L’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS)

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  1. Riferimento a tutto il contributo:
    Roberto Sottile (2019): L’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS), Versione 1 (23.01.2019, 17:09). In: Roland Bauer & Thomas Krefeld (a cura di) (2019): Lo spazio comunicativo dell’Italia e delle varietà italiane, Versione 90. In: Korpus im Text, url: https://www.kit.gwi.uni-muenchen.de/?p=34845&v=1
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  2. Riferimento ad una sequenza oppure ad un’attestazione di una citazione: https://www.kit.gwi.uni-muenchen.de/?p=34845&v=1#p:1
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Abstract

L’ALS (Atlante Linguistico della Sicilia) si realizza nell’ambito dell’attività di ricerca del Centro di studi filologici e linguistici siciliani e del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo. Il suo obiettivo è quello di documentare, tra il secondo e il terzo millennio, il repertorio linguistico dei siciliani, dallo stadio più arcaico del dialetto ai livelli più spinti di italianizzazione. Rappresentando un punto di incontro tra dialettologia tradizionale e sociolinguistica, L’ALS si articola in due sezioni: etnodialettale e sociovariazionale. La sua attività complessiva (prospettiva geo-etnolinguistica e prospettiva geo-sociolinguistica) si riflette nelle oltre 50 pubblicazioni delle collezioni “Materiali e ricerche dell’Atlante linguistico della Sicilia”, “Piccola Biblioteca dell’ALS” e “L’ALS per la scuola e il territorio”.
Il contributo è suddiviso in due parti: la prima presenta la storia del progetto, le inchieste effettuate, le ricerche prodotte, le prospettive, attraverso il continuo rimando alle pubblicazioni realizzate nel periodo 1995-2018; la seconda parte presenta una serie di approfondimenti sui singoli aspetti del progetto (impianto, teorizzazioni, strumenti, attività).

1. Parte I: uno sguardo d’insieme

1.1. Premessa1

Sin dalla prima formulazione del progetto, l’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS) è stato concepito e prospettato come atlante “modulare”: due sezioni di base (etnolinguistica e sociolinguistica) che si sarebbero articolate in moduli più o meno ampi. Quanto è stato prodotto nel periodo 1995-2018 (e quanto sarà ancora prodotto) è andato via via collocandosi in un grande archivio della cultura dialettale e degli usi linguistici in Sicilia. Questo archivio è alla base dei saggi, della sparsa cartografia, degli etnotesti, dei repertori lessicali consultabili negli oltre 50 volumi sinora prodotti. Si tratta tuttavia di una produzione che esprime in minima parte la grande quantità di dati raccolti sul campo, e ancora da raccogliere. Dunque, un atlante-archivio, un atlante “atipico”, un cantiere sempre aperto nel quale la restituzione dei dati si salda con la costante elaborazione di modelli e soluzioni utili a rappresentare il complesso e sfaccettato universo della cultura dialettale e della variazione sociolinguistica.

 

ATLANTE LINGUISTICO DELLA SICILIA – ALS

Gruppo di lavoro2  
Direttore del progetto:
Responsabile della Sezione etnodialettale:
Responsabile della Sezione sociovariazionale:
Coordinamento scientifico:
Giovanni Ruffino
Giovanni Ruffino
Mari D’Agostino
Luisa Amenta, Elvira Assenza (Messina) Marina Castiglione, Vito Matranga, Vincenzo Pinello, Giuseppe Paternostro, Roberto Sottile, Salvatore C. Trovato (Catania), Iride Valenti (Catania)
STRUTTURA
Sezione etnodialettale Sezione sociovariazionale
Atlanti modulari/settoriali

  • giochi fanciulleschi
  • cultura alimentare
  • vita marinara e peschereccia
  • pratiche venatorie
  • mestieri tradizionali
  • antroponimia popolare
  • soprannomi etnici
Atlanti variazionali

  • fonetica
  • lessico
  • morfosintassi
  • parlato
Carte

  • carte geo-etnolinguistiche per l’analisi macroareale e microareale
  • carte multimediali
  • carte sonore
Atlanti percettivi

  • auto- ed etero percezioni linguistiche dei parlanti (confini cognitivi e  confini linguistici)
Vocabolari-Atlante Carte

  • carte geo-sociolinguistiche e percettive per l’analisi macroareale e microareale
  • Google Maps
Lessici microareali Analisi del parlato (sociolinguistica e pragmatica)

  • tipologie testuali
  • tipologie interazionali
Lessici di singole parlate (siciliane e alloglotte) Profili di parlanti

  • biografie linguistiche
  • identità socio-psicolinguistiche
  • competenze linguistiche (dichiarate e esibite)
  • domini e usi linguistici
Monografie

  • Ricerche sul campo
  • Elaborazioni teoriche
  • Sperimentazioni
  • Programmi di lavoro
Monografie

  • Ricerche sul campo
  • Elaborazioni teoriche
  • Sperimentazioni
  • Programmi di lavoro
Archivio sonoro Archivio sonoro
Archivio fotografico e filmico  
 Struttura di lavoro dell'ALS

1.2. Introduzione

L’Atlante Linguistico della Sicilia – ALS (Web-ALS-Palermo), (Web-ALS-uni-muenchen.de) si realizza nell’ambito delle attività di ricerca del Centro di studi filologici e linguistici siciliani e del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Palermo. È riconosciuto come uno tra i più avanzati programmi di ricerca nel settore della geografia linguistica e della sociolinguistica areale. Il suo obiettivo è quello di documentare il repertorio linguistico dei siciliani, dallo stadio più arcaico del dialetto ai livelli più spinti di italianizzazione. Con l’ALS si intende portare alla luce il polimorfismo linguistico della Sicilia, per fare emergere, da un lato, i legami tra dialetto e cultura tradizionale, dall’altro, i rapporti tra le varietà del repertorio linguistico e la struttura socio-spaziale.

L’ALS rappresenta un punto di incontro tra dialettologia tradizionale e sociolinguistica e si articola in due sezioni: a) etnodialettale e b) sociovariazionale, con il fine di realizzare due strumenti, differenziati sulla base del metodo (rispettivamente geo-etnolinguistico e geo-sociolinguistico) e dell’oggetto di indagine (cultura dialettale e variazione sociolinguistica).

La sezione etnodialettale tende alla produzione di Atlanti modulari e settoriali (anche microareali) riguardanti gli aspetti più importanti della cultura dialettale: giochi fanciulleschi, usi e pratiche alimentari, mestieri tradizionali, vita marinara e peschereccia, pratiche venatorie, antroponimia e toponomastica popolare, zoonimia, fitonimia.

La sezione sociovariazionale mira all’analisi delle competenze metalinguistiche e linguistiche dei parlanti; ampio spazio è dedicato agli usi linguistici in rapporto ai differenti domini, alla dimensione percettiva (auto- ed eteropercezioni linguistiche dei parlanti e rappresentazione dei confini cognitivi e linguistici), alle concrete produzioni linguistiche, con il fine, in quest’ultimo caso, di cogliere i fenomeni di ristrutturazione del repertorio linguistico determinati dal contatto tra lingua italiana e varietà dialettali siciliane. Le dinamiche del contatto, le (recenti) spinte innovative (con conseguente abbandono delle strutture dialettali), le “resistenze dialettali”, vengono osservate, analizzate e descritte, in prospettiva geo-sociolinguistica, a tutti livelli di analisi: fonetico, morfosintattico, lessicale, testuale.

Con L’ALS si intende dunque presentare un quadro complessivo dell’odierna situazione linguistica della Sicilia, documentando la coesistenza dinamica di arcaicità e modernità. Strumento essenziale del progetto è una banca dati di alta complessità informatica, costituita da una serie di archivi interconnessi, gestiti da un modulo centralizzato in grado di permettere il recupero, la manipolazione, e la produzione di output relativamente a tutti i dati immessi.

I risultati delle indagini oggetto dell’attività di ricerca dell’ALS sono restituiti in tre diverse collane di volumi miscellanei e monografici che oggi contano oltre 50 pubblicazioni: “Materiali e ricerche”, inaugurata nel 1995 e giunta al 38° volume; “Piccola biblioteca dell’ALS”, avviata nel 2000, con 9 volumi pubblicati, l’ALS per la Scuola e il Territorio”, inaugurata nel 2010, comprendente a oggi 4 monografie (Collane-ALS).

1.3. La fase preparatoria: prime linee progettuali

Agli inizi degli anni Ottanta, in seno all’attività del Centro di studi filologici e linguistici siciliani (Centro-studi), venne avviato un grande programma di ricerca geolinguistica legato alla realizza­zione di un Atlante linguistico della Sicilia.

Le prime linee progettuali furono esposte nel 1985 in occasione della Tavola rotonda su Prospettive di lavoro per un atlante linguistico-etnografico della Sicilia (TR-Prospettive). Alla definizione del progetto contribuirono significativamente anche Alberto Varvaro con un articolo, pubblicato un anno dopo sul volume 15 del “Bollettino” del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, dal titolo Osservazioni sul progetto di un atlante linguistico della Sicilia, e Thomas Stehl con uno scritto del 1990, anch’esso pubblicato sul “Bollettino” (volume 16), intitolato Geolinguistica regionale e analisi variazionale: considerazioni metodologiche per l’atlante linguistico della Sicilia. Seguì un lungo lavoro di preparazione: corsi di perfezionamento per i ricercatori; messa a punto del programma di ricerca; centinaia di rilevamenti di prova. Il progetto pressoché definitivo venne presentato da Giovanni Ruffino in occasione del XIX Congresso internazionale di Linguistica e Filologia Romanza (Santiago de Compostela, ottobre 1989, cfr. Ruffino 1991b), mentre l’insieme delle idee progettuali originarie, con i successivi aggiornamenti, venne compendiato nel volume del 1995 Percorsi di geografia linguistica (MR-1-1995-Percorsi).

Presentazione del Progetto ALS, Palermo, 1997. Da sinistra: Giovanni Ruffino, Marcello Sorgi, Alberto Varvaro, Salvatore Nicosia, Tullio De Mauro, Domenico  Giannopolo

Ma l’impianto progettuale dell’Atlante Linguistico della Sicilia è stato oggetto di continua elaborazione anche grazie al confronto sistematico e al contributo attivo della Comunità scientifica nazionale e internazionale, impegnata nell’atlantistica di impianto geo- e sociovariazionale, di area non soltanto romanza.

Tra le esperienze geolinguistiche italiane alle quali l'ALS si è in qualche misura ispirato, specialmente nella sua iniziale fase di progettazione, va senz'altro menzionato il NADIR di A.A Sobrero «che ha avuto il merito di porre l'esigenza di un riorientamento della ricerca geolinguistica in Italia» (Ruffino 1995a, 9).3

Uno tra i più importanti momenti di dibattito teorico-metodologico e di efficace scambio sulle esperienze di ricerca venne promosso nel 2005 a Palermo nell’ambito del Seminario di studi Percorsi di geografia linguistica. Esperienze italiane e europee (conclusosi con una tavola rotonda su “Il mestiere di geolinguista oggi”), con la partecipazione di studiosi coinvolti in progetti regionali e sovraregionali di geografia linguistica (MR-18-2007-Esperienze).

In concomitanza con questa attività di fecondo scambio di esperienze di ricerca, i componenti del gruppo ALS sono stati invitati in molte occasioni a illustrare l’impianto teorico, la metodologia, i risultati e le tecniche di immissione e analisi dei dati, all’interno di tavole rotonde, incontri e convegni internazionali. 

La innovatività e la complessità del progetto ha determinato quattro finanziamenti PRIN, mentre la spiccata attenzione al territorio, ha comportato un cospicuo finanziamento da parte della Regione Sicilia, oltre a diversi contributi finanziari derivanti dalla stipula di specifiche convezioni con i Comuni siciliani e con l'Ente parco delle Madonie. 

1.4. Rilevamenti e dati sulla cultura tradizionale (giochi e alimentazione), inchieste sociovariazionali

1.4.1. I giochi fanciulleschi

La prima campagna ufficiale dei rilevamenti è stata avviata all’inizio del 1995 e ha riguardato i giochi fanciulleschi e la tradizione ludica infantile. A seguito della raccolta di circa 400 ore di registrazioni in oltre 70 punti siciliani, nel 1997 è stato pubblicato un primo significativo lavoro sui nomi della trottola (MR-6-1997-I nomi della trottola) contenente anche il primo esperimento di carta sonora su CD-ROM. I contenuti di tale supporto sono stati ora recuperati e riadattati per il web con la conservazione della struttura e dell’ergonomia del progetto informatico originale (Web-Carta interattiva sui nomi della trottola).

A questa importante pubblicazione sono seguiti gli Atti di due giornate di studio sulla tradizione ludica infantile (MR-7-1999-Atti tradizione ludica), una monografia sui nomi della lippa (PB-4-2004-Parole e azioni ludiche) e un volume sull’universo ludico tradizionale che costituisce un importante tassello di una ricerca che ha impegnato l’intero gruppo di lavoro per oltre dieci anni (MR-21-2008-Modelli).

Le inchieste sui giochi tradizionali si sono anche arricchite di un utile esperimento metodologico consistente nel procedere, in fase di prima raccolta dei dati, con un questionario molto ampio che desse conto e spazio agli universi indagati, per poi focalizzare – attraverso altre inchieste integrative e un questionario a posteriori – i fenomeni più connotanti e maggiormente soggetti alla variabilità geolinguistica (PB-2-2000-Integrazioni e aggiunte). Tale percorso è stato seguito anche per la successiva campagna sugli usi alimentari alla quale è stata inoltre affiancata una ricerca socio-alimentare sui nuovi gusti personali, individuali e comunitari (cf. DEFAULT  e DEFAULT).

1.4.2. Le inchieste sociovariazionali

Un significativa innovazione è qui consistita nella strutturazione del campione (cf. DEFAULT). È stato infatti escluso un campionamento probabilistico e per classi, a favore di un campionamento per quote, da porre alla base della scelta dei soggetti da intervistare (17 per punto o “microarea”)4. Tale opzione si è compiuta in concomitanza con la scelta di operare sulla base di reti familiari di parlanti, piuttosto che su singoli individui. La famiglia, quale unità base del campionamento, è stata così intesa come una sequenza di tre generazioni (nonni, genitori e figli) all’interno delle quali hanno avuto luogo i processi di trasmissione linguistica: «[l]’idea di fondo è stata quella di costruire i nostri dati in maniera tale che il comportamento individualizzato, l’atomo del punto linguistico, possa conservare un proprio ruolo e la strada che abbiamo scelto è stata quella di collocare questo atomo ancora più strettamente all’interno di una rete di relazioni spazio-temporalmente definite, rispetto alle quali potere misurare i fenomeni di innovazione e conservazione» (D'Agostino/Ruffino 2005, 88). Le cinque famiglie assunte a campione per ciascun punto o microarea (cfr. DEFAULT) sono state intese come luogo centrale all’interno del quale poter valutare e analizzare il cambiamento linguistico. In linea bidirezionale (a ritroso, partendo dai figli, in avanti, partendo dai nonni), si è tentato di ricostruire il percorso del patrimonio linguistico dei siciliani, il quale può essersi perso, trasfigurato, conservato, ovvero può essersi arricchito di elementi innovativi che, partendo dai giovani, possono aver “contagiato” gli altri componenti della famiglia. Sono stati, quindi, scelti informatori che non fossero monolingui e la cui distribuzione, all’interno del campione, tenesse conto sia del grado di istruzione dei relativi membri, sia della variabile “prima lingua” (italiano o dialetto). Tale variabile che è di ordine “individuale”, si configura, al tempo stesso, come variabile “familiare”, in quanto gli atteggiamenti e le politiche linguistiche dei membri adulti possono aver determinato, a seconda dei casi, una volontaria interruzione o trasmissione del patrimonio linguistico della comunità di appartenenza. Infine, la presenza nel campione di base di due adolescenti, che si differenziano per il diverso livello di istruzione propria e dei genitori e per la variabile “prima lingua” (il dialetto per il primo adolescente e l’italiano per il secondo), ha inoltre consentito di valutare il loro punto di osservazione sulla Sicilia linguistica, un punto di vista che non sempre si rivela assimilabile a quello dei “figli” delle famiglie campionate (generalmente di venti – venticinque anni di età).

La fase conclusiva della campagna dei rilevamenti sociovariazionali si è sostanziata nella pubblicazione, nel biennio 2005-2006, di due volumi, l’uno con lo scopo di illustrare l’impianto progettuale delle inchieste (MR-16-2005-I rilevamenti sociovariazionali), l’altro per mostrare i metodi di raccolta, organizzazione e revisione,  informatizzazione, fruizione e rappresentazione dei dati (MR-17-2006-Costruendo i dati).

1.4.3. Archiviazione dei dati, inchieste e studi sulla cultura alimentare

Contemporaneamente alla raccolta dei dati sociovariazionali, è stata condotta la campagna ufficiale sulla cultura alimentare tradizionale, basata su un questionario di oltre 900 quesiti (PB-1-2000-ALS-Per una ricerca sulla cultura alimentare). I dati etnodialettali raccolti con le due campagne sono stati via via sottoposti, assieme ai materiali risultanti dalle precedenti inchieste (quelle di prova e quelle sulla tradizione ludica infantile), a diverse procedure di archiviazione e informatizzazione È stato quindi costituito un archivio sonoro, che si compone ormai di migliaia di registrazioni, su supporti di vario tipo, realizzate nell’arco di un trentennio in gran parte dei centri della Sicilia e delle isole minori (v. DEFAULT). È stato inoltre predisposto un sistema di trascrizione fono-ortografica e conversazionale per la notazione e l’immissione nella banca dati dei materiali raccolti sul campo (v. DEFAULTDEFAULT), mentre è stata avviata la costituzione di un archivio fotografico e filmico riguardante la tradizione alimentare e la cultura materiale. È stata infine progettata una banca dati informatizzata mediante il coinvolgimento di linguisti, ingegneri informatici e statistici e con il significativo apporto esterno di informatici umanisti impegnati in rilevanti progetti internazionali di filologia digitale  (v. DEFAULT).

A seguito della raccolta, archiviazione e trascrizione dei dati alimentari, sono stati realizzati diversi prodotti editoriali che indagano, in direzione prevalentemente lessicografica e geolinguistica, singoli aspetti della tradizione gastronomica siciliana.

Dopo l’uscita, nel 1995, del «saggio di geografia linguistica e etnografica» sui pani di Pasqua in Sicilia (MR-2-1995-I pani di Pasqua), la pubblicazione degli ulteriori lavori sulla cultura alimentare siciliana è seguita alla teorizzazione, in seno all’ALS, del Vocabolario-atlante (v. DEFAULT) nell’intento di approntare uno strumento di rappresentazione e descrizione etno-geolinguistica in grado di fondere la prospettiva dei vocabolari dialettali e quella degli atlanti linguistici a seguito del progressivo e reciproco avvicinamento di questi due strumenti, «favorito dalla indiscutibile crescita della caratterizzazione diatopica dei lessici dialettali» (Ruffino et al. 2009, 9). Nell’ambito dei primi saggi di voci del Vocabolario-atlante della cultura dialettale, è stato quindi pubblicato un articolo sulle farinate (con delimitazione del campo semantico; presentazione dei tipi lessicali sotto forma di voci organizzate secondo la struttura di un vocabolario diatopico; carta geolinguistica con rappresentazione dei tipi e delle varianti sia lessicali che referenziali, in relazione, per quest’ultimo caso, allo schema di tipizzazione strutturale connesso alla delimitazione dell’ambito semantico) e uno sui dolci a base di mosto e vino cotto (MR-23-2009-Vocabolario-atlante della cultura dialettale). Sempre con riferimento a specifici ambiti della cultura alimentare, è stata in seguito pubblicata una monografia sulle focacce siciliane, che si sostanzia in una approfondita riflessione su «concetti alimentari complessi e sistemi nominali in geografia linguistica» (MR-30-2011-Concetti alimentari complessi), e uno studio sui dolci rituali (MR-33-2012-Dolci rituali).

Carta tratta da Matranga 2011b

Ma, oltre che in prospettiva panregionale, diversi aspetti della cultura alimentare siciliana, indagati con il complesso questionario ALS, sono stati restituiti nella forma di lessici microareali o di monografie su singoli punti di indagine. Alle pratiche gastronomiche della microarea madonita è dedicato il primo volume del Lessico della cultura dialettale delle Madonie (ST-1-2010-Lessico della cultura alimentare delle Madonie), mentre il Vocabolario-atlante della cultura alimentare nella “Sicilia lombarda” (MR-27-2011-Cultura alimentare nella Sicilia lombarda) descrive le consuetudini e le specificità alimentari dei punti galloitalici siciliani (San Fratello, San Basilio di Novara, Nicosia, Piazza Armerina, Montalbano Elicona, Randazzo).

Carta tratta da Sottile/Genchi 2010

Sulla cultura alimentare di un centro dell’agrigentino (Cammarata) e di un importante centro dell’ennese (Troina) sono rispettivamente incentrati il volume Cibo e parole in una comunità di montagna (MR-20-2008-Cibo e parole Cammarata) e la monografia – ricchissima di etnotesti – Le parole del cibo (MR-36-2016-Parole e cibo Troina). Ancora alle pratiche gastronomiche, in prospettiva diacronica e sincronica, è dedicata la ricerca sui Gallicismi nella cultura alimentare della Sicilia (MR-25-2011-Gallicismi nella cultura alimentare), mentre Il cibo per via, di taglio etnoantropologico e etnomusicologico, offre uno spaccato sulla cucina di strada e sui paesaggi alimentari siciliani (MR-29-2011-Il cibo per via). A queste importanti pubblicazioni monografiche, si affiancano due volumi miscellanei con un primo che raccoglie gli Atti di un Convegno sull’alimentazione siciliana, tenutosi a Palermo nel maggio del 2006 (MR-19-2007-Parole da gustare) e un secondo (MR-26-2011-Tradizione identita tipicita) che rappresenta un importante «segmento delle conoscenze geolinguistiche attinenti alla cultura alimentare ricostruite a partire dalle inchieste e dagli studi condotti all’interno del gruppo di lavoro dell’Atlante Linguistico della Sicilia […] frutto di molteplici e concordate selezioni all’interno di un materiale che negli anni non ha cessato di arricchirsi anche a fronte di inchieste supplementari condotte con questionari mirati» (Castiglione 2011, 11).

1.4.4. Cultura materiale: inchieste e dati sui mestieri tradizionali

Nell’ambito della sezione etnodialettale, sono stati anche prodotti diversi studi sulla cultura materiale. Si tratta di lavori di impianto prevalentemente microareale che indagano su aspetti importanti delle pratiche lavorative tradizionali, sulla base di ricerche sul campo condotte con l’uso di appositi questionari. Questi ultimi, strutturati secondo il metodo della conversazione guidata, assicurano (come nel caso dei rilevamenti sulla tradizione ludica infantile e sulla tradizione alimentare) la raccolta di lunghi e complessi etnotesti che si costituiscono come importanti momenti di “narrazione orale” dell’universo dialettale (Paternostro/Sottile 2010) e di quelle pratiche lavorative che hanno inciso significativamente sulla cultura e sul paesaggio delle diverse microaree di volta in volta indagate.

Al lavoro delle zolfare nissene è dedicato il volume Parole del sottosuolo (MR-8-1999-Parole del sottosuolo), alla pastorizia dell’area madonita il Lessico dei pastori delle Madonie (MR-11-2002-Lessico dei pastori delle Madonie).5

Su due mestieri siciliani ormai scomparsi si concentrano i volumi Parole e strumenti dei gessai in Sicilia (MR-32-2012-Parole e strumenti dei gessai) e, ancora per l’area delle Madonie, Bosco, carbone e carbonai a Castelbuono (ST-4-2016-Bosco carbone carbonai).

In questo specifico modulo, può anche farsi rientrare la monografia Mestieri e lavoro nei soprannomi siciliani (MR-24-2009-Mestieri e lavoro nei soprannomi), volume che funge da cerniera tra l’ambito di ricerca ALS sulla cultura materiale e quello sull’onomastica popolare, altro rilevante settore di indagine dell’Atlante (v. DEFAULT).

1.4.5. Cultura marinara e peschereccia

La realizzazione del modulo marinaro dell’ALS si staglia sullo sfondo del clima di rinnovato impegno per la documentazione delle lingue e delle culture marinare del Mediterraneo (cfr. Ruffino 2014).

Le inchieste sulla cultura marinara e peschereccia siciliana hanno preso avvio a seguito della pubblicazione del questionario (PB-6-2010-Per un vocabolario-atlante della cultura marinara), basato sul costante confronto con l’esperienza dell’Atlante Linguistico Mediterraneo concepito oltre mezzo secolo fa (v. DEFAULT).

