un uomo e una donna. Tutte le frasi sono state registrate più di una volta e per ognuna sono state scelte tre ripetizioni, analizzate con il programma Amper 2006:
Nel sito si presentano per ogni frase i grafici di frequenza fondamentale (F0, frequenza di vibrazione della glottide) della media delle tre frasi, della durata vocalica e dell’intensità:
Si può inoltre ascoltare la sintesi della frase. Un’ulteriore pagina permette di svolgere le comparazioni:
4. Prospettive
La situazione che emerge da questa breve disamina è indubbiamente ricca, ma ammette ancora ulteriori e ampi margini di sviluppo. Si tratta, in questo caso, non soltanto di valutare l'utilità degli strumenti attuali, ma anche di comprendere quali nuovi progetti possano essere ideati, e quali dei repertori esistenti possano ricevere beneficio da una loro trasformazione in risorsa digitale.
Per quanto riguarda il settore lessicografico, la tabella mostrata in precedenza evidenzia come manchi una copertura sui secoli XVI-XVIII, che costituiscono un arco di tempo significativo per il consolidamento della lingua (e anche di una sua "koinè" letteraria) e ricco di testimonianze di diverso genere. Tra l'altro per questo periodo sono state realizzate buone (e in alcuni casi ottime) edizioni critiche di testi soprattutto letterari, alle quali è possibile attingere e fare riferimento per ampliare in modo considerevole e rigoroso il corpus del dizionario storico.
Per quanto riguarda, invece, gli atlanti linguistici, è evidente come nessuno di questi progetti coinvolga in modo esaustivo la regione friulana attraverso la totalità dei materiali che sono stati raccolti e messi a disposizione nei decenni scorsi. Anche VerbaAlpina, che in futuro includerà anche dati raccolti per l'Atlante storico linguistico etnografico friulano, per il momento non copre tutta la regione.
Queste, infatti, sono le zone interessate dai punti di raccolta dell'ASLEF:
In questa immagine si può osservare, a titolo esemplificativo, la carte relativa alla nozione Via Lattea:
Anche questo semplice esempio permette di intuire che sarebbe auspicabile avere a disposizione una digitalizzazione completa dell'ASLEF secondo le metodiche più aggiornate, non soltanto per poter contemporaneamente costruire l'indice dell'opera (ancora mancante), ma anche per poter applicare immediatamente tutte quelle opportunità e tecnologie digitali (per es. la georeferenziazione) che ormai si rendono indispensabili per una ricerca esaustiva, rapida e aggiornata.
Bibliografia
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