Condotte le inchieste in tutti e ventuno i punti della rete – nella quale si è scelto di fare rientrare anche Malta, sul cui rilevamento è stato poi pubblicato un volumetto, L’inchiesta marinara a Malta (PB-9-2014-Inchiesta marinara a Malta) –, è appena uscito il volume dal titolo Atlante Linguistico della Sicilia. Il lessico del mare (MR-37-2018-Lessico del mare). Il lavoro, che si compie dopo anni di inchieste sul campo e dopo un’accurata organizzazione del materiale raccolto, dedica un ampio spazio ai verbali delle 21 inchieste effettuate, oltre a una sorta di “diario di bordo” che fornisce informazioni sui punti della rete, sugli informatoti che hanno collaborato e sulle particolarità della situazione inchiesta. La parte più corposa è costituita dai quadri onomasiologici nei quali per ogni punto di inchiesta viene riportata la risposta a ciascuno dei quesiti del questionario (sia in trascrizione ortografica semplificata, sia in trascrizione fonetica). Quasi tutti i quadri onomasiologici sono arricchiti da diversi stralci di etnotesti che costituiscono un prezioso dettaglio a completamento del lavoro documentario, mentre la cartografazione dei concetti onomasiologicamente più interessanti è puntualmente accompagnata da un ricco corredo iconografico. Gli indici finali delle parole citate, dei nomi scientifici dei pesci e degli etnotesti permettono, infine, una agevole e ampia fruizione anche da parte di lettori non specialisti.

Di seguito si riporta un esempio di quadro onomasiologico riferito al Tramaglio (Quesito 321 del questionario ALS).

"Il tramaglio": esempio di quadro onomasiologico (1). Tratto da D'Avenia 2018

"Il tramaglio": esempio di quadro onomasiologico (2). Tratto da D'Avenia 2018

In seno al modulo sulla cultura marinara, sono anche stati pubblicati tre ulteriori saggi, uno di interesse onomastico riguardante i Nomi di barche nelle marinerie siciliane (PB-8-2014-Nomi di barche), gli altri due di interesse ergologico su Pescatori e barche di Sicilia (MR-35-2014-Pescatori e barche), con un ricchissimo corredo iconografico (disegni, immagini) riguardante le tipologie e le tecniche costruttive di barche da pesca e da carico.

1.4.6. Onomastica popolare

Nell’ambito del modulo onomastico, dopo la pubblicazione di Mestieri e lavoro nei soprannomi siciliani (v. DEFAULT) – che precede l’imminente pubblicazione di un più ampio repertorio (La Sicilia nei soprannomi) – è in cantiere un progetto sui soprannomi etnici siciliani (v. DEFAULT) che trova il proprio fondamento nei numerosi microblasoni e soprannomi etnici (oltre 600) raccolti nell’800 da Giuseppe Pitrè.

Il lavoro, basato su una capillare indagine sul campo volta a coprire 390 comuni siciliani, consiste nella raccolta, mediante interviste a informatori anagraficamente differenziati (anziani, di mezza età e giovani), di blasoni relativi a centri vicini e lontani. Ciò con lo scopo di analizzarne il grado di vitalità e la motivazione e restituirne le forme in una serie di schede descrittive costruite su specifici criteri tipologici e motivazionali per pervenire, infine, alla loro organizzazione e rappresentazione all’interno di un modello lessicografico di impianto geolinguistico. Anche per questa ricerca si assegna un valore fondamentale alla raccolta di etnotesti, mentre i punti di inchiesta seguono anch’essi i criteri di identificazione e numerazione ALS in quanto i materiali raccolti (che prevedono anche fonti web, scritte esposte e testi letterari) confluiscono nella più ampia banca dati dell’Atlante Linguistico della Sicilia.

1.4.7. Lessici e profili linguistici di singole parlate, saggi di impianto areale

Nel corso degli ultimi venti anni, il cantiere dell’ALS ha anche prodotto due vocabolari dialettali di singole parlate: il Lessico del dialetto di Castelbuono, un importante centro delle Madonie, area di grande interesse linguistico-culturale (MR-9-2000-Lessico del dialetto di Castelbuono), e il Vocabolario del dialetto galloitalico di Aidone (MR-13-2003-Vocabolario del dialetto di Aidone). Ma, oltre che nella realizzazione di repertori dialettali, l’attenzione per la documentazione di singoli centri siciliani si è anche sostanziata nella messa a punto di descrizioni riguardanti diversi livelli dell’analisi linguistica, come è il caso del saggio di fonetica, fonologia e ortografia del dialetto di San Fratello, altro importante centro galloitalico di area nord-orientale (MR-34-2013-Fonetica fonologia e ortografia-San Fratello). D’altra parte, oltre che a singoli centri (v. DEFAULT), grande attenzione è stata dedicata anche a diverse microaree (v. DEFAULT), con ampi saggi ora di impianto etnolinguistico, ora di taglio sociolinguistico. Per il primo caso si segnala il volume sugli ornitonimi dell’area etnea (MR-14-2003-Ornitonimia etnea); per il secondo, spiccano i due saggi  dedicati rispettivamente alla proposizione relativa non standard (MR-12-2002-La relativa non standard) e al code switching dei giovani siciliani (MR-31-2012-I giovani e il code switching). Le analisi condotte in questi ultimi due lavori - nel cui focus, ovviamente, rientrano, oltre al dialetto,  anche diverse varietà dell’italiano di Sicilia - si fondano entrambe su basi di dati ALS raccolti prevalentemente in area catanese.

Agli aspetti morfosintattici e morfologici dell’insieme delle varietà dialettali siciliane sono infine dedicati rispettivamente il Profilo di sintassi siciliana (MR-3-1995-Profilo di sintassi) e La formazione delle parole nel siciliano (MR-28-2011-La formazione delle parole).  

1.5. Dati dalle inchieste sociovariazionali

All’interno della sezione sociovariazionale prosegue costantemente il lavoro di arricchimento degli archivi sonori, di potenziamento della banca dati, di sperimentazioni cartografiche (nel tentativo di offrire all’Atlante strumenti sempre più adeguati per rappresentare la diffusione di fenomeni linguistici e socio-culturali in relazione all’uso di diverse classi di parlanti e alla diversa conformazione sociale e culturale delle aree indagate), di studio di soluzioni per la immissione nel mercato scientifico di prodotti parziali, fruibili anche mediante il costruendo sito web dell’Atlante.

In concomitanza con il lavoro di etichettatura dei testi sociovariazionali (in relazione ai diversi livelli dell’analisi linguistica), sono state condotte numerose ricerche che hanno permesso di approfondire alcuni specifici ambiti come quelli descritti di seguito.

1.5.1. Percezione dei confini linguistici

Sulla base di una prospettiva teorica dinamica e pluridimensionale, che ha comportato la messa in gioco di letture e strumenti euristici capaci di sovrapporre le molteplici dimensioni dello spazio, nel volume Raccontare e rappresentare le lingue e lo spazio (Lingue e spazio) vengono analizzati i dati relativi alle auto- ed eteropercezioni e rappresentazioni linguistiche del campione ALS (ricavabili dalla seconda parte del questionario sociovariazionale), all’interno degli studi di dialettologia percettiva,  da molti anni al centro degli interessi del gruppo ALS (D'Agostino 2002).

Sullo sfondo delle teorie sulla salienza linguistica e dell’ampia letteratura su psicologia sociale, antropologia culturale ed etnografia degli atteggiamenti, si è proceduto all’analisi dei dati sulla percezione e/o rappresentazione della differenza rispetto all’altro (e a sé) mediante la riconsiderazione della potenza delle variabili tradizionali (le più significative delle quali sono poste alla base del campione ALS), con la conseguente definizione di importanti variabili “non-tradizionali”. Queste ultime sono state poste al centro di un’interpretazione del dato che aspira a tenere insieme a) elementi di lingua, b) dimensioni affettivo-pragmatiche della variazione linguistica, c) opinioni, percezioni e rappresentazioni dei parlanti.

Le procedure di analisi e descrizione hanno aderito a una impostazione metodologica quanti-qualitativa, motivata dalla considerazione simultanea delle dimensioni micro e macro tanto del fatto linguistico, quanto dei fattori extralinguistici funzionalmente correlati.

L’apparato così definito va ricondotto a un corpo ragionato di strumenti per l’interpretazione e di obiettivi di analisi dei dati. Per quanto riguarda i primi, i più importanti sono: spazio vissuto (e connesse declinazioni tipologiche di tipo cognitivo-territoriale); teoria della co-costruzione interazionale del dato (o teoria degli “incontri” di lingua); modello pluridimensionale di salienza socio-linguistica; fattori ideologici e identitari. Ciascuno di questi strumenti euristici delinea il profilo delle corrispondenti variabili non tradizionali o complesse, quali mobilità e biografia linguistica, sociale, culturale, lavorativa; condizioni di elicitazione e dinamiche interazionali informatore/raccoglitore; processi di stereotipizzazione micro-territoriali o di area.

Quanto agli obiettivi di ricerca, sono da segnalare: l’interpretazione delle salienze (sia a livello micro che macro); la relazione tra confini soggettivi (del parlante) e oggettivi (del linguista); la classificazione dei processi di stereotipizzazione basati su dicotomie interazionali e oppositive afferenti al livello di lingua, spazio/territorio, pragmatica; la mappatura dell’opinione dei parlanti sulla dislocazione diatopica dei fatti di lingua in Sicilia.

L’apparato cartografico che completa lo studio si focalizza sui seguenti elementi: sovrapposizione dei confini soggettivi e oggettivi in presenza di tratti di lingua fortemente stereotipizzati o stigmatizzati; rappresentazione concettuale (spazio cognitivo) delle dicotomie interazionali; dislocazione diatopica dello spazio vissuto per grado di intensità d’area; carta delle linee di spessore della rappresentazione metalinguistica.

Carta tratta da Pinello 2017

1.5.2. Identità dei parlanti

Nell’ambito dello studio della complessità del repertorio siciliano e delle sue dinamiche macro e micro-areali, nel volume Storie di parlanti, storie di vita (ST-3-2013-Storie di parlanti) viene sondato lo spazio micro-sociolinguistico alla ricerca di elementi percettivi e (meta)linguistici utili alla focalizzazione del profilo di singoli parlanti. Si è ritenuto, infatti, che una comprensione circoscritta delle dinamiche linguistiche in atto (da assumere non certo con valore di rappresentatività generale o statistica, ma con valore di trasferibilità) potesse concorrere a ricondurre un dato apparentemente isolato e idiosincratico a tipologie in grado di superare, in termini di capacità descrittiva, le variabili sociolinguistiche tradizionali. È stato pertanto sperimentato un nuovo modello di analisi, applicato ai 15 informatori dell’inchiesta sociovariazionale condotta a Catania.

Inserita all’interno di una prospettiva speaker-based, la ricerca ha integrato gli approcci quantitativo e qualitativo nella convinzione che questi, interagendo opportunamente, possano potenziare la capacità descrittiva dell’analisi nel suo insieme. Le domande delle tre sezioni del questionario (socio biografica, metalinguistica e linguistica) sono state accorpate in nuclei concettuali e trattate in termini quantitativi sulla base di parametri oggettivi e univoci. D’altro canto, all'interno dell'inchiesta sociovariazionale, il recupero dell’interazione e l’analisi dei cambi di turno ha restituito tutto il processo, spesso faticoso, della negoziazione, consentendo, da un lato, di eliminare o attutire la categoricità delle risposte imposta da un approccio esclusivamente quantitativo e di smussare quella apparente “contraddittorietà” che emerge da una lettura parcellizzata delle risposte, e rendendo esplicite, dall’altro, tutte quelle verbalizzazioni attraverso cui i partecipanti all’evento intervista manifestano le rispettive identità.

Il gioco degli sguardi incrociati, consentito dalle domande e dalla speciale composizione del campione, ha, in alcuni casi, permesso il recupero di informazioni utili a evidenziare i movimenti di convergenza o divergenza agiti dai vari membri del nucleo familiare, rivelandosi, così, particolarmente significativi per una migliore definizione dei processi di trasmissione linguistico-culturale. La possibilità di indagare il comportamento socio-metalinguistico del parlante alla luce del suo contesto familiare ha, infatti, rilevato dinamismi di trasmissione linguistica articolati, evidenziandone direzionalità, punti di rottura e di continuità: una direzionalità discendente, dai più anziani ai più giovani, che ha confermato il ruolo delle madri nella trasmissione linguistica in direzione della lingua nazionale, accompagnata da quell’insieme di atteggiamenti ideologici, giudizi e pregiudizi che, in maniera più o meno esplicita, ne costituiscono il portato ideologico, con importanti ricadute e influenze sulle dinamiche linguistiche intra ed extra-familiari;  e, ancora, l’incidenza che le generazioni più anziane, in particolare i nonni, hanno nel determinare la conoscenza, altrimenti inaspettata, di termini arcaici nei nipoti di alto livello d’istruzione. D’altro canto, è stata rilevata una direzionalità ascendente (dai più giovani ai più anziani) che concorre a spiegare la sensibilità all’innovazione (meta)linguistica da parte di parlanti anziani dal basso livello d’istruzione che vivono una situazione di assenza di mobilità negli spostamenti e nei contatti sociali, grazie alla forte spinta italianizzante ad opera delle generazioni più giovani (figli e nipoti) che fungono, così, da volano in direzione del cambiamento.

Alla ricerca di profili di parlanti, lo studio ha restituito biografie linguistiche che, aprendo una finestra sui vissuti dei parlanti, si proiettano nel più ampio mondo della realtà sociolinguistica siciliana, evidenziando un quadro composito che postula una rimodulazione delle categorie sociolinguistiche di appartenenza secondo definizioni e confini più duttili e plastici.

A seconda della prospettiva attraverso la quale di volta in volta si guarda ai parlanti, e a seconda del “focus” oggetto dell’analisi (sociobiografico, metalinguistico, linguistico, ideologico), è possibile riscontrare associazioni e punti di forte convergenza tra parlanti sociolinguisticamente lontani e, al contrario, distanziamenti tra parlanti sociolinguisticamente vicini.

Questa realtà così poco catalogabile induce, pertanto, ad andare oltre le categorie di classificazione della sociolinguistica tradizionale, alla ricerca di più adeguati modelli di rappresentazione, e invita nel contempo a guardare con molta attenzione alla costruzione dell’intervista e ai processi cognitivi e comunicativi in essa implicati, nonché alla conduzione / gestione dei soggetti (raccoglitore / informatore / mandante) che, dalle diverse prospettive, concorrono alla sua attuazione.

1.5.3. Classificazione e analisi dei parlati indotti

Questo ambito riguarda l’analisi dei testi di parlato spontaneo e semispontaneo contenuti nel corpus raccolto col questionario sociovariazionale (cfr. DEFAULT). In particolare, per i testi di parlato semispontaneo (i parlati indotti a codice bloccato) si è proceduto a una classificazione sul piano interazionale (parlati monologici, a blocchi testuali autonomi, parlati interattivi e frammentati), sul piano testuale (tipo discorsivo, narrativo, informativo, argomentativo, misto) e sul piano della progressione tematica (isotopica o non isotopica).

Tale classificazione di tipologie interazionali e discorsive ha rappresentato la base per osservare i termini dell’esistenza di una qualche forma di relazione fra tipi interazionali e forme discorsive (tipi e generi testuali). Queste relazioni si sono rivelate assai utili per una lettura dei parlati ALS secondo una prospettiva che indaga le pratiche discorsive come processi di costruzione, gestione ed espressione delle molteplici identità (sociali, culturali, linguistiche) che i parlanti, di volta in volta, tendono a mostrare a seconda delle circostanze comunicative e degli interlocutori. Tale questione è stata affrontata con particolare riferimento ai parlati narrativi, che rappresentano la parte più consistente dei parlati indotti (sia in italiano che in dialetto) del corpus ALS (raccolti prevalentemente attraverso l’ultima domanda del questionario con la quale è stato chiesto agli intervistati di produrre 5 minuti di parlato in lingua e in dialetto, cfr. DEFAULT). Il tema del rapporto fra processi interazionali di costruzione del parlato e processi discorsivi di produzione ed espressione delle identità è stato affrontato nel volume Discorso, interazione e identità. Studiare il parlato attraverso i parlanti (Discorso interazione identita), pubblicato nella serie Spazi comunicativi / Kommunikative Räume, nel quale si trovano anche i dati quantitativi relativi ai parlati indotti della sezione sociovariazionale.

L’analisi delle storie prodotte dagli informatori ha consentito di svolgere una riflessione da due punti di vista: a) la correlazione fra tipi di narrazione (aneddoti, ricordi di vari momenti ed esperienze di vita, racconti del tempo della vita quotidiana) e tipi di parlanti, sulla base delle variabili indipendenti impiegate per la strutturazione del campione ALS; b) il modo in cui l’attività stessa del raccontare è utilizzata dai parlanti per costruire e mostrare la loro rappresentazione della realtà linguistica isolana, così come emerge dai molteplici spunti offerti nei diversi momenti dell’intervista (Paternostro 2009, Paternostro 2010, Paternostro/Sottile 2010). In quest’ultima prospettiva, la narrazione si incrocia con l’argomentazione che assume anch’essa, il più delle volte, una vera e propria veste narrativa, cioè, appunto, di rappresentazione identitaria.

1.6. Prospettive

Attualmente, il programma di ricerca dell’ALS procede su due linee guida:

  1. Sezione etnodialettale: completamento di alcuni settori in fase di avanzata realizzazione: Vocabolario-atlante della cultura dialettale – con diversi moduli per altrettanti settori come l’ambito venatorio, quello geo-antroponomastico popolare, quello alimentare, quello marinaro e peschereccio.
  2. Sezione sociovariazionale: prosecuzione dell’analisi dei dati traibili dalle diverse sezioni e parti (linguistiche e metalinguistiche) del questionario.

1.6.1. Sezione etnodialettale

1.6.1.1. Vocabolario-atlante delle pratiche venatorie

L’archivio sonoro delle parlate siciliane (cfr. DEFAULT) comprende un vastissimo corpus di inchieste sulla caccia effettuate prevalentemente da Giovanni Ruffino, già a partire dagli anni Settanta, e da un gruppo di raccoglitori opportunamente addestrati durante il Corso di formazione organizzato dall’Università di Palermo nell’anno accademico 2001-2002. I rilevamenti sono stati condotti mediante un questionario di 417 quesiti così organizzati (cfr. Ruffino 2009a, 135-136):

• La selvaggina  
Concetti generali  
Avifauna  
Altri selvatici • Il cacciatore
• Il cane
• Il furetto
• Gli arnesi
Il fucile  
Cartucce e piombini  
Trappole, tagliole, richiami • Il terreno
• La battuta di caccia

Nella prospettiva di realizzare un Vocabolario-atlante delle pratiche venatorie (che, quanto alle diverse voci, obbedirà al modello descritto in DEFAULT), al momento attuale, sono stati pubblicati alcuni articoli di saggio:

L’attenzione in prospettiva geolinguistica a un ambito come quello venatorio permette di accostarsi a un settore della cultura dialettale decisamente interessante e producente, giacché esso consente di raccogliere ingenti quantità di dati anche su altri settori etnodialettali particolarmente importanti come la geomorfologia, la fauna, la flora (cfr. anche DEFAULT).

1.6.1.2. Antroponimi popolari

La capillare raccolta di soprannomi in oltre trecento località della Sicilia, avviata oltre un trentennio fa da G. Ruffino, ha prodotto un repertorio di circa 20.000 antroponimi popolari, ormai prossimo alla pubblicazione sulla Collana “Materiali e ricerche dell’ALS”, col titolo La Sicilia nei soprannomi. Ma non si tratterà – come il titolo suggerisce – di un semplice repertorio alfabetico. Si tenterà, piuttosto, di sviluppare una trattazione ampia e articolata sulla fenomenologia della soprannominazione, con implicazioni, oltre che linguistiche, anche storiche (rapporto soprannomi-cognomi), socioantropologiche, motivazionali, formali, geolinguistiche, letterarie, tassonomiche.

1.6.1.3. Soprannomi etnici in Sicilia

Riguardo all’onomastica popolare, dopo la pubblicazione del volume sui soprannomi di mestiere (cfr. DEFAULT), è attualmente in cantiere la realizzazione di un repertorio dei soprannomi etnici siciliani (blasoni popolari). Poiché, secondo la prospettiva ALS, i blasoni saranno restituiti nella forma di un Vocabolario-atlante, essi, dal punto di vista lessicografico, pongono non poche difficoltà e problemi di organizzazione. Se infatti risulta agevole la lemmatizzazione di molte forme (aggettivi, locuzioni, univerbazioni), molto più complessa – e ancora in parte non risolta – si presenta l’organizzazione e la presentazione dei non pochi blasoni che ricorrono all’interno di sequenze liriche o di espressioni fraseologiche. Quanto alle rappresentazioni cartografiche, esse saranno strutturate in modo tale da tracciare linee di congiunzione dei diversi centri che saranno a densità variabile in ragione del grado di consolidamento degli scambi blasonanti; le carte mostreranno inoltre le categorie socio-antropologiche territorialmente più produttive (‘stupidi’, ‘supponenti’, ‘avari’, ecc.) nonché la diffusione delle formule stereotipiche e delle rispettive varianti. Alle rappresentazioni cartografiche, che tenderanno anche a restituire quadri etnografici connessi a mestieri, malattie, usi alimentari, si affiancherà un apparato di schede volte a rappresentare la mappa dei collegamenti blasonatori. È inoltre in fase di implementazione una banca dati che, oltre a contenere materiale non linguistico (scritte esposte, foto di monumenti ecc.), permetterà di classificare le forme e predisporle a diversi criteri di interrogazione: area, tipologia linguistica, tipologia motivazionale, fonte.

Allo stato attuale della ricerca, che ha già coperto ben oltre i 2/3 dei 390 punti di indagine, si sta procedendo a organizzare uno strumento di presentazione dei dati che prevede una pubblicazione in più volumi, con alla base le province amministrative (un ultimo volume conterrà, poi, i rimandi a tutti gli altri, un indice finale, un ricco fascicolo di carte geolinguistiche).

Mentre si continua il lavoro di schedatura delle forme raccolte da Pitrè e da altre fonti scritte (ivi compreso il web)  e proseguono le inchieste sul campo per coprire l’intera rete di  rilevamento, è in fase di sperimentazione un modello geo-lessicografico che obbedisce alla seguente strutturazione:

  • Centro blasonato (rappresentato secondo la numerazione ALS). Cornice in cui si descrivono brevemente le caratteristiche geografiche, demografiche e onomastiche del punto, a partire dalle informazioni reperibili nel Cappello-Tagliavini e nel Dizionario onomastico di Caracausi.
  • Soprannome etnico (in corsivo e con la prima lettera del soprannome in maiuscolo), seguito dall’elenco dei soprannomi etnici riportati dagli studiosi, dai più antichi e documentati ai più vicini temporalmente: nel caso in cui lo studioso abbia riportato esplicitamente la provenienza del soprannome, questa è posta tra parentesi quadre, es. (Pitrè 1890 [Grotte]); dopo le eventuali fonti bibliografiche vengono riportati, con riferimento alla numerazione ALS del punto blasonante, i centri in cui il soprannome è stato raccolto in modo diretto, per es. (Pitrè 1890 [Grotte]); Raccuglia 1913 [Casteltermini]); Sciascia 1984; 301 Agrigento). Una sigla in apice indica la vitalità del soprannome etnico relativamente al numero dei centri in cui esso è stato registrato. 
    Seguono i simboli relativi alla morfologia del soprannome (filastrocca, aggettivo, sintagma, formula tipica, locuzione, univerbazione), alla motivazione semantica (alimentare, tratto caratteriale, etnico, caratteristica fisica, geografia, mestiere, motivo religioso, usi tipici) e alla motivazione etnoantropologica registrata sul campo (aneddoto, carattere, mestiere, rivalità, shibboleth, motivazione storica), per es.  AGG, ALI, TIP.
  • Nota linguistica introdotta dal simbolo ◊
  • Nota sociolinguistica introdotta dal simbolo ♦
  • Etnotesto, introdotto dal simbolo Ⓣ, in corsivo e corpo minore rispetto al resto del testo e con traduzione tra parentesi quadre.
  • Varianti fonetiche del soprannome etnico
  • (per es. Giurgintani, Girgintani) e fraseologiche (per es. Gialli, Faccia gialla).
  • Rimandi a blasoni analoghi (ad esempio quelli che hanno per riferimento ‘le corna’, ‘le donne’, ‘le porte’, ecc.) o riferimenti a condizioni di reciprocità nello scambio blasonante, introdotti dal simbolo →
  • Carte
  • Eventuali schede di approfondimento.

Questo modello, già sperimentato per le province di Enna e Caltanissetta, è attualmente sottoposto a verifica con le più articolate e complesse province di Palermo e Agrigento, nelle quali emergono soprannomi etnici legati anche alla variabilità dialettale infra-areale, dovuta all’attraversamento di isoglosse caratterizzanti come quella metafonetica.

Il progetto avrà per titolo complessivo I soprannomi etnici in Sicilia. Repertorio di geoantroponomastica e si prevede di iniziarne la pubblicazione a partire dal 2020 in concomitanza con il completamento della raccolta dei dati (cfr. anche Castiglione in stampa).

1.6.2. Sezione sociovariazionale

Dopo avere completato l’analisi globale delle parti 1 (dati socio-biografici) e 2 (dati metalinguistici e percettivi) del questionario, ora consultabili in una banca dati con un apparato di query capaci di restituire una visione puntuale degli usi autodichiarati e degli atteggiamenti ideologici, si aprono altri filoni di ricerca, fondati sulla esplorazione del corpus sociolinguistico, che investono livelli di analisi metalinguistici e linguistici.

Quanto alla prima e alla seconda parte del questionario, è in preparazione un volume che intende restituire un quadro degli usi dichiarati e dell’ideologia linguistica che emerge dai dati raccolti, nell’intento di valutare i cambiamenti negli usi e negli atteggiamenti intercorsi nel tempo, alla luce di una comparazione con i dati OLS (Osservatorio Linguistico Siciliano) riguardanti i medesimi aspetti negli anni Ottanta (OLS-Sicilia).

Altri filoni riguardano l’esplorazione dei dati ricavati con la terza parte del questionario (che concerne quindi i diversi livelli dell’analisi linguistica) e sono incentrati su vari aspetti tra i quali spiccano quelli segnalati di seguito.

1.6.2.1. Conservazione, innovazione e contatto lessicale

Lo studio della competenza lessicale dei parlanti, ricavabile dall’analisi del quesito onomasiologico (domanda 1) della terza parte del questionario (v. DEFAULT), ha messo in luce l’inesistenza di una reale linea di demarcazione tra i due poli (italiano e dialetto) del continuum repertoriale, in una Sicilia linguistica che si presenta, invece, varia e complessa, anche in ragione di un esteso contatto tra le varietà, che spesso si fondono e sfumano le une nelle altre (cfr. Sottile/Paternostro 2012).

Il quadro sociolinguistico isolano evidenzia una sostanziale innovazione lessicale dall’italiano (il cui peso varia in relazione alle caratteristiche diastratiche dei parlanti, alla loro mobilità e alla diatopia dei punti indagati) che si compie o mediante l’abbandono delle forme lessicali tradizionali – con la sostituzione tout court dei tipi che giungono dalla lingua – oppure tramite l’accoglimento parziale di tratti fonetici e morfologici dell’italiano. In direzione contraria non mancano, in molti casi, a seconda dei parlanti e dei centri di indagine, altrettanti processi di contatto e adeguamento del tipo dialettale al codice lingua. Tali processi bidirezionali determinano inevitabilmente la creazione di forme ibridizzate che danno la misura della sovrapposizione di materiale linguistico proveniente dai due codici che rendono , nel contempo, complesso il riconoscimento dell’effettivo “statuto” (socio)linguistico di molti esiti: categorie come prestito, prestito adattato, ibridismo (stricto sensu), forme interferite e forme paretimologiche presupporrebbero, in effetti, un controllo sia dell’occorrenza di tali forme nel corpus delle inchieste, sia la loro effettiva diffusione nei punti e nelle microaree indagate, operazione in entrambi i casi poco agevole e poco efficace considerate le esigenze di comparabilità dei dati. Pertanto, in relazione alla notevole “asistematicità” delle forme emerse dai quesiti lessicali, si è optato, ai fini della loro analisi, per la scelta del modello della trasferenza (Regis 2013). Si tratta di un modello gerarchico-implicazionale – messo a punto anche grazie al confronto con la complessità dei dati lessicali ALS – che permette di classificare gli esiti interessati dal contatto secondo criteri strettamente formali.

Partendo dalla relazione fra competenza lessicale dei parlanti (italiana e siciliana), variabilità diastratica e diatopica, si sta via via procedendo alla classificazione e analisi delle forme di contatto osservabili nei dati relativi al quesito onomasiologico, con l’obiettivo di esplorare il contatto e i processi di innovazione vs conservazione lessicale, con una attenzione anche a possibili letture sociospaziali sulla base delle caratteristiche della rete di rilevamento.

1.6.2.2. Sistemi vocalici e variazione geo-sociolinguistica

Questo ambito di ricerca concerne l’analisi fonetica di alcuni tratti del siciliano – eventualmente riflessi nell’italiano popolare e/o regionale – che ancora si presentano assai problematici.

Dall’ampia base di dati trascritti in IPA, si è verificato come in alcuni sistemi vocalici di varietà locali di italiano, il grado di apertura delle vocali medie (uniformemente e genericamente presentate come “aperte” da tutta la letteratura corrente) sembra subire un trattamento arealmente e/o socialmente diversificato. In alcuni parlanti di area occidentale estrema (e in alcune località della Sicilia centrale), le vocali medie toniche si presentano, infatti, fortemente chiuse. A questa chiusura corrisponde poi, più o meno sistematicamente, una corrispettiva maggiore apertura delle vocali atone finali (cfr. Matranga 2013). Si tratterà di appurare, dunque, se, dal punto di vista strettamente fonetico e fonologico, i due fenomeni sono in correlazione e qual è il meccanismo che ne regola il rapporto. Viceversa, in altre aree linguistiche siciliane (e/o in alcuni gruppi sociali), le vocali toniche medie si presentano “regolarmente” aperte, ma talvolta insieme a una maggiore chiusura delle vocali atone finali, configurando un sistema di gestione del rapporto tra medie toniche e atone finali praticamente opposto al sistema precedentemente delineato per altre aree siciliane. Una volta individuati i diversi sistemi di trattamento delle vocali, occorrerà circoscriverli arealmente, ampliando man mano la rete del sistema vocalico individuato. Contemporaneamente alla delimitazione geolinguistica dei diversi sistemi vocalici, occorrerà verificare la variabilità interna in funzione di parametri di tipo diastratico, in particolar modo l’età del parlante, il livello di istruzione, il condizionamento della lingua di prima acquisizione (dialetto o italiano regionale).

1.6.2.3.  Interferenza lingua-dialetto nelle strutture sintattiche

 Il fenomeno dell’interferenza lingua-dialetto necessita di essere indagato a più livelli di analisi. Se il livello lessicale costituisce il terreno più immediato di interscambio, appare necessario prendere in considerazione anche altri livelli, in modo da poter cogliere, nella produzione di sequenze linguistiche, la scelta di tipi paradigmatici che risentono sia della tendenza alla standardizzazione – che proviene dalla pressione esercitata dalla lingua – sia della interferenza del sostrato dialettale che produce una forzatura e un “riassestamento” del sistema. In effetti, la considerazione del livello sintattico potrà permettere di ricavare elementi di analisi di quell’«interscambio biunivoco» che si realizza tra i due codici. Rimanendo in un’ottica che tiene conto della variabilità diastratica e diatopica, non si intende prescindere da un’analisi formale delle strutture sintattiche al fine di valutare e misurare la reale interazione tra usi effettivi del parlante e accettabilità condivisa sulla base del sistema grammaticale della lingua standard. In tal senso, un’analisi puntuale dei fenomeni sintattici consentirà di tenere conto non solo del parametro relativo all’uso di determinate strutture ma anche del parametro relativo al grado di accettabilità, in quanto il parlante, diastraticamente connotato, risente più o meno consistentemente della pressione conservativa della lingua standard.

2. Parte II: dettagli

2.1. Il modello di “vocabolario-atlante”

In un dizionario, si rivela quell’elemento creativo di un linguaggio che un atlante lascia completamente in ombra. Gli atlanti ci presentano un tipo di linguaggio grammaticalizzato e standardizzato in forma più o meno artificiale, cioè come appare od apparve in un certo momento della sua esistenza. […] Il materiale linguistico contenuto in un atlante ci ricorda pertanto il sistema di rappresentanza parlamentare: così come un milione di cittadini manda al parlamento un numero relativamente piccolo di deputati, la grande massa della lingua popolare si vede rappresentata in un atlante da poche centinaia di parole e forme, che, come in politica, non sempre sono le più qualificate a parlare in nome della massa.

Queste parole, pronunciate da Leo Spitzer in occasione del Congresso internazionale dei linguisti del 1928 (cfr. Ruffino 2012), possono essere ben tenute sullo sfondo per descrivere la soluzione di vocabolario-atlante teorizzata per la sezione etnodialettale dell’ALS, già quasi dieci anni fa (cfr. Ruffino et al. 2009). Ciò in relazione all’esigenza di accogliere diverse riflessioni maturate nell’ambito della lessicografia dialettale e della geolinguistica del ’900, nel tentativo di «trovare una formula nuova […] che riunisca insieme i vantaggi che dizionari dialettali e atlanti singolarmente presi sono in grado di assicurare» (Grassi 1979, 714). Si tratta di un problema sul quale, in occasione di un convegno promosso dell’Accademia dei Lincei nel 1967 (cfr. AA. VV. 1969), si erano interrogati i maggiori linguisti (cfr. Ruffino 2012) appuntando l’attenzione su

gli intimi legami che, accanto alle ovvie differenze, corrono fra questi due generi di ricerca dialettale. È pacifico, infatti, che atlanti linguistici e vocabolari dialettali non solo non si escludono vicendevolmente, ma anzi, come del resto è stato detto dal prof. Rohlfs, si integrano reciprocamente, e si tratta appunto di vedere più da vicino come questa integrazione possa esser meglio programmata e realizzata, non solo e non tanto su un piano puramente astratto e teorico, quanto su un piano pratico che tenga conto delle singole situazioni (Giorgio Piccitto).

Come osservato, in seno all’ALS, con particolare riferimento alla sezione etnodialettale, la scelta di questo nuovo strumento è stata motivata per la prima volta in occasione della pubblicazione del Vocabolario-atlante della cultura dialettale (v. DEFAULT). Ivi si richiama anzitutto il problema della necessità di un superamento delle prospettive di ricerca e di documentazione che hanno caratterizzato i grandi atlanti della prima metà del Novecento: oggi, la registrazione delle informazioni, affidata non più al taccuino del raccoglitore, bensì alla tecnologia, consente (e impone) la raccolta non più e non soltanto di singole parole in risposta a singole domande, ma di testi estesi di parlato (etnotesti nella prospettiva linguistico-etnografica, cfr. anche Paternostro/Sottile 2010). In secondo luogo, il passaggio dalla generazione degli atlanti nazionali a quella degli atlanti regionali o sub-regionali, ha determinato l’infittirsi della rete dei punti, mentre la strutturazione dei questionari ha posto il problema della realizzazione di strumenti diversificati che rendono più complessa sia la fase dell’inchiesta, sia quella dell’archiviazione dei dati. Senonché la conseguenza di quest’ultimo aspetto è il fatto che, nell’ambito di tale prospettiva di rinnovamento complessivo dell’architettura delle inchieste, i costanti progressi dell’informatica favoriscono oggi la costruzione di banche dati complesse, con la possibilità di predisporre e accedere a una serie di archivi interconnessi che agevolano tanto la realizzazione di lessici (diatopici, settoriali), quanto la produzione di nuove soluzioni cartografiche, sino alla realizzazione di “carte parlanti”, come è il caso dell’esempio realizzato in seno all’ALS già nel 1997 (v. 🔗 )

Sulla base di queste premesse, è stata quindi teorizzata una nuova organizzazione atlantistica che prevede la costruzione di uno strumento-atlante attraverso una serie di moduli autonomi e al tempo stesso concepiti all’interno di un’unica strategia progettuale:

1. PLURALITÀ DI MODULI ATLANTISTICI LEGATI IN UN PROGETTO COERENTE
Sociovariazionale:
Atlanti percettivi
Atlanti variazionali
Etnodialettale:
                     Vocabolari-atlanti settoriali                                Atlanti settoriali
2. PLURALITÀ DI AMBITI E/O DI RETI DI RILEVAMENTO
Sociovariazionale:
sociobiografico
metalinguistico e ideologico-percettivo
linguistico
Etnodialettale:
ludico
alimentare
marinaro
venatorio
onomastico
…………..
3. PLURALITÀ DI SITUAZIONI DI INCHIESTA

Con particolare riferimento alla sezione etnodialettale, una tale prospettiva determina un avvicinamento dei vocabolari agli atlanti linguistici, favorito da diversi fattori, tra i quali giocano un ruolo fondamentale a) la dimensione diatopica; b) la molteplicità delle prospettive (diatopica, ma anche diafasica, etnolinguistica, storica), con il conseguente incremento della fraseologia e della componente “enciclopedica”.

Il Vocabolario-atlante (della cultura dialettale) si configura, dunque, come uno strumento costruito sulla base di archivi interrelati, un archivio multifunzionale, in grado di assicurare una molteplicità di prospettive e soluzioni:

Schema del Vocabolario-atlante

Uno strumento così concepito ha già trovato una propria rappresentazione “editoriale” in una serie di saggi di voci di interesse etnodialettale (cfr., per es. Ruffino et al. 2009, Ruffino et al. 2011, Ruffino 2013b, Ruffino 2018, Ruffino/Sottile in stampa), come esperimenti di vocabolario-atlante – finalizzati a fornire modelli di soluzioni utili alla lessicografia etnografica come alla dialettologia areale –, caratterizzati dai seguenti criteri comuni (cfr. Ruffino 2018):

  1. Struttura complessiva
  • Premessa: l’articolo si apre con notazioni di carattere generale relative al concetto trattato, alla sua sfera semantica e alla distribuzione areale.
  • Lessico: i lessotipi sono ordinati alfabeticamente. Per ciascuno di essi, dopo la variante prescelta come lemma a esponente (in grassetto), seguono le altre varianti in stretto ordine alfabetico. Per ogni variante vengono indicati i punti nei quali la voce è stata raccolta, procedendo per provincia da ovest verso est. Il rinvio agli etnotesti è reso col simbolo Ⓣ, seguito da un numero progressivo se gli etnotesti sono più d’uno. Con il simbolo ♦ si introducono gli alterati, i derivati, i sintagmi e le locuzioni. Seguono gli etnotesti (testi tratti dalle conversazioni libere registrate nel corso dei rilevamenti) con l’indicazione della località di riferimento. Tra parentesi quadra, viene data la traduzione letterale nei casi ritenuti necessari, quando non si opti per traduzioni parziali, inserite nel contesto o in nota.
  • Gli etnotesti sono seguiti dal commento (preceduto dal simbolo •), che, sviluppandosi più o meno ampiamente, tende a evidenziare tanto le questioni storico-linguistiche ed etimologiche, quanto la dimensione etnografica e areale delle voci di volta in volta trattate.
  • In ultimo le note, riferite alle tre sezioni dell’articolo, che si conclude con gli eventuali rinvii (→).

 

  • 2. Grafia

Si adotta in genere un sistema semplificato e che si ispira in larga misura ai modelli proposti in Matranga 2007a (v. DEFAULT). In casi particolari, nei quali si ritiene inadeguata la grafia ortografica, si fa ricorso alla trascrizione IPA.

3. Carte

2.2. L'archivio sonoro delle parlate siciliane

L’archivio delle parlate siciliane (cfr. Matranga 2011) comprende circa 5000 ore di registrazioni, su supporti di vario tipo, realizzate nell’arco di un trentennio in gran parte dei centri della Sicilia. Si tratta di materiali di varia qualità, raccolti con tecniche diverse, che – nell’ambito della sezione etnodialettale dell’ALS – costituiscono il serbatoio per la costruzione di:

  1. Lessici settoriali diatopici
  2. Vocabolari-atlante
  3. Carte linguistiche e linguistico-etnografiche
  4. Monografie etnodialettali
  5. Raccolte di etnotesti su argomenti riguardanti la vita e le pratiche tradizionali.

I materiali sonori si integrano e si completano con preziosi documenti fotografici e filmici, e con vari disegni etnografici.

L’Archivio, pur nell’attuale provvisorio assetto, ha già consentito di produrre significativi risultati nel campo della lessicografia, della geografia linguistica e della dialettologia etnografica. All’interno della sezione etnodialettale dell’ALS si sono prodotti e si vanno via via producendo diversi moduli variamente orientati. Essi riguardano tanto la onomasiologia/semasiologia settoriale (campi semantici: pratiche ludiche tradizionali, cultura alimentare, pratiche venatorie, vita marinara e peschereccia, pastorizia, mestieri, ecc.), quanto le modalità di documentazione e rappresentazione (carte linguistiche: analitiche, sintetiche, simboliche, etnografiche; vocabolari-atlante; lessici settoriali; repertori di etnotesti; produzioni iconografiche, fotografiche e filmiche).

Una parte cospicua dell’archivio sonoro dell’ALS è costituito dalle inchieste sociovariazionali condotte in oltre 50 punti e microaree della Sicilia, per un totale di 1200 rilevamenti (cfr. Ruffino 1995a e D'Agostino/Ruffino 2005). I materiali ottenuti sono stati in parte trascritti in notazione fono-ortografica e conversazionale e immessi nella banca dati. Essi costituiscono un corpus dalle dimensioni assai rilevanti: circa 3000 ore di parlato registrato in formato digitale e interamente riversato nella banca dati in formato wave, relativo a 1200 inchieste.

Di seguito si riporta, a mo' di esempio, un file audio relativo all'etnotesto "I nostri Santi", raccolto a Caltabellotta e contenuto nell'Archivio sonoro delle parlate siciliane. La rispettiva trascrizione fono-ortografica e conversazionale è pubblicata in Matranga 2011 (trascrizione).

2.3. La banca dati

Nella banca dati dell’ALS (cfr. Matranga/Sottile 2007a, Matranga 2011, Matranga 2014, Matranga 2015Matranga 2016) la cui progettazione è frutto della collaborazione tra linguisti e ingegneri informatici, con il significativo apporto esterno di informatici umanisti impegnati in rilevanti progetti internazionali di filologia digitale, confluiscono i materiali dell’Archivio sonoro raccolti con i rilevamenti etnodialettali e variazionali.

Riguardo al corpus sociovariazionale (v. DEFAULT), si prevede che, a lavori ultimati, più della metà delle circa 3000 ore di parlato registrato sarà accompagnato da trascrizioni allineate al sonoro e annotate in XML. In particolare, saranno variamente annotati (alcuni in forma conversazionale, altri in forma fono-ortografica, altri ancora in forma fonetica) tutti i quesiti della terza sezione del questionario (parte linguistica), i parlati semispontanei e alcune specifiche domande delle sezioni sociobiografica e metalinguistica.

La banca dati sociovariazionale si fonda su due modalità di inserimento e classificazione dei dati differenti ma dialoganti. La prima è quella del data base relazionale (detto ALSDB) nel quale sono confluiti i dati relativi alle prime due parti del questionario, la cui natura si presta a un trattamento informatico tramite questa specifica modalità di archiviazione. Si tratta infatti di dati strutturati, elicitati attraverso una griglia di domande a risposta chiusa e/o a scelta multipla, con la possibilità, però, da parte del soggetto intervistato di fornire, in alcuni set di domande, anche una risposta libera. In quest’ultimo caso, il data entry prevede la possibilità di associare al dato puntuale quello testuale della trascrizione conversazionale. Questo data base relazionale viene interrogato attraverso un query tool basato sull’applicazione di un software di knowledge discovery.

Il processo di costruzione della knowledge discovery, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di ingegneria informatica dell’università di Palermo, si è articolato in due fasi. La prima fase ha condotto alla realizzazione, appunto, del sistema di interrogazione relazionale con l’utilizzo di Microsoft SQL Server, capace di restituire tutti i possibili incroci fra le diverse variabili.  Tuttavia, una prima intensa campagna di interrogazione ha dato il via a una seconda fase caratterizzata dalla consapevolezza della necessità di affinare il sistema di interrogazione del data entry in direzione della costruzione di una base di conoscenza imperniata sul dialogo friendly fra nodi concettuali.  L’approdo teorico al concetto di nodo concettuale ha comportato la revisione del concetto di query quale mero incrocio fra variabili dipendenti e indipendenti, conducendo alla definizione di “nuclei categoriali-continui”, definiti attraverso l’applicazione al corpus del questionario di indici numerici, tipologie ed etichette. In questa fase, particolare attenzione stanno ricevendo le definizioni di basi di conoscenze capaci di restituire pesi quantitativi e relazioni di qualità sulle mobilità fisica e linguistica, sulle tipologie di parlanti, sulle auto- ed eteropercezioni all’interno del dominio famiglia, sulle autopercezioni dell’uso e attraverso i domini. Per altro, la stessa interfaccia ALSDB rende conto dell’esigenza di ridurre a relazione il complesso. La creazione continua di nodi concettuali è affidata alla sensibilità del ricercatore e/o all’esigenza dell’obiettivo momentaneo o generale della ricerca, mentre la continua disponibilità dello storage dei risultati delle interrogazioni (e al limite, dei nodi concettuali) consente rivisitazioni, ripensamenti e conferme. I modelli di rappresentazione sono parte integrante del sistema di interrogazione e, in una prospettiva di scansione per mete, stanno a valle del processo. In particolare, la rappresentazione cartografica dei dati è un costante settore di riflessione per i ricercatori dell’ALS.

La seconda modalità di gestione del corpus (detta ALSXML) è costituita dall’insieme dei testi relativi alla terza parte del questionario, che contiene le domande più strettamente linguistiche. I testi in trascrizione conversazionale e fono-ortografica (v. DEFAULT) sono via via etichettati a seconda dei livelli di analisi di pertinenza, sulla base di schemi di annotazione che utilizzano il metalinguaggio XML. La scelta di non realizzare per questa parte del corpus una struttura relazionale è dovuta al fatto che, in questo caso, si ha a che fare con dati semi-strutturati, che necessitano di una maggiore flessibilità in fase di analisi. Inoltre, in questa parte del questionario, ogni domanda, pur essendo legata a tutte le altre dall’obiettivo di fondo di esplorare la variabilità linguistica a tutti i livelli di analisi, costituisce di fatto un sottocorpus a sé. Così, ad esempio, le domande lessicali (onomasiologiche e semasiologiche) possono essere fatte rientrare all’interno della categoria dei (sotto)corpora bilingui paralleli e allineati; essi sono infatti costituiti da una collezione di testi composta da unità linguistiche (parole e/o enunciati) realizzate in una lingua – o meglio in una sua varietà – di partenza (tipicamente l’italiano), collegate ad altre unità linguistiche realizzate in un’altra lingua/varietà (tipicamente il siciliano).

I parlati indotti (o semispontanei) e i quesiti traduttivi possono invece essere considerati corpora bilingui comparabili, in quanto si tratta di una collezione di testi realizzati in due codici linguistici differenti, accomunati però dalla medesima strategia elicitativa. A differenza degli altri corpora appartenenti alla stessa tipologia, la comparabilità è però in questo caso duplice. Poiché, infatti, ciascun informatore ha prodotto testi in entrambi i codici indagati, è possibile comparare i testi sia in relazione alle strutture sia in relazione ai parlanti e alla differente competenza linguistica nei due codici in gioco. L’obiettivo di giungere alla classificazione di questa tipologia di testi parlati, sia sul piano interazionale sia su quello testuale (cfr. Paternostro 2004), ha già condotto a un’annotazione che segnala il tipo di cambio di turno, l’argomento, il tipo discorsivo (narrativo, informativo, argomentativo, misto) e la progressione tematica (isotopica o non isotopica). Al termine della annotazione si procede alla classificazione del parlato, la cui etichetta viene aggiunta come attributo dell’elemento radice (ossia il “blocco di testo”). In questo modo è già stato possibile individuare, sulla base di un approccio fuzzy piuttosto che stocastico, diverse categorie di parlati distinguibili – riguardo alla dimensione interazionale – tra parlati monologici, a blocchi testuali autonomi, parlati interattivi e frammentati, mentre, per quanto attiene alla dimensione testuale, è stato possibile individuare e classificare il tipo discorsivo dominante. Una prima classificazione dei parlati è già stata restituita nel volume Discorso, interazione e identità. Studiare il parlato attraverso i parlanti (cfr. Discorso interazione identita).

Gli schemi di annotazione e i relativi programmi sono stati successivamente implementati all’interno di un programma di marcatura multilivello in XML, costituito cioè da più schemi di annotazione ciascuno dei quali corrisponde a un diverso livello di analisi linguistica, che comprende, oltre a quella interazionale e testuale vista poco sopra, una etichettatura fonetica, una lessicale e una morfosintattica.  L’attuale prospettiva è dunque quella di poter disporre di uno strumento in grado di dialogare con il resto della base di dati, che sarà così interrogabile in tutte le sue parti. Si potrà dunque procedere ad interrogazioni che, a partire dalle correlazioni con le variabili sociolinguistiche classiche, consentano di procedere a un’analisi che integri il dato quantitativo con un approfondimento qualitativo che punti a cogliere l’individualità del soggetto parlante anche attraverso la considerazione della sua storia personale, così come può emergere dai testi prodotti nel corso dell’intervista.

Se per la sezione sociovariazionale il processo di organizzazione informatica dei dati si avvia ormai alla definizione conclusiva, la sezione etnolinguistica ne è ancora sprovvista. Tuttavia, forti dell’esperienza maturata, la collaborazione tra linguisti e ingegneri informatici prosegue nell’intento di costruire una nuova e diversa banca dati, in grado di gestire, come nucleo informativo, l’intera intervista etnodialettale (cfr. (Matranga/Sottile 2007a)).

Sul “parlato” e non solo sulla “parola”, sarà costruita un’architettura informatica, certamente complessa, che possa rispondere alle interrogazioni su vari livelli – linguistici e etnografici –potenzialmente compresi nelle conversazioni guidate, sulle quali poggiano le strategie elicitative delle inchieste etnodialettali. La polimorfia, la variazione linguistica e la varietà etnografica costituiranno un principio irrinunciabile della prospettiva di rappresentazione e di analisi a partire dalla archiviazione e dalla gestione informatica di tutte le informazioni rilevate.

L’intero testo dell’intervista, sia in forma sonora che in trascrizione integrale (normalizzata e fono-ortografica; mentre la trascrizione fonetica sarà riservata soltanto ai contesti linguisticamente pregnanti e destinati alla cartografazione), sarà ospitato nella banca dati e sistematicamente etichettato su diversi livelli sia linguistici che etnografici.

La possibilità di interrogare l’intero testo dell’intervista, opportunamente etichettato, permetterà di ottenere output informativi su diversi ordini di varianti linguistiche (con indici di frequenza e, dunque, con informazioni di tipo quantitativo, desunti automaticamente), correlate alle caratteristiche degli informatori coinvolti e al tipo di stimolo relativo a ogni risposta. Gli output richiesti – attraverso un sistema di interrogazione che garantisca la possibilità di combinazione delle diverse variabili disponibili – saranno forniti automaticamente sia in distribuzione spaziale (e dunque sotto forma di carte geo-etnolinguistiche), sia in liste ordinate, utilizzabili soprattutto nella prospettiva della redazione di lessici modulari (per esempio, lessico dei giochi fanciulleschi, lessico della cultura alimentare, lessico agro-pastorale, ecc.), e/o settoriali (per esempio, lessico del pane, ecc.), o, ancora, di lessici (sub-)areali (per esempio, Lessico delle Madonie, ecc.).

Una prima ipotesi di impianto è attualmente in fase di verifica. Esso prevede una correlazione modulare tra dati, linguistici e etnografici, pregressi – reperiti dallo spoglio di opere diatopicamente orientate (fonti edite [AIS, ALI, ALM, CDI, VS e ulteriori riferimenti lessicografici, demologici ed etnografici editi, da Pitrè alle recenti pubblicazioni locali] e fonti inedite [tesi dottorali e di laurea]) – e informazioni raccolte sul campo, soprattutto in funzione di una loro valutazione diacronica. Irrinunciabile, in questa sezione dell’ALS, è ovviamente anche la correlazione con documenti iconografici (disegni e fotografie, sia reperiti  da fonti edite che rilevati sul campo) e filmici, che saranno ospitati in apposti moduli. Altrettanto irrinunciabile è la relazione diretta con il dato sonoro, che sarà recuperato e reso disponibile in ogni momento dell’interrogazione.

La banca dati, strutturata in campi e sottocampi, si svilupperà sulla base di a) concetti onomasiologici e b) tipi semasiologici;  inoltre prevederà: a) informazioni sui rilevamenti (punto, raccoglitore, informatore, condizioni del rilevamento), b) etichettatura delle risposte (notazioni da definire), c) speciale archiviazione di etnotesti.

La messa a punto di un programma informatico di archiviazione e cartografazione, in grado di gestire e rappresentare la enorme ricchezza di dati disponibili, non potrà inoltre prescindere dalla elaborazione un sistema strutturato secondo i seguenti macrocampi:

  1. Punto linguistico
  2. Provincia
  3. Lessema (o tipo lessicale)
  4. Significato (campo multiplo)
  5. Concetto (parole-chiave desunte sinteticamente dal significato)
  6. Risposta in traslitterazione fonetica IPA (campo multiplo)
  7. Risposta in traslitterazione ordinaria (campo multiplo) = tipo lessicale
  8. Fonte

Ciascuna informazione sarà etichettata in HTML per il recupero delle varie annotazioni (morfologiche, fonetiche, semasiologiche, etnodialettali). Le informazioni entreranno a far parte di una banca dati comprendente almeno i seguenti moduli:

  • sonoro
  • testi
  • punti
  • etnografico
  • fonti (suddiviso in fonti indirette e informatori-raccoglitori)
  • iconico
  • filmico

Sarà inoltre resa una procedura generale per la manipolazione grafica dei dati testuali-lessicali o numerici introdotti direttamente dalla banca dati, con la progettazione di un’architettura di diversificazione della proiezione grafica a seconda che si vogliano richiedere carte mute o carte sonore.

Struttura del sistema informativo dell'ALS

2.4. Il sistema di trascrizione

Dopo una fase iniziale, in cui l’uso del sistema di trascrizione “Ascoli-Merlo” venne sostituito dall’IPA (cfr. Ruffino 1995a, e Ruffino 1995b, Ruffino 1997), il gruppo di lavoro ha messo a punto un nuovo strumento di notazione “fono-ortografica”, appositamente studiato per la trascrizione e l’immissione nella banca dati dei testi di parlato raccolti nel corso delle varie campagne.

Man mano che le linee del progetto siciliano pongono le loro condizioni operative e, con il varo delle inchieste ‘ufficiali’ si puntualizzano le diverse strategie di raccolta e elaborazione delle informazioni, si impone sempre più consapevolmente la necessità di definire un sistema di trascrizione più rigoroso e coerente, in grado di rappresentare adeguatamente alcuni tratti del parlato ritenuti irrinunciabili per le diverse prospettive di analisi che andavano emergendo. Quando, insomma, risulterà evidente che saranno le interviste, e non solo le risposte alle domande, a costituire la base empirica della prospettiva geosociolinguistica perseguita dall’ALS; quando l’intero parlato, e le stesse dinamiche interattive dell’intervista costituiranno la Base dei Dati destinati all’elaborazione attraverso le nuove procedure informatiche, sarà ben difficile sottoporre indistintamente alla trascrizione fonetica i numerosi materiali acquisiti e da acquisire. Altrettanto chiaro risulterà che le poche integrazioni grafiche alla «trascrizione semplificata» non soddisfano i nuovi desiderata, né per l’individuazione di fenomeni squisitamente fonetici, né in relazione a una più adeguata ricostruzione del contesto interattivo attraverso l’annotazione di tratti specificamente «conversazionali» (Matranga 2007a, 20-21).

Partendo da queste premesse, è stato messo a punto un «livello di trascrizione che abbiamo chiamato “fono-ortografico” [che] non si propone miratamente di contribuire al dibattito sull’ortografia del siciliano (cfr. Trovato 2002, 871 e ss.), nella prospettiva di definire un “razionale sistema ortografico condiviso dai numerosi poeti dialettali e dai pochi scrittori di prosa»” (Ibidem, p. 872). Non si pretende, dunque, di soddisfare una “descrizione fonologica del diasistema delle parlate dell’isola” (Ibidem) che possa definire “una nutrita serie di regole che illustrino tutte le modificazioni in sandhi” e indicare “quello che è predicibile da un numero di regole certamente non infinito, anche se diatopicamente differenziate” al fine di pervenire a “una ortografia scientifica, e cioè coerente e razionale, del siciliano” (Ibidem). Si tratta, invece, di […] uno strumento di lavoro in grado di soddisfare, innanzitutto, le esigenze poste da una specifica esperienza di ricerca geosociolinguistica. […] Il compito che qui si assume è […] quello di rendere esplicite, insieme alle scelte specificamente grafiche, quelle implicate dal paradigma teorico-metodologico in cui esse si inscrivono. […] [L]a rappresentazione “fono-ortografica” e “conversazionale” delle interviste dell’ALS sarà in grado di rappresentare soltanto alcuni fenomeni, in relazione a molteplici livelli dell’esecuzione: a) quello pragmatico, attraverso l’annotazione conversazionale; b) quello sociolinguistico, relativo alla commutazione e alla mescolanza dei codici interessati (distinti con appositi accorgimenti grafici); c) quello grammaticale, attraverso la rappresentazione (fono-)ortografica; d) quello fonetico, attraverso l’annotazione fono(-ortografica). […] Alla trascrizione “fono-ortografica” è affidata […] anche l’interpretazione di aspetti strutturali, manifesti e soggiacenti, delle varietà parlate del repertorio siciliano, non esplicitabili attraverso una trascrizione esclusivamente fonetica, anche quando molto “larga”» (Matranga 2007a, 16-23).

2.5. Il questionario sociovariazionale

Tramite «una strategia d’inchiesta per approcci differenziati sia sul versante delle varietà dialettali che sul versante della varietà italiana, in modo da garantire la comparabilità dei materiali raccolti nella prospettiva di un’analisi geo-sociolinguistica» (Ruffino 1991b, 239), il questionario sociovariazionale (varato definitivamente nel 1998, diversi anni dopo la messa a punto di un questionario di prova [1991] con il quale vennero condotte numerose inchieste preliminari,  cfr. Ruffino/D'Agostino 1998) consente di esplorare l’uso linguistico dei diversi soggetti intervistati nei molteplici ambiti della vita sociale e la stratificazione linguistica.

Il questionario si compone di tre sezioni. La prima permette la raccolta di informazioni anagrafiche ed è costituito da 26 domande riguardanti l’età, il sesso, il luogo di nascita dell’informatore, i suoi eventuali trasferimenti interni/esterni rispetto al centro di residenza, l’attività lavorativa svolta, il grado di istruzione e la fruizione dei media (giornali, riviste, libri e televisione).

La seconda sezione evidenzia il rapporto tra pratica linguistica e individuo nell’ambito della rete sociale di appartenenza. Questa parte è costituita da un corpus di domande volte specificatamente ad accertare l’uso dell’italiano e del dialetto, nelle diverse situazioni comunicative esperite quotidianamente dal parlante, ma anche miranti ad ottenere autovalutazioni metalinguistiche dell’informatore su entrambi i codici. Tale sezione si compone di 34 quesiti (alcuni dei quali vengono esclusi dalla somministrazione, in base al tipo di risposte fornite dalla fonte) che spingono il soggetto intervistato a valutazioni inerenti al proprio uso linguistico e a quello dei familiari e amici, alla produzione di enunciati caratterizzati dalla mescolanza/commutazione dei due codici, alla percezione dei confini linguistici in ambito regionale o anche entro lo stesso punto di indagine.

La terza parte, invece, fornisce informazioni dal punto di vista strettamente linguistico ed è costituita da sedici prove, fondate su diverse strategie elicitative (lettura, quesiti lessicali, parlato [semi]spontaneo).

La prima prova si basa su domande di tipo ostensivo che permettono di cogliere il contatto lingua-dialetto e il perdurare del lessico dialettale arcaico.

La seconda, attraverso domande semasiologiche, accerta la conoscenza di alcune forme dialettali. Anche con la terza, la quarta e la quinta prova si indaga sulla persistenza degli arcaismi e sul contatto tra i due codici sollecitando l’informatore a elencare le denominazioni di diverse parti del corpo, dei giorni della settimana e dei mesi dell’anno, sia in italiano che in dialetto.

La sesta prova prevede la traduzione di alcune frasi dall’italiano al dialetto, sulla base delle quali si tende a indagare l’uso dell’italiano regionale.

La settima prova, attraverso domande ostensive, mira allo studio della fonetica del siciliano e dell’italiano, mentre l’ottava indaga sull’aspetto fonetico limitatamente alle produzioni in lingua. Ancora all’analisi delle realizzazioni fonetiche in dialetto e in lingua mira la nona domanda, che prevede la computazione da 1 a 20 in entrambi i codici.

Con la decima prova – traduzione di frasi dal siciliano all’italiano – si tende ad evidenziare le eventuali persistenze nell’uso della lingua di elementi fonetici, morfo-sintattici e lessicali riconducibili all’interferenza dialettale.

L’undicesima e la dodicesima domanda guardano ancora all’aspetto fonetico, ma questa volta attraverso la lettura da parte dell’informatore di parole e frasi, così da ottenere produzioni in lingua in un contesto più controllato e formale.

La tredicesima, la quattordicesima e la quindicesima prova puntano, invece, con quesiti semasiologici, alla dimensione dell’italiano regionale. Si chiede all’informatore di produrre una serie di parole proprie dell’italiano regionale di Sicilia, ovvero di chiarire il significato di altre parole o espressioni regionali (già registrate nel capoluogo di provincia o in altre città siciliane) – che vengono lette dal raccoglitore –, nel tentativo di accertarne la conoscenza, l’esistenza nell’area di provenienza dell’intervistato, la frequenza d’uso nel suo parlato “confidenziale” o colloquiale.

Il questionario sociovariazionale prevede, infine, la produzione di due brani di parlato (semi)spontaneo di cinque minuti, rispettivamente in italiano e in dialetto, per cogliere, questa volta, gli usi linguistici del parlante in un contesto meno formale e più colloquiale, giacchè è lo stesso informatore a scegliere l’argomento.

2.6. Strutturazione del campione sociovariazionale (schema)

Famiglia Nonni ( > 60) Genitori (40-50) Figli (18-26)
I tipo Istruzione Bassa
1a lingua dialetto
Istruzione Bassa
1a lingua dialetto
Istruzione Bassa
1a lingua dialetto
II tipo Istruzione Media/Bassa
1a lingua dialetto
Istruzione Media
1a lingua dialetto
Istruzione Media
1a lingua dialetto
III tipo Istruzione Media/Bassa
1a lingua dialetto
Istruzione Media
1a lingua dialetto
Istruzione Media
1a lingua italiano
IV tipo Istruzione Media/Alta
1a lingua dialetto
Istruzione Alta
1a lingua dialetto
Istruzione Alta
1a lingua dialetto
V tipo Istruzione Alta
1a lingua dialetto
Istruzione Alta
1a lingua italiano
Istruzione Alta
1a lingua italiano
Adolescenti (15-16 anni dello stesso sesso)
Adolescente 1

  • Istruzione dei genitori: bassa
  • Licenza media
  • 1° Lingua: DIALETTO (o buona competenza dialettale)
Adolescente 2

  • Istruzione dei genitori: alta>
  • Frequenza della scuola superiore
  • 1° Lingua: ITALIANO
LEGENDA
Istruzione Bassa: da analfabeta a licenza elementare completa
Istruzione Media: da 1a media ad alcuni anni di scuola superiore
Istruzione Alta: diploma o laurea

2.7. Il questionario alimentare

Una griglia di quesiti attraverso cui potere condurre un’indagine geolinguistica sugli usi alimentari in Sicilia, è strumento di lavoro che si elabora a partire da una ricognizione complessiva e sistematica dell’ambito indagato. Alla costruzione di questo strumento peculiare e imprescindibile per la geografia linguistica, ancora costituito dal questionario, si è giunti attraverso una fase preliminare della ricerca che si è articolata nella raccolta di tutta la bibliografia esistente, in una prima riflessione sui materiali disponibili e sulla enucleazione delle problematiche maggiori, nonché nel predisporre e condurre le prime ricerche sul campo come inchieste di prova. […] La strutturazione [del questionario alimentare] in sezioni prevede un ordinamento tematico che è anche metodologico: nell’articolazione delle sfere semantiche, nel procedere dal generale al particolare, da domande aperte a domande chiuse, nell’utilizzare l’alternarsi di queste e di quelle e nel proporre – alla fine di alcune sezioni – un nucleo di domande semasiologiche. (Ruffino/Bernardi 2000, 13-14)

Le sezioni del questionario, che costituiscono anche i sottocampi in cui si articola l’analisi dell’universo alimentare, sono organizzate secondo la seguente progressione: Preliminari; consuetudini e regole alimentari; sistemi di cottura; conservazione; concetti di base; ingredienti di base; aromi e spezie; salse, condimenti, intingoli; panificazione; schiacciate e focacce; pasta; farinate; riso; legumi; ortaggi e verdure; funghi; cereali; carne; pesci, molluschi, crostacei; lumache, rane, granchi; uova e frittate; frittelle; latte, latticini, formaggi; frutta; frutta secca; dolci; la ritualità; vino, liquori e bevande, caffè e infusi; arnesi e vasellame.

2.8. Il questionario socio-alimentare

Questo strumento di indagine – che può stupire in ricerche di tipo linguistico – nasce dall’idea, fattasi ora progetto, di integrare l’intensa e impegnativa campagna di rilevamenti sul lessico della tradizione alimentare, con una indagine accurata sulle regole, le consuetudini, i gusti che si rife­riscono, oggi, al complesso sistema del cibo.

È stata – ne sono convinto – un’idea utile a disegnare un quadro coerente dell’universo alimen­tare tra passato e presente.

I rilevamenti, ormai avviati, esplorano non soltanto il lessico – che pure è l’obiettivo primario di questo modulo dell’ALS – ma l’intero sistema della tradizione gastronomica. Una tradizione tuttora vitale, ma assediata da nuovi prodotti, modalità, procedimenti, simboli, riti; dall’espandersi di nuovi gusti, di nuove abitudini e mode; dall’imporsi di nuovi tempi e nuovi spazi alimentari.

Eppure – si diceva – la cucina tradizionale possiede ancora una sua riconoscibile vitalità, la quale si esprime, come per la lingua, in un rapporto agonistico tra conservazione e innovazione, capace di produrre nuovi equilibri nel sistema piuttosto che plateali cedimenti.

La ricerca sul lessico della cultura alimentare della tradizione siciliana, si basa su un complesso questionario, messo a punto (dopo ripetuti collaudi) nel lontano 1999, poi sottoposto nel 2000 a marginali ritocchi e integrazioni. Questo secondo questionario socioalimentare, rivolto soprat­tutto al mondo giovanile, aiuterà a capire meglio le permanenze, le assenze, le innovazioni docu­mentate con i rilevamenti etnodialettali. (Ruffino 2005, 1)

I dati finora acquisiti, attraverso circa 600 questionari distribuiti in maniera casuale, sono del tutto provvisori e non pretendono di rappresentare ancora, in termini statistici, i nuovi gusti, le nuove regole e le nuove abitudini dei siciliani (cfr. DEFAULT). Pertanto si prevede di proseguire con la raccolta dei dati, nel tentativo di acquisire un numero di oltre 5000 questionari compilati, che potranno compensare gli squilibri attualmente rilevabili sul piano areale e su quello della strutturazione del campione. I dati via via raccolti saranno immessi nella banca dati appositamente predisposta e già collaudata con l’immissione dei primi questionari (cfr. Matranga 2007b).

2.9. La grammatica del sistema del cibo nella Sicilia odierna

Nelle imprese atlantistiche del Novecento e in quelle contemporanee si rileva come i relativi questionari ricoprano soltanto piccole porzioni dello spazio alimentare. Inoltre, questa stessa parziale copertura risulta assai difforme nelle varie imprese geolinguistiche dove alcuni quesiti irrinunciabili risultano assenti o sporadicamente rappresentati (per es. una domanda di base come |mangiare| non è presente nei due grandi atlanti dell’ALI e dell’AIS; cfr. ancora |mordere|, |cuocere|, |infornare|, |tritare|, |affettare|, |condire|, |salato|, |dolce|, |amaro|, |gustoso|, |piccante|, per fare soltanto alcuni esempi). Tali vuoti non sono comunque inspiegabili: nell’atlantistica ben più che nella lessicografia diatopica, il procedimento selettivo procede dalla formulazione del questionario alla scelta delle carte. Ciò risulta ancora più stringente in rilevamenti come quelli alimentari nei quali i problemi dell’inchiesta dipendono dalle forme estreme di variazione che possono raggiungere livelli di microvariazione locale se non addirittura familiare.

In condizioni di tale variabilità sono state concepite in seno all’ALS strategie di rilevamento che corrispondessero alla complessità dell’oggetto di indagine (questionari a risposte aperte, idonee alla raccolta di etnotesti) e che prevedessero domande non soltanto onomasiologiche, spesso poco produttive in ambito alimentare, ma soprattutto semasiologiche, che partissero dal dato culturale più che dal concetto generale.

Non sempre i materiali atlantistici di impianto tradizionale risultano idonei a tracciare quadri esaustivi e coerenti relativamente all’universo delle pratiche alimentari e alle dinamiche che lo attraversano: occorre fare i conti con una “grammatica” alimentare consolidata, con i suoi “gustemi” e “olfattemi”, con il suo repertorio di azioni e gesti codificati di ingredienti collaudati, di combinazioni canoniche. Un codice culturale che consente di cogliere le deviazioni, le sostituzioni e i nuovi equilibri all’interno del sistema: così come in linguistica un tratto distintivo può muoversi combinandosi all’interno di sistemi fonologici diversi, allo stesso modo un alimento o un ingrediente assumono funzioni e valori diversi nell'ambito di sistemi alimentari variabili nel tempo e nei contesti sociali.

Sul piano della documentazione si è posta allora la necessità di uno strumento atlante che rispondesse il più possibile alle caratteristiche di un archivio multifunzionale. Il risultato di un Atlante così concepito ha permesso di fornire un quadro esaustivamente definito di alcuni specifici aspetti (farinate, dolci, schiacciate e focacce, cibi rituali, contesti performativi) della cultura alimentare e delle pratiche gastronomiche siciliane.

Per raggiungere tale obiettivo è stato teorizzato uno strumento che non si basasse esclusivamente sulla documentazione di corpora lessicali raccolti con elicitazione puntuale (si pensi al caso delle grandi imprese atlantistiche del ‘900, in particolare l’AIS e l’ALI), ma che fosse in grado di guardare soprattutto al rapporto tra sistema dei segni linguistici e sistema complesso dei saperi alimentari e delle pratiche gastronomiche. Ciò al fine di associare ai lessemi e alle cose alimentari i gustemi e gli olfattemi, in modo da caratterizzare lo spazio alimentare in campi e sottocampi fortemente interconnessi. Per questa ragione, sin dalla progettazione della campagna di rilevamenti relativa a un universo alimentare fortemente strutturato come quello siciliano, è stato predisposto un questionario di quasi mille quesiti e sottoquesiti.

Nella predisposizione del questionario (cfr. Ruffino/Bernardi 2000) si era partiti da una tipizzazione della cucina tradizionale siciliana, che veniva distinta in “contadina” (povera), “marinara”, “baronale” (ricca), “vastasa” (di strada) “dei conventi”, “votiva” (devozionale cerimoniale). Ma una tale tipizzazione è apparsa fin da subito pressoché superata in ragione delle dinamiche di cambiamento costantemente osservabili, la cui lettura può essere esaustiva solo se le inchieste dialettali assumono una nuova impostazione e vengono integrate da ulteriori tipologie di indagine. Per cogliere e misurare gli attuali movimenti dell’intero sistema si è deciso, quindi, di condurre, assieme a quella geolinguistica, un’inchiesta socioalimentare (cfr. DEFAULT).

Nella realtà odierna, le molteplici culture alimentari, come anche le molteplici culture dialettali, presentano una marcata tendenza all’omologazione più che alla contaminazione. La famiglia, infatti, va progressivamente abdicando al suo ruolo che, per secoli, era stato quello di trasmettere le conoscenze alimentari – oltre che quelle linguistiche – attraverso le generazioni: ricette, ritualità, regole, abitudini, gusti, lessico.

Il Vocabolario-atlante della cultura alimentare, risultante dall’integrazione dell’indagine etnodialettale con l’indagine socioalimentare, avrà quindi come obiettivo finale la messa in luce della ridefinizione di alcuni tra i più significativi tratti caratteristici dell’universo alimentare siciliano in corrispondenza con la variazione e la ridefinizione dei sistemi sociali e culturali contemporanei. I primi dati (quantitativi e qualitativi) relativi al questionario socioalimentare, indirizzato ai giovani, mostrano, per esempio, come la pizza sia l’alimento più gradito, in quanto associata all’aggettivo “gustoso”, mentre la trippa sia l’alimento meno gradito in quanto associata all’aggettivo “disgustoso”. Queste indicazioni non rappresenterebbero di per sé un elemento particolarmente interessante, se non che un tale dato si rivela in grado di aprire ampie prospettive qualora si voglia analizzare, a partire da esso, l’attuale riassestamento degli elementi su cui si regge l’intero sistema linguistico-culturale dei saperi e dei consumi alimentari. Nel caso specifico, l’opposizione sul piano etico pizza/trippa spinge a indagare su possibili opposizioni sul piano emico legate per esempio ai sistemi di cottura. Cosicché l’associazione, nel questionario socioalimentare, di un indice di gradimento mediante l’assegnazione di un aggettivo a un dato alimento ha fatto emergere che uno stesso alimento – le interiora – risulta “disgustoso” se bollito, mentre appare “appetibile” se arrostito. Ciò ha conseguenze non indifferenti sul piano linguistico: mentre stigghiola, ‘interiora arrostite’, è parola vitalissima tra i giovani, quarumi, ‘interiora lessate’, è palesemente in fase regressiva.

Si va quindi determinando una disarticolazione dei modelli alimentari della tradizione, le cui radici sono riconoscibili nelle antiche pratiche di epoca greco-latina e medievale, in conseguenza alla variazione dei contesti culturali e sociali. L’indagine socioalimentare, associata all’indagine etnodialettale, disegna, via via che i dati vengono analizzati, uno scenario in cui la cucina tradizionale, pur conservando una certa vitalità, si esprime in un rapporto agonistico tra conservazione e innovazione e appare capace di produrre nuovi equilibri nel sistema delle parole e delle consuetudini alimentari oltre che nel rapporto tra lingua e dialetto (adattato da Ruffino 2009c, 123-140).

2.10. Il questionario e i punti dell’inchiesta marinara

Più che su altre imprese geolinguistiche come l’ALI (che al mare dedicò una parte speciale del questionario con 349 domande), o l’AIS (in cui le pratiche marinare e pescherecce sono, al contrario, sostanzialmente assenti), la stesura del questionario riguardante il modulo marinaro dell’ALS si è fondata sul costante e imprescindibile riferimento al questionario dell’Atlante Linguistico Mediterraneo (ALM).

L’idea di elaborare un atlante linguistico che raccogliesse il patrimonio della terminologia marinaresca lungo le coste del Mediterraneo, è nata nell’ormai remoto 1937, da un confronto istituito con Mirko Deanović fra la nomenclatura marinara in uso nel dialetto serbo-croato della sua città natale, Ragusa (Dubrovnik), e la terminologia peschereccia raccolta da Alfred Rohe d’Agde in Linguadoca. Nel 1957 prese via presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia un’impresa linguistica allora unica nel suo genere e altamente innovativa. Gianfranco Folena riprese e sviluppò l’idea di Deanović; venne così costituito il Comitato internazionale per l’ALM. Questo progetto rappresentava una sfida metodologica e sostanziale all’impianto della geografia linguistica. L’ALM si configurò subito come il primo atlante che prendeva programmaticamente in considerazione lingue e dialetti di famiglie linguistiche diverse (tutte quelle rappresentate nel Mediterraneo, dal Portogallo alla Turchia). Il progetto si arenò per vari motivi ma, negli ultimi anni, è in atto un felice tentativo di recupero al quale collaborano specialisti delle varie aree e i responsabili della Fondazione Cini di Venezia, presso cui sono custoditi i materiali delle inchieste. (D'Avenia 2018, 17)

Ora, rispetto all’ALM, il questionario marinaro dell’ALS, che nei confronti del primo ha «un rapporto di vera e propria filiazione» (ibidem), si configura come ideale prosecutore. Attraverso una revisione critica e una serie di modifiche e nuovi inserimenti, utili a creare uno strumento di indagine più snello e adatto alle condizioni odierne, è stata creata una lista di 582 domande, con una suddivisione in sezioni che ripropone sostanzialmente lo schema dell’ALM (cfr. Ruffino/D'Avenia 2010). Al di là della eliminazione della parte relativa alla flora terrestre e della riduzione dei concetti sulla navigazione a vela, la più importante innovazione del questionario ALS rispetto a quello dell’ALM è consistita nella introduzione, nella parte finale, di una ricca serie di quesiti di carattere demologico che ricostruiscono aspetti e momenti rituali (feste marinare, santi protettori, proverbi, riti propiziatori) connessi alle tradizioni marinare in grado di rivelare indirettamente la vitalità di una cultura antica che viene ancora oggi riattualizzata da celebrazioni e credenze mai dimenticate. La restituzione di questi saperi è sempre resa in una trascrizione ortografica semplificata, esattamente come accade per gli etnotesti. Per la parte paremiologica è stata adottata una lista di proverbi scelti da varie fonti, soprattutto da Pitrè, e per ciascun proverbio, in parentesi, è riportato il luogo in cui è conosciuto e utilizzato e, se presenti, sono annotate tutte le varianti riscontrate.

Il percorso investigativo si conclude con la raccolta di un brano di parlato spontaneo, attraverso il quale l’informatore consegna al raccoglitore uno scrigno di memorie personali cosicché, al quadro linguistico, si affianca felicemente e produttivamente quello metalinguistico, restituito –  qui come in altre parti dell’inchiesta riguardanti le tecniche di pesca, le specie ittiche, le nozioni geomorfologiche e meteorologiche – mediante la produzione di complessi etnotesti.

Riguardo alla rete dei punti di rilevamento, sono state incluse tutte le isole minori, tranne Ustica, assieme ai centri marinari più importanti e ai punti di minore rilevanza marinara, al fine di fornire un profilo rappresentativo e coerente della costa siciliana. Per contiguità non soltanto geografica, ma anche linguistica, è stata inclusa nella rete anche l’isola di Malta (cfr. § I.4). Le inchieste marinare sono state quindi condotte nei seguenti 21 centri marinari (qui riportati secondo la progressione ovest-est, tipica di tutte le reti di inchiesta ALS): San Vito Lo Capo (Tp), Mazara del Vallo (Tp), Favignana (Tp), Pantelleria (Tp), Terrasini (Pa), Porticello (Pa), Sciacca (Ag), Porto Empedocle (Ag), Licata (Ag), Lampedusa (Ag), Ganzirri (Me), Sant’Agata di Militello (Me), Giardini Naxos (Me), Lipari (Me), Riposto (Ct), Acitrezza (Ct), Augusta (Sr) Portopalo di Capo Passero (Sr), Scoglitti (Rg), Pozzallo (Rg), Malta.

2.11. Le pratiche venatorie: il linguaggio dei cacciatori tra «invenzione e metafora»

Il lessico venatorio – settore privilegiato delle attività di ricerca dell’ALS (cfr. DEFAULT) – lascia emergere, più di ogni altro vocabolario settoriale, una forte componente creativa che, sullo sfondo dell’universo della cultura dialettale, permette di studiare le estensioni di significato e i percorsi metaforici di andata e ritorno dalla lingua comune a quella delle pratiche venatorie (cfr. Sottile 2018). Una condizione, questa, che fa osservare l’esistenza «di una sorta di filo conduttore, di un motivo fondamentale che, muovendo da un ambito agricolo, si espande all’intera sfera venatoria» (Ruffino 1984, 527):

La straordinaria invenzione metaforica, tipica della terminologia dei cacciatori, può essere osservata, per esempio, nelle denominazioni scherzose del fucile da caccia6 (cfr. Ruffino/Sottile in stampa): se si esclude il denotativo scupetta, i numerosi altri nomi si declinano in una serie di traslati, la maggior parte dei quali si fonda su un processo di banalizzazione e declassamento a funzione miserevole dell’arma da fuoco, fino a vere e proprie formazioni spregiative (nel caso in cui ci si riferisce, scherzando, allo schioppo dei compagni di battuta). Per tali denominazioni, le metafore, che attingono a diversi ambiti motivazionali, che vanno dall’universo ludico a quello agricolo-vegetale, possono essere ricondotte a ben 7 gruppi che si basano sui seguenti processi di indentificazione:

  • |fucile = giocattolo|
  • |fucile = oggetto dai meccanismi poco coesi|
  • |fucile = ferro vecchio o inutile|
  • |fucile = vecchia/antica arma da fuoco|
  • |fucile = rudimentale attrezzo agricolo|
  • |fucile = elemento vegetale secco o inutile|
  • |fucile = elemento vegetale di uso domestico|

Tali classi di denominazioni possono essere rappresentate nello schema proposto di seguito:

Motivazioni scherzose dei nomi dello schioppo

Un’ulteriore piccola classe di denominazioni appare fondata sul motivo del |soffiare| o |vomitare fuoco| che si declina nelle seguenti quattro voci: çiuscianti, participio di çiusciari ‘soffiare’; suffiuni/źźurfiuni, corrispondente a it. soffione ‘strumento per accendere lo stoppino delle bocche da fuoco’, ‘cannone’; frisciò, da connettersi probabilmente con frisciari e con alcuni valori di siciliano  fisciari ‘fischiare, di razzi o altri corpi che solcano velocemente l’aria’, ‘friggere, della polvere da sparo che tarda a prendere fuoco quando è bagnata’; cacafocu, voce diffusa anche al di fuori della Sicilia e fondata sul motivo del |cacare fuoco| che assieme a quello dello |spetezzare| compare anche in alcuni indovinelli raccolti da Giuseppe Pitrè.

Dopo la pubblicazione di numerosi saggi di prova (cfr. DEFAULT), gli ingenti materiali, raccolti in Sicilia in quasi 40 anni di ricerche sul campo e in buona parte già trascritti, saranno organizzati in un ampio repertorio strutturato secondo il modello di vocabolario-atlante (v. DEFAULT).

2.12. Seminari e convegni, pubblicazioni, collaboratori

2.12.1. I convegni e gli atti

1985: Prospettive di lavoro per un atlante linguistico-etnografico della Sicilia. Tavola rotonda con Gabriella Giacomelli, Girolamo Caracausi, Manlio Cortelazzo, Giovan Battista Pellegrini, Giovanni Ruffino, Alberto Sobrero, Tullio Telmon, Palermo, 11 ottobre 1985 (cfr. G. Ruffino, a cura e con un appendice di, Prospettive di lavoro per un atlante linguistico-etnografico della Sicilia. Atti della Tavola rotonda, Palermo, 11 ottobre 1985, Palermo 1986), nell’ambito del XV Convegno del C.S.D.I su Atlanti regionali: aspetti metodologici, linguistici e etnografici. Palermo, ottobre 1985.

1990:

  • Il progetto dell’Atlante Linguistico della Sicilia nel quadro della geolinguistica italiana e romanza. Seminario con Corrado Grassi. Palermo, 6 febbraio 1990 (cfr. G. Ruffino, a cura di, Percorsi di geografia linguistica. Idee per un atlante siciliano della cultura dialettale e dell’italiano regionale, Palermo 1995, pp. 111-130).
  • Atlanti linguistici italiani e romanzi. Esperienze a confronto. Palermo, 3-7 ottobre 1990 (cfr. G. Ruffino, a cura di, Atlanti linguistici italiani e romanzi. Esperienze a confronto. Atti del Congresso internazionale, Palermo, 3-7 ottobre 1990, Palermo 1992).

1991: Dialettologia urbana e analisi geolinguistica. Tavola rotonda con C. Grassi, F. Lo Piparo, A. A. Sobrero, R. Sornicola, E. F. Tuttle, Palermo 1991.

1995: Principi e metodi della geografia linguistica: conservazione, rinnovamento o rilancio? Tavola rotonda con E. Radtke, A. A. Sobrero, C. Grassi, J.-C. Bouvier, H. Thun, A. Pennisi. Palermo, 23 settembre 1995 (cfr. G. Ruffino, a cura di, Atti del XXI Congresso Internazionale di Linguistica e Filologia Romanza, Vol. V, Dialettologia, geolinguistica, sociolinguistica, Tübingen 1998, pp. 765-806).   

1997: La carta dei giochi. L’Atlante linguistico della Sicilia e la tradizione ludica infantile. Palermo 18-19 dicembre 1997 (cfr. G. Ruffino, a cura di, La carta dei giochi. L’Atlante Linguistico della Si­cilia e la tradizione ludica infantile. Atti delle due giornate di studio, Pa­lermo, 18-19 dicembre 1997, Palermo 1999).

1999: Problemi di trascrizione e tecniche di informatizza­zione degli Atlanti linguistici. Palermo, 19-20 novembre 1999).

2001: Percezione dello spazio, spazio della percezione. La variazione linguistica tra vecchi e nuovi strumenti di analisi. Palermo, marzo 2001 (cfr. M. D’Agostino, a cura di, Percezione dello spazio, spazio della percezione. La variazione linguistica tra vecchi e nuovi strumenti di analisi. Palermo 2002).

2002: Parlare oggi. Dinamiche linguistiche nell’Italia contemporanea. Palermo, 25 febbraio-2 marzo 2002.

2003: Gli italiani e la lingua. A quarant’anni dalla pubblicazione della Storia linguistica dell’Italia unita di Tullio De Mauro. Palermo-Bagheria, 13-14 giugno 2003 (cfr. F. Lo Piparo e G. Ruffino, Gli italiani e la lingua, Palermo 2005)

2005: Percorsi di geografia linguistica. Esperienze italiane e europee. Palermo 23-24 marzo 2005 (cfr. V. Matranga e R. Sottile, a cura di, Esperienze geolinguistiche. Percorsi di ricerca italiani e europei. Atti del Seminario di Studi su “Percorsi di Geografia linguistica esperienze italiane e europee”, Palermo, 23-24 marzo 2005, Palermo 2007).

2006: Di mestiere faccio il linguista. Percorsi di ricerca. Palermo-Castelbuono, 4-6 maggio 2006 (cfr. M. Castiglione e G. Rizzo, a cura di, Parole da gustare. Consuetudini alimentari e saperi linguistici. Atti del Convegno “Di mestiere faccio il linguista. Percorsi di ricerca”, Palermo-Castelbuono, 4-6 maggio 2006, Palermo 2007).

2008: I parlanti e le loro storie. Competenze linguistiche, strategie comunicative, livelli di analisi. Palermo-Carini-Cìnisi, 23-25 ottobre 2008.

2011:

  • Una giornata per la dialettologia (Palermo, 4 maggio 2011)
  • Tradizione, tipicità, identità nella cultura alimentare siciliana. Lo sguardo dell’Atlante Linguistico della Sicilia (Modica, 18 novembre 2011).

2012: Tradizione, tipicità, identità nella cultura alimentare siciliana. Lo sguardo dell’Atlante Linguistico della Sicilia (Catania, 27 aprile 2012).

2013: Atlante Linguistico della Sicilia – ALS. Variazione linguistica e etnodialettologia fra nuovi modelli e nuove aree di investigazione (Palermo-Terrasini, 16-18 settembre 2013).

2.12.2. Pubblicazioni, recensioni, riferimenti sull’Atlante Linguistico della Sicilia

In questo paragrafo si riporta un elenco parziale di pubblicazioni riguardanti l’Atlante Linguistico della Sicilia. Si tratta per lo più di saggi, articoli e recensioni concernenti varie ricerche che assumono i materiali ALS come base di dati, ovvero di riferimenti all’esperienza dell’Atlante siciliano, contenuti in manuali di linguistica e dialettologia o in ricognizioni, saggi e risorse on line su progetti geo/sociolinguistici.

1986

  • Ruffino, Per un atlante linguistico-etnografico della Sicilia, (Convegno su “La tradizione linguistica italiana: teorie e pratiche”, Messina-Catania, ottobre 1984), ora in Prospettive di lavoro per un atlante linguistico-etnografico della Sicilia, pp. 67-76.
  • Ruffino, a cura e con un appendice di, Prospettive di lavoro per un atlante linguistico-etnografico della Sicilia, Atti della Tavola rotonda (Palermo, 11 ottobre 1985), Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 1986.
  • Vàrvaro, Osservazioni sul progetto di un atlante linguistico della Sicilia, in «Bollettino» del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 15 (1986), pp. 439-44.

1989

  • Brincat, L’utilità di un atlante linguistico siciliano per lo studio del maltese, in Atlanti regionali: aspetti metodologici, linguistici e etnografici (Atti del XV Convegno del C.S.D.I., Palermo, ottobre 1985), Pisa 1989, pp. 79-82.
  • Ruffino, Dialetto regionale e dialetti locali: per una geografia linguistica della Sicilia, in Dialetto e letteratura (Atti del 2° Convegno di studi sul dialetto siciliano, Pachino, aprile 1987), Pachino 1989, pp. 155-69.
  • Ruffino, Parlate alloglotte e atlanti linguistici, in AA. VV., Le minoranze etniche e linguistiche (Atti del 2° Congresso internazionale, Piana degli Albanesi, settembre 1988), Palermo 1989, pp. 437-50.
  • Ruffino, A proposito del contatto dialetto/lingua: prime ipotesi di lavoro per un atlante linguistico della Sicilia, in «Atti dell’Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Palermo», Serie Quinta, 9 (1988-89), pp. 99-123.
  • Ruffino, Il Centro di studi filologici e liguistici siciliani, in «Nuove effemeridi», II/6 (1989), pp. 87-92.

1990

  • Pennisi, Piano di informatizzazione dell’Atlante linguistico della Sicilia. Fondamenti, strategie, progetto, Palermo 1990.
  • Stehl, Geolinguistica regionale e analisi variazionale. Considerazioni metodologiche per l’Atlante linguistico della Sicilia, in «Bollettino» del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 16 (1990), pp. 119-59.

1991

  • Grassi, L’approccio geografico. Strumenti e metodi di ricerca sul campo, in «RID», XV (1991), pp. 7-16.
  • Dialettologia urbana e analisi geolinguistica. Tavola rotonda con C. Grassi, F. Lo Piparo, A. A. Sobrero, R. Sornicola, E. F. Tuttle, Palermo 1991.
  • Pennisi, L’informatica per la dialettologia, in «RID», XV (1991), 137-64.
  • Ruffino, L’osservazione della dinamica linguistica, in «RID», XV (1991), pp. 113-36.

1992

  • D’Agostino, La scelta dei punti variazionali nell’Atlante linguistico della Sicilia (ALS): problemi e strumenti, in G. Ruffino, a cura di, Atlanti linguistici italiani e romanzi. Esperienze a confronto (Atti del Congresso internazionale, Palermo, 3-7 ottobre 1990), Palermo 1992, pp. 447-57.
  • Pennisi, L’informatizzazione dei dati linguistici: problematiche e prospettive, in G. Ruffino, a cura di, Atlanti linguistici italiani e romanzi. Esperienze a confronto (Atti del Congresso internazionale, Palermo, 3-7 ottobre 1990), Palermo 1992, pp. 119-56.
  • Ruffino, L’atlante linguistico della Sicilia (ALS): dalla fase progettuale alla fase operativa, in Id., a cura di [vedi sotto], pp. 435-44.
  • Ruffino, a cura di, Atlanti linguistici italiani e romanzi. Esperienze a confronto (Atti del Congresso internazionale, Palermo, 3-7 ottobre 1990), Palermo 1992.

1993

  • Matranga, I centri siculo-albanesi e l’Atlante linguistico della Sicilia (ALS): alcune ipotesi per il rilevamento dei dati variazionali, in Gli albanesi d’Italia e la Rilindja albanese (Atti del XVI Congresso internazionale di studi albanesi, Palermo, novembre 1990), Palermo 1993, pp. 117-24.
  • Ruffino, L’ALS e cultura alimentare tradizionale in Sicilia: esperienze di ricerca, in «Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano», IIIs, 17 (1993), pp. 55-58.
  • Ruffino, Varietas coquinaria: metafore alimentari e reinterpretazioni paretimologiche: alcuni (as)saggi siciliani, in R. Bauer, H. Fröhlich, D. Kattenbusch, a cura di, Varietas delectat, Heidelberg 1993, pp. 157-68.
  • Ruffino e M. D’Agostino, Dialettologia rurale e dialettologia urbana nel progetto ALS (Atlante linguistico della Sicilia), in «Contributi di filologia dell’Italia mediana», 7 (1993), pp. 207-25.

1994

  • D’Agostino, L’Atlante siciliano, in «Italiano e oltre», 9/2 (1994), pp. 81-3.
  • Ruffino, I pani di Pasqua in Sicilia. Note antropologiche e geolinguistiche, in «Quaderni dell’Istituto di Glottologia», dell’Università G. D’Annunzio di Chieti, 6 (1994), pp. 205-11.
  • Ruffino e M. D’Agostino, L’ALS: un programma geolinguistico per la Sicilia dei nostri giorni, in P. García Mouton, Geolingüística. Trabajos europeos, Madrid 1994, pp. 198-224.

1995

  • Alfonzetti, Code Switching e Code Mixing nell’Atlante linguistico della Sicilia, in M. T. Romanello, I. Tempesta, a cura di, Dialetti e lingue nazionali (Atti del XXVII Congresso internazionale di studi della Società di linguistica Italiana, Lecce. 28-30 ottobre 1993), vol. SLI 35, Roma 1995, pp. 413-31.
  • Mocciaro, Scheda su G. Ruffino, L’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS) dalla fase progettuale alla fase operativa; pubblicato in G. Ruffino, a cura di, Atlanti linguistici italiani e romanzi. Esperienze a confronto. Atti del Convegno Internazionale, Palermo, 3-7 ottobre 1990, Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 1992 (pp. 435-446), in Sicilia, 199, «RID», XIX (1995), p. 378.
  • Mocciaro, Scheda su G. Ruffino, A proposito del contatto lingua/dialetto: prime ipotesi di lavoro per un Atlante Linguistico della Sicilia; pubblicato in Atti dell’Accademia di Scienze, Lettere e Arte di Palermo, Serie Quinta, IX, 1991 (pp. 101-23), in Sicilia, 200, «RID», XIX (1995), p. 378.
  • Mocciaro, Scheda su M. D’Agostino - G. Ruffino, Dialettologia rurale e dialettologia urbana nel progetto ALS (Atlante Linguistico della Sicilia); pubblicato in Contributi di filologia dell’Italia mediana, VII, 1993 (pp. 207-25), in Sicilia, 201, «RID», XIX (1995), pp. 378-79.
  • Mocciaro, Scheda su M. D’Agostino, La scelta dei punti variazionali nell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS): problemi e strumenti; pubblicato in G. Ruffino, a cura di, Atlanti linguistici italiani e romanzi. Esperienze a confronto. Atti del Convegno Internazionale, Palermo 3-7 ottobre 1990, Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 1992 (pp. 447-455), in Sicilia, 202, «RID», XIX (1995), p. 379.

1996

  • Berruto, Scheda su Mari D’Agostino, Antonino Pennisi, Per una sociolinguistica spaziale. Modelli e rappresentazioni della variabilità linguistica nell’esperienza dell’ALS [Materiali e Ricerche dell’ALS, 4, 1995], in Generalità, 464, «RID», XX (1996), pp. 201-02.
  • D’Agostino, Spazio, città, lingue. Ragionando su Palermo, in «RID», XX (1996), pp. 35-87.
  • Grassi, Brevi note sulle prospettive della geografia linguistica romanza (a proposito di una recente pubblicazione), in «RID», XX (1996), pp. 161-66.
  • Ruffino, Linee di discussione e ipotesi di lavoro per l’Atlante linguistico della Sicilia (ALS), in «Actas do XIX Congreso Internacional de lingüística e Filoloxía Románicas» (Univesidade de Santiago de Compostela, 1989), A Coruña 1996, pp. 649-82.
  • Ruffino, Il progetto dell’atlante linguistico della Sicilia nel quadro dell’attuale geolinguistica regionale italiana, in E. Radtke e H. Thun, a cura di, Neue Wege der romanischen Geolinguistik, Heidelberg-Mainz 1996, pp. 113-33.

1997

  • Atlante Linguistico della Sicilia [Brochure pubblicata in occasione della presentazione ufficiale del progetto ALS, Palermo, 7 febbraio 2007, Palazzo Chiaromonte], Palermo 1997.
  • D’Agostino, Un programme de sociolinguistique de l’espace: l’Atlante linguistico della Sicilia (ALS), in «Géolinguistique», 7 (1997), pp. 159-81.
  • Grassi, A.A. Sobrero, T. Telmon, Fondamenti di dialettologia italiana, Roma-Bari 1997, p. 345.
  • Mocciaro, Gli atlanti linguistici e le inchieste marinare e pescherecce: dall’ALM all’ALS, in G. Marcato, a cura di, I dialetti e il mare (Atti del Congresso internazionale di studi in onore di Manlio Cortelazzo, Chioggia, 21-25 settembre 1996), Padova 1997, pp. 101-20.
  • Mocciaro, Scheda su A. Leone, Profilo di sintassi siciliana [Materiali e Ricerche dell’Atlante Linguistico della Sicilia, 3, 1995], in Sicilia, 301, «RID», XXI (1997), p. 295.
  • Mocciaro, Scheda su G. Ruffino, a cura di, Percorsi di geografia linguistica. Idee per un atlante siciliano della cultura dialettale e dell’italiano regionale [Materiali e Ricerche dell’Atlante Linguistico della Sicilia, 1, 1995], in Sicilia, 307, «RID», XXI (1997), pp. 299-301.
  • Mocciaro, Scheda su G. Ruffino, L’ALS e la cultura alimentare tradizionale in Sicilia: esperienze di ricerca; pubblicato in «Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano», IIIs., 17, 1993 (pp. 55-58), in Sicilia, 317, «RID», XXI (1997), p. 306.
  • Mocciaro, Scheda su G. Ruffino, I pani di Pasqua in Sicilia. Un saggio di geografia linguistica e etnografica [Materiali e Ricerche dell’Atlante Linguistico della Sicilia, 2, 1995], in Sicilia, 318, «RID», XXI (1997), pp. 306-307.

1998

  • Colonna Romano e G. Mammana, Italiano regionale in Sicilia in una prospettiva diatopica, in G. Ruffino, a cura di, Atti del XXI Congresso Internazionale di Linguistica e Filologia Romanza, Vol. V, Dialettologia, geolinguistica, sociolinguistica, Tübingen 1998, pp. 129-41.
  • D’Agostino, Nuovi percorsi di una linguistica socio-spaziale, Riflessioni ed esperienze nel lavoro dell’ALS, in G. Ruffino, a cura di, Atti del XXI Congresso Internazionale di Linguistica e Filologia Romanza, Vol. V, Dialettologia, geolinguistica, sociolinguistica, Tübingen 1998, pp. 199-216.
  • Grassi, Giochi infantili tradizionali con piante, fiori e animali: aspetti linguistici e etnografici, in S. D’Onofrio e R. Gualdo, a cura di, Le solidarietà. La cultura materiale in linguistica e in antropologia (Atti del Seminario di Lecce, novembre-dicembre 1996), Galatina 1998, pp. 247-60.
  • Matranga, Un atlante linguistico della Sicilia, in «Biblios» (Servizio di informazione bibliografica e culturale della Biblioteca “S. Schirò” di Piana degli Albanesi), 11 (1988), pp. 10-11.
  • Matranga, Recensione a Giovanni Ruffino, a cura di, Percorsi di geografia linguistica. Idee per un atlante della cultura dialettale e dell’italiano regionale [Materiali e Ricerche dell’ALS, 1, 1995], in «Archivio Antropologico Mediterraneo», I (1998), p. 150.
  • Romanello, Atlanti linguistici e cultura materiale, in S. D’Onofrio e R. Gualdo, a cura di, Le solidarietà. La cultura materiale in linguistica e in antropologia (Atti del Seminario di Lecce, novembre-dicembre 1996), Galatina 1998, pp. 223-36.
  • Principi e metodi della geografia linguistica: conservazione, rinnovamento o rilancio? Tavola rotonda con E. Radtke, A. A. Sobrero, C. Grassi, J.-C. Bouvier, H. Thun, A. Pennisi, in G. Ruffino, a cura di, Atti del XXI Congresso Internazionale di Linguistica e Filologia Romanza, vol. V, Dialettologia, geolinguistica, sociolinguistica, Tübingen 1998, pp. 765-806.   

1999

  • Amenta, Tra lingua e dialetto: le perifrasi aspettuali nell’italiano regionale di Sicilia, in «RID», XXIII (1999), 87-111.
  • Ruffino, L’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS). Premesse metodologiche, stato dei lavori, prospettive, in «Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano», IIIs, 23 (1999), pp. 191-97.

2000

  • D’Agostino, La nuova generazione di atlanti linguistici, intervento alla Tavola Rotonda su Atlas linguistique et variabilité (Atti del XXII Congresso Internazionale di Linguistica e Filologia Romanza, Bruxelles, 23-29 luglio 1998), Tübingen 2000, pp. 417-23.
  • Mocciaro, Scheda su M. D’Agostino, Nuovi percorsi di una linguistica socio-spaziale. Riflessioni ed esperienze nel lavoro dell’ALS; pubblicato in Giovanni Ruffino, a cura di, Atti del XXI Congresso di linguistica e filologia romanza, Vol. 5. Dialettologia, geolinguistica, sociolinguistica, Tübingen, Niemeyer, 1998 (pp. 199-216), in Sicilia, 331, «RID», XXIV (2000), p. 353.
  • Mocciaro, Scheda su M. D’Agostino, a cura di, Aspetti della variabilità [Materiali e Ricerche dell’Atlante Linguistico della Sicilia 5, 1997], in Sicilia, 332, «RID», XXIV (2000), pp. 353-56
  • Mocciaro, Scheda su G. Ruffino, L’Atlante Linguistico della Sicilia e la tradizione ludica infantile; pubblicato in G. Ruffino, a cura di, La carta dei giochi. L’Atlante Linguistico della Sicilia e la tradizione ludica infantile [Materiali e Ricerche dell’Atlante Linguistico della Sicilia, 7, 1999, pp. 49-81], in Sicilia, 339, «RID», XXIV (2000), pp. 358-59.
  • Mocciaro, Scheda su G. Ruffino, a cura di, I nomi della trottola e la memoria del gioco, con la collaborazione di M. Castiglione, V. Matranga, G. Rizzo [Materiali e Ricerche dell’Atlante Linguistico della Sicilia, 6, Palermo, 1997], in Sicilia, 340, «RID», XXIV (2000), p. 359.
  • Mocciaro, Scheda su L. Bonura, «Bambino che complica/disturba il gioco». Lettura di un carta “complicata”; pubblicato in G. Ruffino, a cura di, La carta dei giochi. L’Atlante Linguistico della Sicilia e la tradizione ludica infantile [Materiali e Ricerche dell’Atlante Linguistico della Sicilia, 7, 1999, pp. 83-104], in Sicilia, 341, «RID», XXIV (2000), pp. 359-60.
  • Mocciaro, Scheda su N. Bernardi, Raccoglitore, informatore, memoria del gioco. Riflessioni sulla prima campagna di rilevamenti ALS; pubblicato in G. Ruffino, a cura di, La carta dei giochi. L’Atlante Linguistico della Sicilia e la tradizione ludica infantile [Materiali e Ricerche dell’Atlante Linguistico della Sicilia 7, 1999, pp. 108-111], in Sicilia, 342, «RID», XXIV (2000), p. 360.
  • Mocciaro, Scheda su A.G. Mocciaro, Atlante Linguistico della Sicilia: sui procedimenti di indagine nei punti galloitalici; pubblicato in S.C. Trovato, a cura di, Dialetti galloitalici dal nord al sud, Saggi e Materiali 2, Convegno di Studi, Piazza Armerina 7-9 aprile, 1994, Enna, Il Lunario 1999 (pp. 189-210), in Sicilia, 352, «RID», XXIV (2000), pp. 365-66.
  • Mocciaro, Scheda su S.C. Trovato, Considerazioni in margine alle inchieste ALS. I giochi nei due punti galloitalici; pubblicato in G. Ruffino, a cura di, La carta dei giochi. L’Atlante Linguistico della Sicilia e la tradizione ludica infantile [Materiali e Ricerche dell’Atlante Linguistico della Sicilia, 7, 1999, pp. 125-134], in Sicilia, 355, «RID», XXIV (2000), pp. 367-68.

2001

  • D’Agostino, A. Pennisi, ‘Veder racchiuso in breve spazio il mondo’. Atlanti variazionali e teorie del linguaggio, in F. Albano Leoni, E. Stenta Krosbakken, R. Sornicola, C. Stromboli, a cura di, Dati empirici e teorie linguistiche (Atti del XXXIII Congresso della Società di Linguistica Italiana, Napoli, 28-30 ottobre 1999), Roma 2001, pp. 59-74.

2002

  • Amenta, La sintassi nel Questionario sociovariazionale dell’ALS: analisi delle sezioni VI e X, in G. Marcato, a cura di, La dialettologia oltre il 2001 (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 1-5 luglio 2001), Padova 2002, pp. 339-46.
  • Castiglione, Parole, cose e ggiummi, in G. Marcato, a cura di, La dialettologia oltre il 2001 (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 1-5 luglio 2001), Padova 2002, pp. 347-54.
  • D’Agostino, Reti familiari in Sicilia: dinamiche urbane e rurali, in Th. Krefeld, a cura di, Spazio vissuto e dinamica linguistica. Varietà meridionali in Italia e in emigrazione (Atti del Congresso Internazionale, Monaco, 11-13 Febbraio 2000), Frankfurt am Mein 2002, pp. 47-60.
  • Marcato, Dialetto, dialetti e italiano, Bologna 2002, p. 157.
  • Ruffino, Geografia linguistica fra tradizione e innovazione, in G. Marcato, a cura di, La dialettologia oltre il 2001 (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 1-5 luglio 2001), Padova 2002, pp. 73-83.
  • Sornicola, Dialettologia sociologica, in I dialetti italiani. Storia, struttura, uso, a cura di M. Cortelazzo, C. Marcato, N. De Blasi, G. P. Clivio, UTET, Torino 2002, pp. 43-63 (cfr. in partic. pp. 54, 57).
  • Sottile, cultura tradizionale tra conservazione e innovazione: L’esempio del Lessico dei pastori delle Madonie, in G. Marcato, a cura di, La dialettologia oltre il 2001 (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 1-5 luglio 2001), Padova 2002, pp. 355-60.

2003

  • D’Agostino, Archivi e banche dati di parlato: le esperienze siciliane, in G. De Marco, a cura di, Prospettive per un Archivio multimediale del Novecento in Sicilia, Cinisello Balsamo-Milano 2003, pp. 40-4.
  • D’Agostino, M. Castiglione, I. Lo Nigro, Dinamiche sociospaziali e percezione linguistica. Esperienze siciliane, in M. Cini e R. Regis, a cura di, Che cosa ne pensa oggi Chiaffredo Roux? Percorsi della dialettologia percettiva all’alba del nuovo millennio (Atti del Convegno internazionale, Bardonecchia, 25-27 maggio 2000), Alessandria 2003, pp. 173-88.
  • Matranga, Un atlante linguistico per la Sicilia, in «Sicilia. Antichi miti nuovi simboli», 7 (2002-2003), pp. 20-5.
  • Ruffino, Vocabolari diatopici e programmi integrati di raccolta, in Aa. Vv., Studi in onore di Oronzo Parlangèli, Firenze 2003, pp. 55-66.

2004

  • Amenta, Modalità e modi nell’italiano regionale di Sicilia. Analisi di un corpus di parlato, in «Bollettino» del Centro di studi filogici e linguistici siciliani, 20 (2004), pp. 359-83.
  • Amenta, I tempi nel testo tra narrazione e strategie di comunicazione: un’analisi di un corpus di parlato, in P. D’Achille, a cura di, Generi, architetture e forme testuali (Atti del VII Congresso Internazionale SILFI, Roma, 1-5 ottobre 2002), Firenze 2004, pp. 187-200.
  • Bonura, L’ALS e la montagna, in G. Marcato, a cura di, I dialetti e la montagna (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 2-6 luglio 2003), Padova 2004, pp. 67-79.
  • Castiglione, Dentro l’Atlante linguistico della Sicilia (ALS): la fase operativa, in «Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano», IIIs, 28 (2004), pp. 209-28.
  • Gentile, R. Sorbello, S. Cassarà, D. Massara, Progetto per l’informatizzazione dell’Atlante Linguistico della Sicilia, Rapporto tecnico n. 7 (prot. 668, del 378/2004), Dip. Ingegneria Informatica, Palermo 2004.
  • Gentile, R. Sorbello, S. Cassarà, D. Massara, Progetto per l’informatizzazione dell’Atlante Linguistico della Sicilia, Rapporto tecnico n. 8 (prot. 668, del 378/2004), Dip. Ingegneria Informatica, Palermo 2004.
  • Mocciaro, Scheda su V. Matranga, Le inchieste sui giochi fanciulleschi nei centri siculo-albanesi dell’ALS. Spunti e appunti; pubblicato in G. Ruffino, a cura di, La carta dei giochi. L’Atlante Linguistico della Sicilia e la tradizione ludica infantile [Materiali e Ricerche dell’Atlante Linguistico della Sicilia, 7, 1999, pp. 125-134], in Sicilia, 357, «RID», XXIV (2000), pp. 368-69.
  • Mocciaro, Scheda su G. Ruffino, Atlante Linguistico della Sicilia (ALS). Premesse metodologiche, stato dei lavori, prospettive; pubblicato in «Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano», IIIs., 23, 1999 (pp. 191-97), in Sicilia, 369, «RID», XXVIII (2004), p. 378.
  • Mocciaro, Scheda su L. Amenta, La sintassi nel questionario sociovariazionale dell’ALS; analisi delle sezioni VI e X; pubblicato in G. Marcato, a cura di, Atti del convegno Sappada/Plodn (Belluno), 1-5 luglio 2001, Padova, Unipress, 2002 (pp. 339-45), in Sicilia, 373, «RID», XXVIII (2004), p. 381.
  • Mocciaro, Scheda su M. Castiglione, Esclusioni, convivenze, diserzioni: le scelte linguistiche delle fonti ALS; pubblicato in M. D’Agostino, Percezione dello spazio, spazio della percezione. La variazione linguistica tra nuovi e vecchi strumenti di analisi [Materiali e Ricerche dell’Atlante Linguistico della Sicilia, 10, 2002, pp. 135-145], in Sicilia, 378, «RID», XXVIII (2004), pp. 383-84.
  • Mocciaro, Scheda su M. Castiglione, Parole, cose e ggiummi; pubblicato in G. Marcato, a cura di, La dialettologia oltre il 2001. Atti del convegno Sappada/Plodn (Belluno), 1-5 luglio 2001), Padova, Unipress, 2002 (pp. 347-354), in Sicilia, 383, «RID», XXVIII (2004), p. 386.
  • Paternostro, Un parlante, tanti parlati. Riflessioni sulle produzioni delle fonti nella geolinguistica variazionista, in «RID», XXVIII (2004), pp. 45-86.
  • Ruffino, L’archivio delle parlate siciliane, in «Bollettino della Nastroteca» (2004), pp. 66-8.
  • Trovato, Scheda su G. Ruffino e N. Bernardi, Per una ricerca sulla cultura alimentare e sul lessico gastronomico in Sicilia. Appunti e materiali [Piccola Biblioteca dell’ALS, 1, 2000], in Sicilia, 391, «RID», XXVIII (2004), pp. 390-91.
  • Trovato, Scheda su G. Ruffino, N. Bernardi, L. Bonura, M. Castiglione, V. Matranga, G. Rizzo, R. Sottile, I giochi fanciulleschi tradizionali. Integrazioni e aggiunte al questionario [Piccola Biblioteca dell’ALS, 2, 2000], in Sicilia, 392, «RID», XXVIII (2004), p. 391.
  • Trovato, Scheda su M. Castiglione, Parole dal sottosuolo. Lingua e cultura delle zolfare nissene [Materiali e ricerche dell’ALS 8, 1999], in Sicilia, 390, «RID», XXVIII (2004), p. 390.
  • Trovato, Scheda su M. Genchi, G. Cannizzaro, Lessico del dialetto di Castelbuono [Materiali e ricerche dell’ALS 9, 2000], in Sicilia, 393, «RID», XXVIII (2004), pp. 391-92.
  • Trovato, Scheda su R. Sottile, Lessico dei pastori delle Madonie [Materiali e ricerche dell’ALS 11, 2002], in Sicilia, 387, «RID», XXVIII (2004), p. 388.

2005

  • Serio, G. Soriani, A. Romano, Lo spazio acustico delle vocali italiane di alcuni adolescenti palermitani, in «Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano», IIIs, 29 (2005), pp. 189-202.

2006

  • Amenta, La perifrasi aviri da/a + infinito nel siciliano contemporaneo. Analisi di un campione di dati ALS, in «RID», XXX (2006), pp. 59-74.
  • Berruto, Scheda su M. D’Agostino e G. Paternostro, a cura di, Costruendo i dati. Metodi di raccolta, revisione e organizzazione della banca dati nella sezione sociovariazionale [Materiali e Ricerche dell’ALS, 17, 2006], in Generalità, 591, «RID», XXX (2006), pp. 271-72.
  • Bonura, E. Capitummino e G. Rizzo, Dialetti, adolescenti e gioco. Persistenze e innovazioni, in G. Marcato, a cura di, Giovani, lingue e dialetti (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 29 giugno-3 luglio 2005). Padova 2006, pp. 303-09.
  • Castiglione, Dal siciliano all’italiano: adolescenti e test traduttivi, in I. Tempesta, M. Maggio, a cura di, Lingue in contatto a scuola. Tra italiano, dialetto e italiano L2 (Atti del XIII Convegno GISCEL su “Il linguaggio dall’infanzia all’adolescenza: tra italiano, dialetto e italiano L2”, Lecce, 22-25 aprile 2004), Padova 2006, pp. 213-20.
  • Castiglione, D. Di Pietra, Un significante per tanti significati. I giovani nisseni, in G. Marcato, a cura di, Giovani, lingue e dialetti (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 29 giugno-3 luglio 2005), Padova, 2006, pp. 353-60.
  • Krefeld, Modellando lo spazio in prospettiva linguistica, Spazi comunicativi-Kommunikative Räume 1, Frankfurt am Mein, 2006.

2007

  • Amenta, Le frasi condizionali in siciliano: tra sincronia e diacronia, in «Bollettino» del Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani, XXI (2007), pp. 517-38.
  • Amenta, Processi di semplificazione della morfologia verbale in una varietà di italiano parlato, in «RID», XXXI (2007), pp. 7-18.
  • Amenta, M. Castiglione, Nuove categorie per la definizione di italiano regionale, in «Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano», IIIs, 31 (2007), pp. 59-81.
  • Bonura, G. Rizzo, Lo spazio vissuto: tra creatività e memoria. Saggio di (micro)toponomastica in un comune siciliano, in G. Marcato, a cura di, Dialetto, memoria e fantasia (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 28 giugno-2 luglio 2006), Padova 2007, pp. 421-27.
  • Fanciullo, Recensione a V. Matranga, Parole e azioni ludiche. Il gioco della lippa in Sicilia in prospettiva geolinguistica [Piccola biblioteca dell’ALS, 4, 2004], in «L’Italia Dialettale» (2007), pp. 66-7.
  • Germanotta, G. Soriani, Il lessico dialettale tra competenza attiva e competenza passiva. Alcuni dati delle inchieste ALS, in G. Marcato, a cura di, Dialetto memoria e fantasia (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 28 giugno-2 luglio 2006), Padova 2007. pp. 461-67.
  • Grassi – A. Sobrero – T. Telmon, Fondamenti di dialettologia italiana, Roma-Bari 2007, pp. 335, 345.
  • Krefeld, Dal punto diatopico alla diatopia del punto: una prospettiva promettente, in G. Raimondi e L. Revelli, a cura di, La dialectologie aujourd’hui (Atti del Convegno internazionale “Dove va la dialettologia?”, Saint-Vincent-Aosta-Cogne, 21-24 settembre 2006), Alessandria 2007, pp. 37-50.
  • Regis, Scheda su Gianna Marcato, a cura di, Giovani lingue e dialetti, Padova Unipress 2006 [Quaderni di dialettologia – 11], in Generalità, 579, «RID», XX (2007), pp. 254-55.
  • Giacomarra, fare cultura in Sicilia. Percorsi di sociologia dei processi culturali, Caltanissetta-Roma 2007, pp. 85-92.
  • Tempesta, Scheda su M. Castiglione, G. Rizzo, a cura di, Parole da gustare. Consuetudini alimentari e saperi linguistici [Materiali e Ricerche dell’ALS, 19, 2007], in Generalità, 618, «RID», XXXI (2007), pp. 291-92.

2008

  • Bonura, E. Capitummino e G. Rizzo, Il pane a tavola. Modelli di produzione e fruizione etno-dialettali, in G. Marcato, a cura di, L’Italia dei dialetti (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 27 giugno-1 luglio 2007), Padova 2008, pp. 417-24.
  • De Fano, Scheda su V. Matranga, R. Sottile, a cura di, Esperienze geolinguistiche. Percorsi di ricerca italiani e europei, Atti del Seminario di studi su Percorsi di geografia linguistica. Esperienze italiane e europee (Palermo, 22-24 marzo 2005) [Materiali e Ricerche dell’ALS, 18, 2007], in Generalità, 636, «RID», XXXII (2008), pp. 232-33.
  • Soriani, Tratti bandiera in area palermitana. Alcuni dati, in G. Marcato, a cura di, L’Italia dei dialetti (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 27 giugno-1 luglio 2007), Padova 2008, pp. 335-43.
  • Soriani, Il dittongamento di /E/ e /O/ toniche nell’area metropolitana di Palermo. Dinamiche socio-spaziali e percezionali, in «Géolinguistique», 10 (2008), pp. 111-66.

2009

  • Amenta, M. Castiglione, Profili familiari tra competenza dichiarata ed esibita, in G Marcato, a cura di, Dialetto. Uso, funzioni, forma (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 25-29 giugno 2008), Padova 2009, pp. 457-64.
  • Avolio, Lingue e dialetti d’Italia, Roma 2009, p. 110.
  • Castiglione, Stili alimentari nell’area dello zolfo: parlanti, parole, cibi (quasi) scomparsi, in C. Robustelli, G. Frosini, Storia della lingua e storia della cucina. Parola e cibo: due linguaggi per la storia della società italiana (Atti del Convegno ASLI, Modena, 20-22 settembre 2007), Firenze 2009, pp. 567-82.
  • Cerruti, Scheda su L. Amenta, G. Paternostro, a cura di, I parlanti e le loro storie. Competenze linguistiche, strategie comunicative, livelli di analisi. Atti del Convegno internazionale di studi del Centro di studi filologici e linguistici siciliani (Carini-Valderice, ottobre 2008) [Materiali e Ricerche dell’ALS, 22, 2009], in Generalità, 671, «RID», XXXIII (2009), pp. 302-05.
  • Loporcaro, Profilo linguistico dei dialetti italiani, Laterza, Roma-Bari 2009, pp. 31, 158.
  • Lospennato, G. Paternostro, Narrazioni orali a confronto nel corpus dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS), in G. Marcato, a cura di, Dialetto. Uso, funzioni, forma (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 25-29 giugno 2008), Padova 2009, pp. 171-76.
  • Pirrone e A. Gentile, V. Cannella, G. Russo, XML-Based Knowledge Discovery for the Linguistic Atlas of Sicily (ALS) Project, in Proceeding of 2009 CISIS Conference, Kukuoka, March 2009.
  • Ruffino, Pratiche alimentari e geografia linguistica: dall’Atlante italo-svizzero (AIS) all’Atlante linguistico della Sicilia (ALS), in G. Tesio, a cura di, con la collaborazione di G. Pennaroli, Di cotte e di crude. Cibo, culture, comunità (Atti del Convegno Internazionale di studi, Vercelli-Pollenzo, 15-17 marzo 2007), Torino 2009, pp. 123-39.
  • Ruffino, G. Rizzo, R. Sottile, La cultura alimentare nell’ALS tra parola e parlato, in C. Robustelli, G. Frosini, Storia della lingua e storia della cucina. Parola e cibo: due linguaggi per la storia della società italiana (Atti del Convegno ASLI, Modena, 20-22 settembre 2007), Firenze 2009, pp. 87-98
  • Soriani, La palatalizzazione di /r/ preconsonantica nell’area metropolitana di Palermo. Dinamiche dell’uso e dinamiche sull’uso, in G. Marcato, a cura di, Dialetto. Uso, funzioni, forma (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 25-29 giugno 2008), Padova 2009, 137-42.
  • Ruffino, Lessicografia dialettale e geografia linguistica. Prospettive convergenti nell’Atlante linguistico della Sicilia, in S.C. Trovato, a cura di, Studi linguistici in onore di Giovanni Tropea, Alessandria, 2009, pp. 473-81.
  • Sottile, Le isoglosse del gusto. Pratiche gastronomiche e geolinguistica in Sicilia, in G. Marcato, a cura di, Dialetto. Uso, funzioni, forma (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 25-29 giugno 2008), Padova 2009, pp. 137-42.
  • Tempesta, Scheda su G. Rizzo, Modelli di rappresentazione dell’universo ludico tradizionale [Materiali e Ricerche dell’ALS, 21, 2008], in Generalità, 674, «RID», XXXIII (2009), pp. 307-08.

2010

  • Amenta, The Sicilian periphrasis aviri a + infinitive in contemporary Sicilian dialect, in R. D’Alessandro, A. Ledgeway, I. Roberts, a cura di, Syntactic Variation. The Dialects of Italy, Cambridge 2010, pp. 171-85.
  • Amenta, Perifrasi verbali in siciliano, in J. Garzonio, a cura di, Studi sui dialetti della Sicilia, Padova 2010, pp. 1-20.
  • Amenta, La reduplicazione sintattica in siciliano, in «Bollettino» del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 22 (2010), pp. 345-58.
  • Balbis, Recensione a R. Sottile e M. Genchi, Lessico della cultura dialettale delle Madonie. 1. L’alimentazione [L’ALS per la Scuola e il Territorio, 1, 2010], in «Bollettino dell’Atlante Liguistico Italiano», IIIs, 34 (2010), pp. 226-27.
  • Caffarelli, Recensione a G. Ruffino, Mestieri e lavoro nei soprannomi siciliani. Un saggio di geoantroponomastica, [Materiali e Ricerche dell’ALS, 24, 2009], in «RIOn», XVI (2010), 2, pp. 638-641.
  • Cugno, L. Massobrio, Atlanti linguistici, in «Enciclopedia dell’italiano Treccani», 2010, p. 124 e carta “la trottola”, p. 1620.
  • D’Agostino, R. Sottile, L’Atlante linguistico della Sicilia 20 anni dopo, in «Italienisch. Zeitschrift für italienische Sprache und Literatur», 64 (2010), pp. 45-58.
  • D’Agostino, V. Pinello, La Sicilia linguistica fra frammentazione e continuità, in Th. Krefeld, E. Pustka, a cura di, Perzeptive Varietätenlinguistik, Frankfurt am Main 2010, pp. 313-36.
  • Matranga, Considerazioni preliminari alla cartografazione di un concetto della cultura alimentare: il caso delle focacce siciliane, in N. Prantera, A. Mendicino, C. Citraro, a cura di, Parole. Il lessico come strumento per organizzare e trasmettere gli etnosaperi, Rende 2010, pp. 539-59.
  • Colonna Romano, N. Paesano, Lessico dialettale e trasmissione familiare in due metropoli siciliane, in G. Marcato, a cura di, Tra lingua e dialetto (Atti del Convegno di dialettologia, Sappada/Plodn [Bl], 25-30 giugno 2009), Padova 2010, pp. 261-68.
  • Paternostro, La narrazione autobiografica in prospettiva sociolinguistica. Interazione, discorso e parlanti nelle inchieste dell'Atlante Linguistico della Sicilia (ALS), in «Studi Italiani di Linguistica Teorica e Applicata», 2 (2010), pp. 265-90.
  • Paternostro, R. Sottile, Parlante, identità, (etno)testo fra storia della lingua e dialettologia. L’esperienza dell’Atlante Linguistico della Sicilia, in G. Ruffino, M. D’Agostino, a cura di, Storia della lingua italiana e dialettologia, Palermo 2010, pp. 567-97.
  • Cugno, L. Massobrio, Gli atlanti linguistici della Romània. Corso di geografia linguistica, Alessandria 2010, pp. 240-49.

2011

  • Marcato, Guida allo studio dei dialetti, Padova 2011 (cfr. in partic. pp. 110-13).
  • Recensione a T. Emmi, La formazione delle parole nel siciliano [Materiali e Ricerche dell’ALS, 28, 2011], in «Rion», XIX (2013), 1, pp. 279-80.
  • Ruffino, G. Rizzo, R. Sottile, Vocabolario-atlante del lessico venatorio in Sicilia. Tre voci di saggio, in Dialetti: per parlare e parlarne (Atti del Secondo Convegno internazionale di Dialettologia), Potenza 2011, pp. 273-312.
  • Ruffino, “Abbaiare (sull’usta, sulla preda)”. Una voce del Vocabolario-atlante del lessico venatorio in Sicilia, in A. Overbeck, W. Scheweickardt, H. Völker, a cura di, Lexicon, Varietät, Philologie. Romanistische Studien Günter Holtus zum 65 Geburtstag, Berlin-Boston, 2011, pp. 561-74.
  • Sottile, E. Capitummino, Il contatto lingua dialetto nei dati lessicali dell’ALS, in G. Marcato, a cura di, Le nuove forme del dialetto, Padova 2011.

2012

  • Amenta, E. Assenza, Fenomeni di dissolvenza nell’italiano regionale di Sicilia: un’analisi dei dati ALS, in P. Bianchi, N. De Blasi, C. De Caprio, F. Montuori, a cura di, La variazione nell’italiano e nella storia (Atti dell’XI Congresso della SILFI, Napoli, 5-7 ottobre 2010), Firenze 2012, pp. 729-38.
  • Matranga, Peculiarità nel lessico dei giochi fanciulleschi tradizionali delle comunità siculo-albanesi, in «Res Albanicae», I/2 (2012), pp. 5-23.
  • Paternostro, Argomentare oralmente e in dialetto. Analisi dei dati dell'Atlante Linguistico della Sicilia (ALS), in G. Marcato, a cura di, Scrittura, dialetto e oralità, Padova 2012, pp. 217-24.
  • Pinello, E. Mocciaro, G. Paternostro, Quale italiano quali parlanti? Processi di trasmissione linguistica familiare nella Sicilia contemporanea fra usi predicati e usi praticati, in T. Telmon, G. Raimondi, L. Revelli, a cura di, Coesistenze linguistiche nell’Italia pre- e postunitaria (Atti del XLV Congresso internazionale di studi della Società di Linguistica Italiana – SLI, Aosta/Bard/Torino, 26-28 settembre 2011), Roma 2012, pp. 579-59.
  • Ruffino, Vocabolari dialettali e atlanti linguistici. Per una rinnovata integrazione di metodi e prospettive, in P. Bianchi, N. De Blasi, C. De Caprio, F. Montuori, a cura di, La variazione nell’italiano e nella storia (Atti dell’XI Congresso della SILFI, Napoli 5-7 ottobre 2010) Firenze, 2012, pp. 709-25.
  • Sottile, G. Paternostro, La variazione lessicale nella Sicilia contemporanea. Italiano e siciliano nei quesiti onomasiologici dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS), in P. Bianchi, N. De Blasi, C. De Caprio, F. Montuori, a cura di, La variazione nell’italiano e nella storia (Atti dell’XI Congresso della SILFI, Napoli, 5-7 ottobre 2010), Firenze 2012, pp. 811-26.
  • Tarantino, Scheda su M. Castiglione, Parole e strumenti dei gessai in Sicilia. Lessico di un mestiere scomparso [Materiali e ricerche dell’ALS 32, 2012], in Generalità, 763, «RID», XXXVII (2013), pp. 313-14.

2013

  • AA. VV., L’esperienza dell’Atlante linguistico della Sicilia, in G. Ruffino, a cura di, Lingue e culture in Sicilia, Palermo 2013. pp. 1434-1650.
  • D’Agostino, G. Paternostro, V. Pinello, Sociolinguistica, in G. Iannaccaro, a cura di, La linguistica Italiana all’alba del nuovo millennio (1997-2010), Roma 2013, vol. 52, p. 727-93.
  • Matranga, Le varietà siculoalbanesi nell'Atlante Linguistico della Sicilia e nell'Archivio delle Parlate Siciliane, in Il contributo degli Arbëreshë nella costruzione dell'identità siciliana (Atti del Convegno, Piana degli Albanesi, 22-23 marzo 2013), Palermo 2013, pp. 105-20.
  • Paternostro, V. Pinello, Costruire e rappresentare l’identità. La linguistica come mediatrice fra politiche identitarie e identità del parlante, in «Ianua Revista Philologica Romanica», 13/1 (2013), pp. 33-55.
  • Ruffino, “Focaccia”/”Schiacciata” e altri concetti alimentari, in L. Bellone et alii, a cura di, Filologia e linguistica. Studi in onore di Anna Cornagliotti, Alessandria 2013, pp. 925-35.

2014

  • Canobbio, Recensione a: G. Ruffino e E. D’Avenia, Per un vocabolario-atlante della cultura marinara in Sicilia. Appunti e materiali [Piccola Biblioteca dell’ALS, 6, 2010]; M. Marrone, Nomi di barche nelle marinerie siciliane [Piccola Biblioteca dell’ALS, 8, 2014]; G. Brincat e E. D’Avenia, L’inchiesta marinara a Malta [Piccola Biblioteca dell’ALS, 9, 2014]; F. Castro, Pescatori e barche di Sicilia. Studi e modelli [Materiali e Ricerche dell’ALS, 35, 2014], in «Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano», IIIs, 38 (2014), pp. 198-205.
  • Matranga, Dal parlato alla parola. Procedure informatiche per il trattamento delle interviste etnodialettali nell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS), in F. Cugno, L. Mantovani, M. Rivoira, S. Specchia, a cura di, Studi linguistici in onore di Lorenzo Massobrio, Torino 2014, pp. 639-50.
  • Lanaia, I nomi del lievito in Sicilia tra atlanti linguistici e "parole e cose", in F. Cugno, L. Mantovani, M. Rivoira, S. Specchia, a cura di, Studi linguistici in onore di Lorenzo Massobrio, Torino 2014, pp. 613-624.
  • Matranga, Intervento al Workshop "BookAlive", Palermo,  11 novembre 2014). url: http://bookalive.informamuse.com/?p=429).
  • Recensione a M. Marrone, Nomi di barche nelle marinerie siciliane [Piccola Biblioteca dell’ALS, 8, 2014], in «Rion», XX (2014), 2, pp. 759-760.
  • Ruffino, Alcune considerazioni sul lessico marinaresco in Sicilia, in P. Del Puente, a cura di, Dialetti: per parlare, per parlarne (Atti del Terzo Convegno internazionale di Dialettologia), Potenza 2014, pp. 273-94.
  • Sottile, I nomi dei venti in Sicilia tra toponomastica, geomorfologia e “mondo magico”. Possibili itinerari di ricerca, in F. Cugno, L. Mantovani, M. Rivoira, S. Specchia, a cura di, Studi linguistici in onore di Lorenzo Massobrio, Torino 2014, pp. 957-70.

2015

  • Caffarelli, Recensione a M. Marrone, Nomi di barche nelle marinerie siciliane, [Piccola Biblioteca dell’ALS, 8, 2014], in «Rion», XXI (2015), 1, pp. 217-19.
  • Matranga, Archiviazione e annotazione del parlato nell'Atlante Linguistico della Sicilia, in A. Romano, M. Rivoira, I. Meandri, Aspetti prosodici e testuali del raccontare: dalla letteratura orale al parlato dei media (X Convegno Nazionale Associazione Italiana Scienze della Voce, Torino, 22-24 gennaio 2014), Alessandria, 2015, pp. 41-56.
  • Sottile, Lingue e culture della montagna: le Madonie nell’esperienza dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS), in «Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano», IIIs., 39 (2015), pp. 147-60.

2016

  • Amenta, Quando la grammatica incontra il parlante, in Gruppo di ricerca dell’Atlante Linguistico della Sicilia, a cura di, La linguistica in campo. Scritti per Mari D’Agostino, Alessandria 2016, pp.1-14.
  • Amenta, E. Mocciaro, Vuliri + PP nei dati dell’Atlante Linguistico della Sicilia in J.P. Chauveau, M. Barbato, I. Fernández-Ordóñez, a cura di, Actes du XXVIIe Congrès international de linguistique et de philologie romanes (Nancy, 15-20 juillet 2013), Nancy, 2016, pp. 17-27.
  • Bonura, Il gioco dell’altalena nell’ALS: schede e appunti, in Gruppo di ricerca dell’Atlante Linguistico della Sicilia, a cura di, La linguistica in campo. Scritti per Mari D’Agostino, Alessandia 2016, pp. 41-50.
  • Colonna Romano, Dalla ricerca del dato alla ricostruzione di storie. Lo scavo biografico nell’inchiesta sociovariazionale dell’ALS, in Gruppo di ricerca dell’Atlante Linguistico della Sicilia, a cura di, [vedi sopra], pp. 91-104.
  • D’Avenia, Le indagini sul campo per il modulo marinaro dell’ALS, in Gruppo di ricerca dell’Atlante Linguistico della Sicilia, a cura di, [vedi sopra], Alessandria 2016, pp. 105-12.
  • D’Avenia, La Sicilia e le parole del mare, in Gianna Marcato, a cura di, Il dialetto nel tempo e nella storia, Padova 2016, pp. 117-22.
  • Delfino, [Post senza titolo], in Linguistica in pillole (Pagina Facebook), 2016. url: https://www.facebook.com/linguisticainpillole/posts/latlante-linguistico-della-sicilia-als-%C3%A8-un-progetto-diretto-dal-professor-giova/972297122891098/
  • Krefeld, ALS: Ortsnetz, in Lehre in den Digital Humanities, 2016. Version 3 (19.05.2016, 15:49). url: https://www.dh-lehre.gwi.uni-muenchen.de/?p=26826&v=3.
  • Krefeld, ALS: Traditionelle Kinderspiele, in Lehre in den Digital Humanities, 2016. Version 3 (02.06.2016, 11:51). url: https://www.dh-lehre.gwi.uni-muenchen.de/?p=28452&v=3.
  • Krefeld, ALS: Traditionelle Ernährung, in Lehre in den Digital Humanities, 2016. Version 3 (04.12.2016, 10:52). url: https://www.dh-lehre.gwi.uni-muenchen.de/?p=28476&v=3.
  • Logozzo, Recensione a T. Emmi, La formazione delle parole nel siciliano [Materiali e Ricerche dell’ALS, 28, 2011], in «Annali del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati - Sezione linguistica, AION», 5 (2016), pp. 261-64.
  • Matranga, L’Archivio delle parlate siciliane e il sistema informativo dell’Atlante linguistico della Sicilia, in F. Avolio, A. Cigno, a cura di, Archivi Etnolinguistici Multimediali: dalla formazione alla gestione e al dialogo col territorio (Atti del Convegno Internazionale di Studi, Pescara, 6 ottobre 2012), «Quaderni» del Museo delle Genti d’Abruzzo, 41 (2016), pp. 124-41.
  • Paesano, Sintatticamente nell’ALS: ca e chi nel siciliano contemporaneo, in Gruppo di ricerca dell’Atlante Linguistico della Sicilia, a cura di, La linguistica in campo. Scritti per Mari D’Agostino, Alessandria 2016, pp. 123-36.
  • Paternostro, V. Pinello, Il linguaggio dell'identità. Modelli discorsivi di rappresentazione dei confini nell'ALS, in «RID», XL (2016), pp. 109-30.
  • Pinello, L’apprendistato dell’artigiano e la lezione dell’ALS. Come le lingue e gli spazi ci raccontano il mondo, in Gruppo di ricerca dell’Atlante Linguistico della Sicilia, a cura di La linguistica in campo. Scritti per Mari D’Agostino, Alessandria 2016, pp. 157-70.
  • Pinello, Rappresentare le spazialità complesse. L’esperienza dell’ALS (Atlante Linguistico della Sicilia), in «Géolinguistique», 16 (2016), pp. 41-66.
  • Rizzo, Un etnotesto ludico: la fionda, in Gruppo di ricerca dell’Atlante Linguistico della Sicilia, a cura di, La linguistica in campo. Scritti per Mari D’Agostino, Palermo 2016, pp. 175-82.
  • Ruffino, Dall’“Atlante Linguistico Mediterraneo” all’“Atlante Linguistico della Sicilia”: dinamiche areali e problemi storico-etimologici, in N. Vuletić, X.A. Álvarez Pérez, J.E. Gargallo Gil, a cura di, Mari romanzi, mari del contatto: lessico e paremiologia, Zadar 2016, pp. 101-18.
  • Ruffino, Le parole del cibo negli atlanti linguistici. Esperienze siciliane, in S. Morgana, D. De Martino, G. Stanchina, a cura di, L’Italia del cibo, Firenze 2016, pp. 91-9.
  • Ruffino, Per una geografia linguistica del mare: le denominazioni della medusa, in P. Del Puente, a cura di, Dialetti: per parlare e parlarne (Atti del IV Convegno internazionale di dialettologia), Potenza 2016, pp. 273-81.
  • Sottile, Pitré, la cultura alimentare e i quesiti semasiologici dell’Atlante Linguistico della Sicilia, in «Dialoghi Mediterrani», 21 (2016), on line.

2017

  • Alfonzetti, Inroduction. Sociolinguistic research in Italy: A general outline, in Id., a cura di, Sociolinguistic research in Italy, Special Issue di «Sociolinguistic studies», Vol. 11 (2-4), 2017, pp. 237-70 (cfr. in partic. p. 257).
  • Amenta, Contact between Italian and dialect in Sicily: the case of phrasal verb constructions, in M. Cerruti, C. Crocco, S. Marzom, a cura di, Towards a New Standard. Theoretical and Empirical Studies on the Restandardization of Italian, Berlin-New York, 2017, pp. 242-68.
  • Berruto, System-oriented and speaker-oriented approaches in Italian sociolinguistics, in G. Alfonzetti, a cura di, Sociolinguistic research in Italy, Special Issue di «Sociolinguistic studies», Vol. 11 (2-4), 2017, pp. 271-92 (cfr. in partic. pp. 281-82).
  • D’Agostino, G. Paternostro, V. Pinello, Community and Space in Italian Sociolinguistics. The experience of the Linguistic Atlas of Sicily (Atlante Linguistico della Sicilia-ALS), in G. Alfonzetti, a cura di, [vedi sopra], pp. 341-64.
  • D’Avenia, I pesci del male. Alcuni ittionimi velenosiin G. Marcato, a cura di, Dialetto. Uno nessuno centomila, Padova 2017, pp. 213-20.
  • D’Avenia, Recensione a A. Castiglione, Le Parole del cibo. Lingua e cultura dell’alimentazione a Tronia [Materiali e ricerche dell’ALS, 36, 2016], in «Siculorum Gymnasium», 3 (2017), pp. 585-87.
  • Ghia, Recensione a A. Castiglione, Le Parole del cibo. Lingua e cultura dell’alimentazione a Tronia [Materiali e ricerche dell’ALS, 36, 2016], in «Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano», IIIs, 41 (2017), pp. 207-10.
  • Iannaccaro, S. Ciccolone, Italian quantitative sociolinguistics: Research directions, in G. Alfonzetti, a cura di, Sociolinguistic research in Italy, Special Issue di «Sociolinguistic studies», Vol. 11 (2-4), 2017, pp. 365-87. 
  • Krefeld, ALS: Ethnodialektale Themenbereiche, in Lehre in den Digital Humanities, 2017. Version 3 (01.11.2017, 15:27). url: https://www.dh-lehre.gwi.uni-muenchen.de/?p=28601&v=3.
  • Krefeld, ALS: Alltagswelt der Hirten, in Lehre in den Digital Humanities, 2017. Version 3 (31.10.2017, 08:53). url: https://www.dh-lehre.gwi.uni-muenchen.de/?p=28465&v=3.
  • Marcato, Due scuole di studi dialettologici in Italia: Torino e Padova, in «Bollettino dell’Atlante Linguistico Italiano», IIIs, 41 (2017), pp. 1-18 (cfr. in partic. pp. 11-13).
  • Rainer, Recensione a T. Emmi, La formazione delle parole nel siciliano [Materiali e Ricerche dell’ALS, 28, 2011], in «Quaderni di Filologia romanza», 25 (2017), pp. 313-21.
  • Trovato, Scheda su A. Castiglione, Le Parole del cibo. Lingua e cultura dell’alimentazione a Tronia [Materiali e ricerche dell’ALS, 36, 2016], in «RID», Generalità, 796, XLI (2017), pp. 225-26.

2018

  • Castiglione, R. Sottile, Postille al VSES, tra integrazioni e approfondimenti, in S. Retari-Medori, a cura di, Actes du colloque de lexicographie dialectale et étymologique en l’honneur de Francesco Domenico Falcucci (Corte – Rogliano 28-30 Octobre 2015), Alessandria 2018, pp. 505-24.
  • D’Avenia, Parole e mestieri. Alcune considerazioni dall’esperienza dell ALS, in G. Sampino, F. Scaglione, a cura di, Saperi Umanistici nella contemporaneità (Atti del convegno internazionale dei dottorandi, Palermo, 17-18 settembre 2015), Palermo 2018, pp. 31-44.
  • D’Avenia, La specificità del lessico di Lampedusa nella prospettiva di un vocabolario-atlante marinaro e peschereccio, in S. Retari-Medori, a cura di, Actes du colloque de lexicographie dialectale et étymologique en l’honneur de Francesco Domenico Falcucci (Corte – Rogliano 28-30 Octobre 2015), Alessandria 2018, pp. 643-56.
  • Matranga, Variazione linguistica: alcune considerazioni sulla costruzione del dato nell’Atlante Linguistico della Sicilia, in P. Greco, C. Vecchia. R. Sornicola, a cura di, Strutture e dinamismi della variazione e del cambiamento (Atti del III DIA Conference, Napoli, 24-27 novembre 2014), Napoli, 2018, pp. 257-65.
  • V. Matranga, Lessico dialettale e dispositivi mobili, in S. Retari-Medori, a cura di, Actes du colloque de lexicographie dialectale et étymologique en l’honneur de Francesco Domenico Falcucci (Corte – Rogliano 28-30 Octobre 2015), Alessandria 2018, pp. 595-606.
  • Ruffino, Il lessico venatorio in Sicilia. Proposte per un vocabolario-atlante, in G. Ligi, G. Pedrini, F. Tamisari, a cura di, Un accademico impaziente. Studi in onore di Glauco Sanga, Alessandria, 2018, pp. 225-38.
  • Scaglione, “Lavorare” il dato linguistico: prospettive e limiti. Alcune considerazioni dall’esperienza dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS), in G. Sampino, F. Scaglione, a cura di, Saperi Umanistici nella contemporaneità (Atti del convegno internazionale dei dottorandi, Palermo 17-18 settembre 2015), Palermo 2018, pp. 101-122.
  • Sottile, Il furetto (e altri animali) nel lessico venatorio e nella cultura dialettale. Dati dall’Atlante Linguistico della Sicilia, in P. Del Puente, a cura di, Dialetti: per parlare per parlarne (Atti del Quinto Convegno internazionale di dialettologia, Potenza, dicembre 2016), Potenza 2018, pp. 233-48.
  • L’atlante Linguistico della Sicilia, in Wikipedia. L’enciclopedia libera (u. a.: febbraio 2018). url: https://it.wikipedia.org/wiki/Atlante_linguistico_della_Sicilia#Voci_correlate.

In corso di stampa

  • Pinello, F. Scaglione, Lessico, onomasiologia e contatto dialettale tra competernza, uso e rappresentazione metalinguistica nell’Atlante Linguistico della Sicilia, in «Bollettino» del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 29 (2018), in stampa.
  • Ruffino, I nomi del ghiozzo in Sicilia. Un saggio di vocabolario-atlante del lessico marinaro, in «L’Italia dialettale», 2018, in stampa.
  • Ruffino, R. Sottile, Vocabolario-atlante delle pratiche venatorie in Sicilia. I nomi dello schioppo, in Linguaggi settoriali e specialistici: sincronia, diacronia, traduzione, variazione (Atti del XV Congresso SILFI, Genova, 28-30 maggio 2018), in stampa.
  • Sottile, Pitrè e i quesiti semasiologici nelle inchieste sulla cultura alimentare dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS). I casi di sciabbò e cucurummà, in Giuseppe Pitrè, la tradizione popolare siciliana attraverso eredità culturali e innovazioni, 1916-2016. (Atti del Convegno, Caltanissetta 20-21 maggio 2016), in stampa.

Tesi di dottorato

(Dottorato di ricerca in: Geografia linguistica, dialettologia e sociolinguistica, Lecce, Torino, Palermo, Monaco di Baviera, Neuchâtel, Grenoble; Studi letterari, filologici e linguistici, Palermo; Studi letterari, filologico-linguistici e storico-culturali, Palermo; Scienze del Linguaggio e della Comunicazione, curriculum in Geografia linguistica e Sociolinguistica, Torino; Lettere, curriculum in Dialettologia italiana, Geografia linguistica, Sociolinguistica: Torino).

  • Nara Bernardi, Lessico del Pane in Sicilia, a.a. 2002-2003.
  • Marina Castiglione, Traduzione e parlanti. L’esperienza dell’Atlante Linguistico della Sicilia, a.a. 2002-2003.
  • Giuseppe Paternostro, Parlati, forme di interazione e tipi testuali nelle inchieste sociovariazionali dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS), a.a. 2003-2004.
  • Melania Germanotta, I regionalismi lessicali nelle inchieste dell’Atlante Linguistico della Sicilia: Dinamiche sociolinguistiche e dinamiche areali, a.a. 2005-2006.
  • Laura Bonura, Le parole del gioco in Sicilia. Saggio di un Vocabolario-atlante, a.a. 2006-2007
  • Guliano Rizzo, Saggi di carte linguistiche e di altri modelli di rappresentazione dell’universo ludico tradizionale nell’esperienza dell’ALS, a.a. 2006-2007.
  • Guido Soriani, L’area metropolitana di Palermo nell’Atlante Linguistico della Sicilia. Analisi di tratti fonetici, a. a. 2006-2007.
  • Stefania Serio, La metafonesi nella Sicilia centrale. Diffusione del fenomeno e dinamiche areali, a.a. 2006-2007.
  • Eugenia Capitummino, Lessico della cultura alimentare delle Madonie, a.a. 2007-2008.
  • Alessandra Colonna Romano, Verso un atlante dei parlanti. Questionario, indici e biografie nell’inchiesta sociovariazionale dell’Atlante Linguistico della Sicilia, a.a. 2009-2010.
  • Michele Burgio, Vocabolario-atlante dei dolci rituali siciliani, a.a. 2010-2011.
  • Nicolò Paesano, La doppia serie di complementatori ca e chi nel siciliano contemporaneo, a.a. 2011-2012.
  • Elena D’Avenia, La lingua del mare in Sicilia. Le inchieste del modulo marinaro dell’Atlante Linguistico della Sicilia, a.a. 2016-2017.
  • Angela Castiglione, Costruire i nomi dei luoghi, costruire lo spazio. I sistemi toponimici di tre comunità della Sicilia centrale, a.a. 2016/2017.
  • Francesco Scaglione, Parole di ieri, parole di oggi: Il contatto lingua-dialetto nella Sicilia contemporanea. Dati dal quesito onomasiologico dell’Atlante Linguistico della Sicilia, a.a. 2017-2018.
  • Marianna Trovato, Rappresentare geolinguisticamente lo stereotipo: i soprannomi etnici in Sicilia, a.a. 2018-2019.

2.12.3. Pubblicazioni dell'ALS

Distribuite in 4 collane, le pubblicazioni dell’Atlante Linguistico della Sicilia possono essere visionate all’indirizzo ALS-Collane dove si trovano anche gli indici di ciascuno dei volumi. Di seguito, si riporta l’elenco, per ragioni di completezza.

Materiali e ricerche dell’Atlante Linguistico della Sicilia

  1. Giovanni Ruffino (a cura di), Percorsi di Geografia linguistica. Idee per un Atlante siciliano della cultura dialettale e dell’italiano regionale, Palermo 1995, pagine 638.
  2. Giovanni Ruffino, I pani di Pasqua in Sicilia. Un saggio di geografia linguistica e etnografica, Palermo 1995, pagine 135.
  3. Alfonso Leone, Profilo di sintassi siciliana, Palermo 1995, pagine 78.
  4. Mari D’Agostino e Antonino Pennisi, Per una sociolinguistica spaziale. Modelli e rappresentazioni della variabilità linguistica nelle esperienze dell’ALS, Palermo 1995.
  5. Mari D’Agostino, a cura di, Aspetti della variabilità. Ricerche linguistiche siciliane, Palermo 1997, pagine 213.
  6. Giovanni Ruffino, a cura di, I giochi fanciulleschi tradizionali. I nomi della trottola e la memoria del gioco. Carte geolinguistiche con una carta sonora su CD-ROM e una guida ai testi e ai rilevamenti linguistico-etnografici, Palermo 1997, pagine 68.
  7. Giovanni Ruffino, a cura di, La carta dei giochi. L’Atlante Linguistico della Sicilia e la tradizione ludica infantile. Atti delle due giornate di studio, Palermo, 18-19 dicembre 1997, Palermo 1999, pagine 169.
  8. Marina Castiglione, Parole del sottosuolo. Lingua e cultura delle zolfare nissene, Palermo 1999, pagine 156.
  9. Massimo Genchi e Gioacchino Cannizzaro, Lessico del dialetto di Castelbuono, Palermo 2000, pagine 409.
  10. Mari D’Agostino, a cura di, Percezione dello spazio, spazio della percezione. La variazione linguistica fra nuovi e vecchi strumenti di analisi. Atti del Convegno Internazionale, Palermo, 5 marzo 2001, Palermo 2002, pagine 184.
  11. Roberto Sottile, Lessico dei pastori delle Madonie, Palermo 2002, pagine 224.
  12. Giovanna Alfonzetti, La relativa non-standard. Italiano popolare o italiano parlato?, Palermo 2002, pagine 179.
  13. Sandra Raccuglia, Vocabolario del dialetto galloitalico di Aidone, Palermo 2003, pagine 601.
  14. Alfio Lanaia, Ornitonimia etnea, Palermo 2003, pagine 175.
  15. Marina Castiglione, Traduzione e parlanti. L’esperienza dell’Atlante Linguistico della Sicilia, Palermo 2004, pagine 190.
  16. Mari D’Agostino e Giovanni Ruffino, I rilevamenti sociovariazionali. Linee progettuali, Palermo 2005, pagine 495.
  17. Mari D’Agostino e Giuseppe Paternostro, a cura di, Costruendo i dati. Metodi di raccolta, revisione e organizzazione della banca dati della sezione sociovariazionale, Palermo 2006.
  18. Vito Matranga e Roberto Sottile, a cura di, Esperienze geolinguistiche. Percorsi di ricerca italiani e europei. Atti del Seminario di Studi su “Percorsi di Geografia linguistica”, Palermo, 23-24 marzo 2005, Palermo 2007, pagine 262.
  19. Marina Castiglione e Giuliano Rizzo, a cura di, Parole da gustare. Consuetudini alimentari e saperi linguistici. Atti del Convegno “Di mestiere faccio il linguista. Percorsi di ricerca”, Palermo-Castelbuono, 4-6 maggio 2006, Palermo 2007, pagine 405.
  20. Nicola De Gregorio, Cibo e parole di una comunità di montagna. A Cammarata con il questionario dell’ALS, Palermo 2008, pagine 173.
  21. Giuliano Rizzo, Modelli di rappresentazione dell’universo ludico tradizionale nell’esperienza dell’Atlante Linguistico della Sicilia, con DVD, Palermo 2008, pagine 416.
  22. Luisa Amenta e Giuseppe Paternostro, a cura di, I parlanti e le loro storie. Competenze linguistiche, strategie comunicative, livelli di analisi. Atti del Convegno di studi, Carini-Valderice, 23- 25 ottobre 2008, Palermo 2009, pagine 448.
  23. Giovanni Ruffino, Michele Burgio, Marina Castiglione, Vito Matranga, Giuliano Rizzo, Roberto Sottile, Vocabolario-atlante della cultura dialettale. Articoli di saggio, Palermo 2009, pagine 168.
  24. Giovanni Ruffino, Mestieri e lavoro nei soprannomi siciliani. Un saggio di geoantroponomastica, con DVD e, in Appendice, Aspetti e momenti del lavoro in Sicilia nelle fotografie di Gerhard Rohlfs e di Paul Scheuermeier, e nei disegni di Paul Boesch (1922-1930), Palermo 2009, pagine 386.
  25. Iride Valenti, Gallicismi nella cultura alimentare della Sicilia, Palermo 2011, pagine 179.
  26. Marina Castiglione, a cura di, Tradizione, identità, tipicità nella cultura alimentare siciliana. Lo sguardo dell’Atlante Linguistico della Sicilia, Palermo 2011, pagine 550.
  27. Salvatore Trovato e Alfio Lanaia, Vocabolario-atlante della cultura alimentare nella “Sicilia lombarda”, Palermo 2011, pagine 524.
  28. Tiziana Emmi, La formazione delle parole nel siciliano, pagine 516, Palermo 2011.
  29. Sergio Bonanzinga e Fatima Giallombardo, Il cibo per via. Paesaggi alimentari in Sicilia, con DVD, Palermo 2011, pagine 197.
  30. Vito Matranga, Concetti alimentari complessi e sistemi nominali in geografia linguistica. Le focacce siciliane, con 10 carte linguistiche, Palermo 2011, pagine 198.
  31. Giovanna Alfonzetti, I giovani e il code-switching in Sicilia, Palermo 2012, pagine 170.
  32. Marina Castiglione, Parole e strumenti dei gessai in Sicilia. Lessico di in mestiere scomparso, Palermo 2012, pagine 187.
  33. Michele Burgio, Vocabolario-atlante dei dolci rituali in Sicilia, Palermo 2012, pagine 190.
  34. Giuseppe Foti, Fonetica storica, fonologia e ortografia del dialetto galloitalico di San Fratello, Palermo 2013, pagine 114.
  35. Filippo Castro, Pescatori e barche di Sicilia. Studi e modelli, Palermo 2014, pagine 167.
  36. Angela Castiglione, Le parole del cibo. Lingua e cultura dell’alimentazione a Troina, Palermo 2016, pagine 657.
  37. Elena D’avenia, Atlante linguiistico della Sicilia. Il lessico del mare, Palermo 2018, pagine 668.
  38. Filippo Castro, Pescatori e barche di Sicilia. Organizzazione, tecniche, linguaggio, Palermo 2018, pagine 745.

IN PREPARAZIONE:

  1. Giovanni Ruffino e Roberto Sottile, Vocabolario-atlante delle pratiche venatorie in Sicilia (cfr. DEFAULT).
  2. Vito Matranga e Giuseppe Paternostro, Usi linguistici nella Sicilia del terzo millennio (cfr. DEFAULT).
  3. Francesco Scaglione, Parole di ieri, parole di oggi. Il contatto lingua-dialetto nei dati lessicali dell'Atlante Linguistico della Sicilia (cfr. DEFAULT).
  4. Vito Matranga, Il vocalismo nel repertorio linguistico della Sicilia occidentale, (cfr. DEFAULT).
  5. Luisa Amenta, Il sistema tempo-modo-aspettuale dal siciliano all’italiano regionale di Sicilia (cfr. DEFAULT).

Piccola biblioteca dell'ALS

  1. Giovanni Ruffino e Nara Bernardi, Per una ricerca sulla cultura alimentare e sul lessico gastronomico in Sicilia. Appunti e materiali, Palermo 2000, pagine 109.
  2. Giovanni Ruffino, Nara Bernardi, Laura Bonura, Marina Castiglione, Vito Matranga, Giuliano Rizzo, Roberto Sottile, a cura di, I giochi fanciulleschi tradizionali. Integrazioni e aggiunte al questionario, Palermo 2000, pagine 73.
  3. Giovanni Ruffino, Parole e cose milocchesi. Piccolo omaggio a una casa museo, Palermo 2000, pagine 115.
  4. Vito Matranga, Parole e azioni ludiche. Il gioco della lippa in Sicilia in prospettiva geolinguistica, Palermo 2004, pagine 164.
  5. Vito Matranga, Trascrivere. La rappresentazione del parlato nell’esperienza dell’Atlante Linguistico della Sicilia, con contributi di Giuseppe Paternostro e Roberto Sottile, Palermo 2007, pagine 199.
  6. Giovanni Ruffino e Elena D’Avenia, Per un vocabolario-atlante della cultura marinara in Sicilia. Appunti e materiali, Palermo 2010, pagine 99.
  7. Pasquale Musso, a cura di, Libro di secreti per fare cose dolce di vari modi, Palermo 2011, pagine 127.
  8. Mariangela Marrone, Nomi di barche nelle marinerie siciliane, Palermo 2014, pagine 124.
  9. Giuseppe Brincat e Elena D’Avenia, L’inchiesta marinara a Malta, Palermo 2014, pagine 128.

In preparazione:

10. Ruffino e Roberto Sottile, Per un vocabolario-atlante della pratica venatoria in Sicilia. Appunti e materiali.

L’ALS per la scuola e il territorio

  1. Roberto Sottile e Massimo Genchi, Lessico della cultura dialettale delle Madonie. 1. L’alimentazione, Palermo 2010, pagine 278.
  2. Roberto Sottile e Massimo Genchi, Lessico della cultura dialettale delle Madonie. 2. Voci di saggio, Palermo 2011, pagine 338.
  3. Alessandra Colonna Romano, Storie di parlanti, storie di vita. Le biografie linguistiche tra narrazione e strumenti d’analisi, 3, Palermo 2013, pagine 238.
  4. Massimo Genchi, Bosco, carbone e carbonai a Castelbuono. Storia, lingua, cultura, Palermo 2016, pagine 118.

Archivio delle parlate siciliane

  1. Vito Matranga, a cura di, L’archivio delle parlate siciliane, Palermo 2011, pagine 184.

I questionari

Di seguito, si segnalano i diversi questionari pubblicati nel corso degli anni; alcuni di questi sono contenuti all’interno dei volumi della serie “Piccola Biblioteca dell’ALS”.

  1. Ruffino, Dialetto siciliano e varietà locali. Per una ricognizione di isoglosse siciliane. Questionario, Palermo 1982.
  2. Ruffino, a cura di, Questionario, Atlante Linguistico della Sicilia. Sezione variazionale. Inchieste di prova 1991-’92, Palermo 1991.
  3. Questionario sui giochi fanciulleschi in Sicilia, in G. Ruffino, a cura di, Percorsi di Geografia linguistica. Idee per un Atlante siciliano della cultura dialettale e dell’italiano regionale, Palermo 1995, pp. 93-8.
  4. Ruffino, a cura di, Questionario alimentare, Atlante Linguistico della Sicilia, Palermo 1997.
  5. Ruffino e Mari D’Agostino, a cura di, Questionario, Atlante linguistico della Sicilia. Sezione sociovariazionale, Palermo 1998.
  6. Ruffino e Nara Bernardi, Per una ricerca sulla cultura ali­mentare e sul lessico gastronomico in Sicilia. Appunti e materiali, Palermo 2000
  7. Ruffino, a cura di, I Siciliani e il Cibo. Gusti, abitudini e regole. Questionario socioalimentare, Atlante linguistico della Sicilia, Palermo 2005.
  8. Ruffino e Elena D’Avenia, Per un vocabolario-atlante della cultura marinara in Sicilia. Appunti e materiali, Palermo 2010.

2.12.4. I collaboratori

Negli anni hanno contribuito, con i loro preziosi suggerimenti, alla realizzazione del progetto numerosi specialisti. Ricordiamo: Giovanna Alfonzetti (Catania), Sergio Bonanzinga (Palermo), Giuseppe Brincat (Malta) Sabina Canobbio (Torino), Anna De Fina (Washington), Salvatore D’Onofrio (Palermo), Mario Giacomarra (Palermo), Fatima Giallombardo (Palermo), Corrado Grassi, Antonia G. Mòcciaro (Roma), Thomas Krefeld (Monaco di Baviera), Alfio Lanaia (Catania), Stephan Lücke (Monaco di Baviera), Carla Marcato (Udine), Annalisa Nesi (Siena), Elena Pierazzo (Tours), Riccardo Regis (Torino), Salvatore C. Sgroi (Catania), Alberto A. Sobrero, Tullio Telmon, Harald Thun, Alberto Varvaro . Si segnala anche il costante raccordo con linguisti e informatici dell’Università di Monaco di Baviera, che più recentemente ha riguardato il progetto VerbaAlpina, mentre è in fase di avvio un progetto di collaborazione con L’ALI, per la realizzazione di un Piccolo Atlante della Sicilia (PALS) sul modello del PALP (cfr. Cugno et alii 2018).

Tra le collaborazioni spiccano inoltre quelle di Giuseppe Aiello e Filippo Castro per la realizzazione dei disegni etnografici.

Al progetto hanno lavorato, o lavorano attualmente, numerosi raccoglitori e ricercatori, molti dei quali Dottori di ricerca: Chiara Amoruso, Nara Bernardi, Delia Bentley, Laura Bonura, Michele Burgio, Gioacchino Cannizzaro, Eugenia Capitummino, Angela Castiglione, Rosalia Cavalieri, Alessandra Colonna Romano, Elena D’Avenia, Nicola De Gregorio, Tiziana Emmi, Agata Fiasconaro, Giuseppe Foti, Silvia Galati, Massimo Genchi, Melania Germanotta, Alfio Lanaia, Nicolò Paesano, Caterina Pennisi, Melissa Provenzano, Sandra Raccuglia, Giuliano Rizzo, Gabriella Ruggirello, Francesco Scaglione, Jolanda Scarpello, Stefania Serio, Guido Soriani, Marianna Trovato, Nadia Vincenti.

Una speciale e costante collaborazione è assicurata da Francesco Paolo Macaluso.

Va anche segnalato l’apporto di numerosissimi laureati in discipline linguistico-dialettologiche o etno-antropologiche, altamente specializzati grazie a impegnativi corsi di addestramento e a un duro tirocinio sul campo: Daniela Abate, Maria Concetta Agueci, Federica Agus, Anna Albanese, Giulia Bagnasco, Elena Bartolotta, Cristina Battaglia,  Annalisa Belladonna,  Luciana Bono, Antonella Buttaccio, Gabriella Buzzanca, Maria Cannatella, Giuseppina Canzoneri, Silvana Contino, Valentina Corso, Daniela Cefalù, Mirella Cefalù, Giuliana Clemente, Irene Ciappa, Giuseppina Comella, Milena Criminisi, Pietra D’Addelfio, Maria Grazia D’Angelo, Debora Di Liberto, Debora Di Pietra, Paola Fatini, Morena Fede, Aldo Fichera, Giuseppa Fiducioso, Marianna Filì, Maria Antonietta Fodale, Giuseppina Fonte, Sara Fraterrigo, Silvia Frazzetto, Angela Gandolfo, Salvo Giammanco, Laura Ginevra, Veronica Giordano, Sara Graci, Carmen Insalaco, Rosalia la Perna, Rita La Tona, Antonio Lavieri, Aurelia Lo Menzo, Ivana Lo Nigro, Anna Luppina, Carmela Maiorana, Angelo Mangione, Giulia Mammana,  Mariangela Marrone, Emanuela Milan, Nicoletta Miosi, Patrizia Miraglia, Nicodemo Misiti, Marcello Molino, Pasquale Musso, Stefania Oliveri, Bartolomea Neglia, Marianna Noto, Sabina Rita Nuzzo, Maria Grazia Palio, Marcella Passantino, Ninetta Piccione, Rosanna Pinazzo, Ioli Pocorobba, Irma Puccio, Sara Puglia, Margherita Raciti, Deborah Ricerca, Maria Antonina Rubino, Maria Teresa Salerno, Concetta Sansone, Denise Santalucia, Valentina Sarcuto, Paola Domianello Scaffidi, Francesca Schiera, Giovanni Schillaci, Maria Grazia Specioso, Simona Spera, Loredana Spoto, Maria Savarino, Vincenza Tomasello, Antonella Tricoli, Francesco Vitali, Mariacatena Volanti.

Rilevante è stato poi l’apporto di numerosissimi studenti della Facoltà di Lettere e del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Palermo, le cui tesi di laurea hanno permesso l’acquisizione di una parte cospicua dall’attuale base di dati dell’Atlante (cfr., per es., D'Agostino/Paternostro 2006, 277-287 per la sezione sociovariazionale).

Desidero ringraziare dell’aiuto offerto per la stesura di questo testo i colleghi del Gruppo ALS: Giovanni Ruffino, Mari D’Agostino, Luisa Amenta, Elena D’Avenia, Marina Castiglione, Vito Matranga, Giuseppe Paternostro, Vincenzo Pinello, Francesco Scaglione, Marianna Trovato. Un grazie particolare a Francesco Macaluso.
V. anche il par. intitolato I collaboratori.
Lo stato dell'arte relativo ai programmi geolinguistici di quei primi anni Novanta, durante i quali maturò il progetto siciliano, è ben ricostruito (e documentato) in Ruffino 1995a, 14-16. Qui  possono tornare utili le considerazioni sulla situazione in Italia: «Ma qual è, oggi, la condizione della geografia linguistica italiana? I punti di vista possono essere differenti, e dunque l'attuale situazione può essere variamente giudicata. Una valutazione incoraggiante dello stato delle ricerche e delle prospettive potrà tener conto del fatto che un'importante impresa regionale - l'ASLEF di G.B. Pellegrini - è stata negli anni più recenti condotta a termine; che altre imprese di prim'ordine - L'ALT, l'ALEPO, L'ALD - hanno superato il momento progettuale e sono ormai nel pieno della fase di attuazione, e oltretutto costituiscono un'autentica fucina di elaborazioni teoriche e di proposte; che altri progetti, già definiti e collaudati (il NADIR, l'APV), alcuni appena delineati (l'ALERU), lasciano intravedere ulteriori sviluppi. […] La situazione, per contro, potrebbe anche indurre a valutazioni meno ottimistiche. Da una parte l'ASLEF […] non può certo essere considerato (pur riconoscendo all'opera tutto il valore che essa merita) come una svolta nella ricerca geolinguistica italiana; d'altro canto, imprese come l'ALT, L'ALEPO, l'ALD presentano ciascuna delle specificità che rendono problematica la loro assunzione a modello per imprese affini. […] Come spesso accade, la verità sta nel mezzo anche in questo nostro caso. Sono infatti innegabili i fermenti che, specialmente nell'ultimo quindicennio, hanno tonificato la geolinguistica italiana, senza tuttavia conferirle quel respiro ampio e unitario che più volte Corrado Grassi aveva auspicato» (Ruffino 1995a, 14-15).
Ciascuna microarea è costituita da tre (piccoli) centri particolarmente omogenei sul piano socio-economico.
Con riferimento ai processi di caseificazione, i dati raccolti per la stesura del Lessico sono ora provvisoriamente fruibili anche interrogando una carta georeferenziata che riprende il modello di cartografia del progetto VerbAlpina (v. http://www.als-online.gwi.uni-muenchen.de/carta/.
Una prima selezione è in Ruffino 1984.

Bibliografia

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  • Paternostro 2004 = Paternostro, Giuseppe (2004): Un parlante, tanti parlati. Riflessioni sulle produzioni delle fonti nella geolinguistica variazionista, in: Rivista Italaiana di Dialettologia, vol. 28, 45-86.
  • Paternostro 2009 = Paternostro, Giuseppe (2009): La costruzione dell’identità nella narrazione autobiografica, in: Amenta/Paternostro 2009, Palermo, 109-20.
  • Paternostro 2010 = Paternostro, Giuseppe (2010): La narrazione autobiografica in prospettiva sociolinguistica. Interazione, discorso e parlanti nelle inchieste dell'Atlante Linguistico della Sicilia (ALS), in: «Studi italiani di Linguistica Teorica e Applicata», vol. 2, 265-90.
  • Paternostro/Sottile 2010 = Paternostro, Giuseppe / Sottile, Roberto (2010): Parlante, identità, (etno)testo fra storia della lingua e dialettologia. L’esperienza dell’Atlante Linguistico della Sicilia, in: Ruffino/D'Agostino 2010, Palermo, 567-97.
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  • Ruffino 1995a = Ruffino, Giovanni (Hrsg.) (1995): Percorsi di Geografia linguistica. Idee per un Atlante siciliano della cultura dialettale e dell’italiano regionale, Palermo.
  • Ruffino 1995b = Ruffino, Giovanni (1995): I pani di Pasqua in Sicilia. Un saggio di geografia linguistica e etnografica, Palermo.
  • Ruffino 1997 = Ruffino, Giovanni (Hrsg.) (1997): I giochi fanciulleschi tradizionali. I nomi della trottola e la memoria del gioco. Carte geolinguistiche con una carta sonora su CD-ROM e una guida ai testi e ai rilevamenti linguistico-etnografici, Palermo.
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  • Ruffino 2013a = Ruffino, Giovanni (Hrsg.) (2013): Lingue e culture in Sicilia, Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani.
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  • Ruffino 2014 = Ruffino, Giovanni (2014): Per l'Atlante Linguistico Mediterraneo (ALM), in: "Bollettino" del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 25, Palermo, 485-487.
  • Ruffino 2018 = Ruffino, Giovanni (2018): Il lessico venatorio in Sicilia. Proposte per un vocabolario-atlante, in: Ligi et al. 2018, Alessandria, 225-38.
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  • Ruffino et al. 2011 = Ruffino, Giovanni u.a. (2011): Vocabolario-atlante del lessico venatorio in Sicilia. Tre voci di saggio, in: A.L.Ba.- Atlante Linguistico della Basilicata, Potenza, 273-312.
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